Wise Society : L’inquinamento atmosferico secondo Legambiente: dati in calo ma situazione ancora grave

L’inquinamento atmosferico secondo Legambiente: dati in calo ma situazione ancora grave

di Patrizia Riso
8 Febbraio 2023

L'inquinamento atmosferico cala, ma non è abbastanza. Anzi sono migliaia le persone che ogni anno muoiono a causa di particolato e polveri sottili. Facciamo il punto della situazione con Mal'Aria, il nuovo report di Legambiente sul tema

La buona notizia è che decresce, la cattiva è che lo fa troppo lentamente. L’inquinamento atmosferico in Italia è spiegato da Mal’aria, il rapporto di Legambiente pubblicato a gennaio 2023. L’associazione ambientalista descrive uno scenario poco positivo nel lungo termine, ma indica delle soluzioni concrete per migliorare la situazione.

Inquinamento atmosferico

Foto di Pétrin Express su Unsplash

Cause dell’inquinamento atmosferico: polveri sottili e biossido di azoto

Per capire meglio il report, chiariamo alcuni termini. I principali agenti inquinanti sono il particolato, definito anche col termine polveri sottili, e il biossido di azoto. Il particolato PM10 definisce il formato da particelle di diametro inferiore o uguale ai 10 micrometri, cioè dieci milionesimi di metro. Queste particelle atmosferiche solide e liquide sono caratterizzate da una natura chimica complessa e da una capacità di restare a lungo in atmosfera e di allontanarsi dal punto di emissione.

Il particolato PM10 si crea in natura con l’erosione dei venti sulle rocce, le eruzioni vulcaniche e l’autocombustione di boschi. Il problema è che lo produciamo in gran parte noi esseri umani con le emissioni dei nostri sistemi di trasporto e sostanze gassose come gli ossidi di zolfo e di azoto, i COV (Composti Organici Volatili) e l’ammoniaca, che si sviluppano anche in diversi processi industriali. Tutti questi elementi provocano danni alla salute umana, smog fotochimico e piogge acide.

auto e polveri sottili

Foto di Jacek Dylag su Unsplash

Mal’aria: cosa dice il report di Legambiente

Il report riporta i dati sull’inquinamento atmosferico di 95 città italiane. Dall’analisi delle medie annuali, tutte le città hanno rispettato il limite previsto dalla normativa vigente, ma se si esce dalla media la situazione cambia.

Per quanto riguarda il PM10, 72 città su 95 superano i limiti previsti dalla futura direttiva sulla qualità dell’aria con la quale la concentrazione media annuale ammissibile passa dagli attuali 40 ai 20 micrometri previsti come obiettivo entro il 2030. Attualmente, è 35 il numero massimo di giorni l’anno in cui è concesso superare la soglia dei PM10. Situazione analoga per il PM2,5 la cui soglia viene superata da 71 città, mentre in 54 saranno fuorilegge nel 2030 viste le concentrazioni registrate nel 2022.

Nonostante le misure e le riduzioni delle emissioni avvenute, il tasso medio di riduzione delle concentrazioni a livello nazionale è pari al 2% per il PM10 e il 3% per l’NO2 (biossido di azoto). Il report sottolinea la differenza tra l’obiettivo finale fissato dall’OMS, quello a cui tutte le città dovrebbero puntare, e l’obiettivo intermedio fissato dall’Unione Europea per il 2030 che presenta soglie più alte. Le linee guida dell’OMS abbassano le soglie della media annuale del particolato fine (PM2.5) da 10 a 5 µg/m3, quella del particolato inalabile (PM10) da 20 a 15 µg/m3, mentre per il biossido di azoto (NO2) scende drasticamente da 40 a 10 µg/m3, e per il monossido di carbonio (CO) viene suggerito il limite giornaliero di 4 µg/m3.

Le vittime dell’inquinamento atmosferico

Il particolato fine PM2,5 è molto pericoloso perché formato da particelle di cenere e residui vari con appena 2,5 micrometri di diametro. Dimensioni così impercettibili che passano anche nel sangue perché più piccoli dei globuli rossi che hanno 8 micrometri di diametro.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 7 milioni le morti premature attribuibili all’inquinamento dell’aria che respiriamo. Come si legge nel report Mal’Aria

“L’Agenzia Europea dell’ambiente stima che nel 2020, nell’Unione quasi di 250.000 morti siano stati attribuibili al superamento dei valori di PM2,5 raccomandati dall’OMS, e che il 96% della popolazione europea sia esposta a valori superiori a tali soglie”.

A causa del PM2,5, nel 2020 in Italia ci sono stati 52.300 decessi per malattie respiratorie, numero sempre grave ma leggermente in calo rispetto alle 58.600 del 2016. Un dato che risalta se paragonato alle vittime causate dalla crisi climatica nel nostro paese. Secondo Legambiente, nel 2020, in 239 sono morti a causa degli eventi estremi.

Infografica dell'Oms su Inquinamento atmosferico

Immagine OMS

Origine del termine smog

Il termine smog è internazionale e universalmente conosciuto. Nasce dall’unione di smoke (fumo) e fog (nebbia) ed è stato ispirato dalla fitta nebbia maleodorante che invase Londra il 5 dicembre 1952 a causa della quale morirono quasi 12.000 persone e 100.000 si ammalarono gravemente per problemi respiratori.

smog

Foto di Call Me Fred su Unsplash

Mal’Aria 2023: soluzioni per combattere l’inquinamento atmosferico

Il report di Legambiente Mal’Aria evidenzia anche le soluzioni attraverso le quali è possibile combattere e contenere l’inquinamento atmosferico che, come visto, è molto pericoloso per la salute dell’uomo e di tutti gli esseri viventi. Qui sotto l’elenco degli strumenti attraverso i quali è possibile migliorare la qualità dell’aria che respiriamo fuori casa.

  • Aumentare le Low Emission Zone, aree urbane con valori massimi di emissioni controllati. Due esempi sono presenti a Milano e Londra, dove si è stimata una riduzione delle emissioni del traffico del 30%.
  • Riqualificazione energetica nelle abitazioni pubbliche e private con dismissione dei vecchi impianti. Ridurre l’inquinamento atmosferico richiede interventi anche sul calore.
  • Incentivare il trasporto pubblico e forme ibride come la sharing mobility.
  • Rendere i centri urbani abitabili e favorire l’accesso a servizi di prossimità per ridurre gli spostamenti.
  • Realizzare la piena mobilità elettrica entro il 2035.

La campagna Clean Cities di Legambiente

Al report Mal’Aria di Legambiente segue la campagna Clean Cities, una coalizione europea di ONG e organizzazioni della società civile (di cui anche Legambiente fa parte) che fino al 2 marzo si pone lo scopo di promuovere la mobilità sostenibile a zero emissioni, necessaria per rendere più vivibili e pulite le città lungo lo Stivale.

Clean Cities farà tappa in 17 città italiane e toccherà diversi punti correlati alla lotta all’inquinamento atmosferico: dal risnamento della qualità dell’aria alla già citata mobilità sostenibile, da potenziamento del trasporto pubblico alle strade scolastiche a zero emissioni. Nel corso di ogni appuntamento, poi, saranno roganizzati incontri con esperti, cittadini e rappresentanti delle amministrazioni locali per creare il giusto dibattito sul tema.


Se vuoi saperne di più sulla campagna “Clean Cities” e partecipare a uno degli incontri, ti consigliamo di visitare il sito ufficiale di Legambiente.


Patrizia Riso

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