Sensori intelligenti sugli alberi per capire come essi contribuiscono a migliorare la salute dei nostri nuclei urbani e a risparmiare anche tanto danaro pubblico. È il focus di un progetto molto interessante appena partito a Milano che vede coinvolti scienziati, fondazioni e aziende per combattere il riscaldamento globale
Le nostre città rispetto soltanto al 1960 hanno fatto registrare negli ultimi anni una temperatura media più alta di 3 °C e le cosiddette isole di calore che si creano negli ambienti urbani generano mediamente una temperatura di 6 -7 gradi più alta rispetto alle circostanti aree rurali. Un bel problema a livello ambientale certamente, ma anche sociale, con conseguenze importanti sulla vivibilità delle nostre città e sulla salute stessa delle persone.
D’altronde non bisogna dimenticare che proprio per cause legate all’aumento delle temperature soltanto nel luglio del 2022 (i dati 2023 sono in elaborazione) sono morte in Italia ben 62mila persone. Soprattutto anziani, fragili, persone deboli.
Eppure secondo molti la soluzione al problema sarebbe a portata di mano: piantare più alberi possibile nei nostri nuclei urbani, ricoprire le nostre città di piante, che hanno la capacità di abbassare notevolmente, grazie alla traspirazione, la temperatura dei luoghi in cui si trovano, di assorbire anidride carbonica, diminuire l’inquinamento. Con ricadute anche a livello economico: per esempio facendo risparmiare alle amministrazioni pubbliche e alle persone sui costi necessari a installare e far funzionare i condizionatori. Semplicemente perché gli alberi agiscono come veri e propri condizionatori naturali.
Per dimostrare, tramite dati concreti, come gli alberi possono incidere sulla salute delle nostre città e incentivare questo nuovo approccio al verde urbano, è nato a Milano “Prospettiva Terra”, un network di aziende, esponenti della comunità scientifica, realtà non profit e istituzioni, impegnate in progetti di ricerca, innovazione e divulgazione per affrontare il riscaldamento globale.
Prospettiva Terra: a Milano un laboratorio open air per misurare i benefici degli alberi sulla salute delle città
Grazie alla collaborazione di Fondazione Riccardo Catella, che gestisce a Milano la Biblioteca degli Alberi di Milano (BAM), il primo intervento di Prospettiva Terra avverrà proprio all’interno di questo innovativo parco urbano meneghino: verranno installati sugli alberi entro marzo 300 sensori IoT – Internet of Things (30 sono già stati posizionati) sviluppati da Stefano Mancuso, accademico e divulgatore di fama internazionale, e PNAT (spin-off dell’Università di Firenze) che permetteranno nei prossimi 18 mesi di raccogliere una serie di informazioni sulle piante, dal loro stato di salute ai benefici che producono per la collettività, fino alla stima del loro assorbimento di CO2 all’interno della città.
I sensori consentiranno di ottenere informazioni importantissime per monitorare lo stato di salute delle piante e rendere più efficiente, anche dal punto di vista economico, la manutenzione degli alberi urbani, a vantaggio della pubblica amministrazione (anche in considerazione dei recenti fenomeni climatici estremi che hanno colpito il capoluogo lombardo), oltre a quantificare i benefici tangibili che gli alberi creano per la comunità.
In termini di assorbimento da parte delle singole piante di CO2 e di polveri sottili, ossidi di azoto e composti organici volatili (inquinanti nocivi per la nostra salute), grazie ai dati raccolti in real time dalla rete dei sensori, che verranno incrociati con modelli statistici noti e consolidati; dall’altro il controvalore economico, basato sempre su modello statistico, di quanto gli alberi ci possono aiutare a risparmiare mediante la mitigazione del microclima urbano.
I fondatori di Prospettiva Terra
Il progetto Prospettiva Terra nasce da un’idea di Stefano Mancuso, accademico e divulgatore, fra i massimi esperti mondiali del mondo delle piante, e Marco Girelli, amministratore delegato di Omnicom Media Group Italia, agenzia leader nell’advertising, nel marketing e nei servizi di comunicazione a livello mondiale, e vede la partecipazione di diversi altri player a supporto dell’iniziativa: realtà no profit, comunità scientifica, istituzioni e aziende.
Fra queste, Ricola, McDonald’s, Henkel, Fondazione Riccardo Catella, che gestisce a Milano la Biblioteca degli Alberi di Milano (BAM), Acone Associati e Publitalia’80, media partner del progetto, oltre a Red Joint Film, in qualità di creative partner, APCO Worldwide, come Communication Partner, e PNAT – spin-off dell’Università di Firenze – che, in qualità di Science, technology & design partner, coordina gli aspetti tecnologici e l’elaborazione dei dati. Tutti uniti per affrontare la sfida più importante che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi anni: il riscaldamento globale.
Interviste e testi: Vincenzo Petraglia
Riprese: Fabio Restelli
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