Wise Society : Coronavirus, ecco l’effetto della quarantena sulla qualità dell’aria

Coronavirus, ecco l’effetto della quarantena sulla qualità dell’aria

di Redazione
5 Aprile 2020

Non solo riduzione del traffico veicolare: per Arpa Lombardia la qualità dell'aria migliora anche per fattori come l'aumento delle temperature.

In base ai dati dell’indagine svolta da Regione Lombardia e da Arpa Lombardia sulla qualità dell’aria a seguito delle misure di restrizione introdotte per contrastare la diffusione del Coronavirus e pubblicata ieri, le emissioni, soprattutto derivanti dal traffico veicolare, si sono ridotte.

Migliora la qualità dell’aria con meno benzene e monossido e biossido di azoto

In miglioramento anche la qualità dell’aria: le concentrazioni rilevate di biossido di azoto (NO2) di monossido di azoto (NO) e di Benzene si sono sensibilmente ridotte e, in alcune stazioni, risultano perfino inferiori ai valori più bassi registrati nei dieci anni precedenti.

Lo studio dell’Arpa Lombardia che ha individuato due periodi distinti – il primo, compreso tra il 23 febbraio e l’8 marzo 2020, caratterizzato dalle prime misure su aree più limitate e il secondo, a partire dal 9 marzo, caratterizzato da misure più incisive estese a tutto il territorio nazionale – è partito dalla stima della riduzione dei fattori di pressione nei principali settori, quali traffico veicolare, consumi energetici, riscaldamento e attività agricole/zootecniche. “Le misure messe in atto dal Governo e dalle ordinanze regionali per far fronte all’emergenza Coronavirus – si legge nella nota di Arpa Lombardia– hanno comportato modifiche alle modalità di vita delle persone e alle attività produttive e commerciali, che si riflettono sui flussi di traffico, sulla produzione e sui consumi energetici, in modo particolare, nelle regioni settentrionali d’Italia”. Lo studio invita a tenere conto del fatto che nel primo trimestre del 2020, le temperature medie giornaliere sono state generalmente superiori alle medie del periodo e che, per quanto riguarda le attività agricole – non limitate dalle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria – si sono stimate emissioni in linea con quelle tipiche del periodo.

Piazza Duomo a Milano

Foto: Michele Novaga

Qualità dell’aria e pm10

Secondo l’Arpa i dati dei valori di PM10 e PM2.5, indicano in maniera evidente la stagionalità di questi inquinanti, che registrano tipicamente i valori più elevati nei mesi più freddi dell’anno. L’analisi dei dati del mese di marzo 2020, evidenzia un alternarsi di giornate con concentrazioni più alte e altre con valori inferiori. Come la giornata del 25 febbraio che con un valore di PM10 pari a 82 µg/m³ registrato a Codogno, già in piena “zona rossa”, ha evidenziano l’importanza del fenomeno di trasporto del particolato e il fatto che le concentrazioni di inquinanti sono influenzate da tutte quelle del bacino padano di riferimento. Dal 18 al 20 marzo si è registrato un incremento significativo di polveri sottili in gran parte della regione, nonostante la riduzione dei flussi di traffico e di parte delle attività industriali, causato dalla situazione metereologica così come il 28 e 29 marzo quando, a causa del trasporto di particolato di origine desertica dalle regioni asiatiche, le concentrazioni di PM10 sono risultate molto elevate a fronte di un aumento inferiore delle concentrazioni di PM2.5.

Meno traffico ma anche variazione meteo e condizioni ambientali

Lo studio conclude che la generale riduzione delle concentrazioni degli inquinanti deve essere attribuito all’insieme di 3 fattori: riduzione delle emissioni (in particolare dal settore trasporti), variazione delle condizioni meteorologiche (comunemente meno favorevoli all’accumulo in questo periodo dell’anno) e condizioni ambientali che influiscono sulle reazioni chimico-fisiche in cui sono coinvolti gli inquinanti.

“Nel bacino padano, si è osservato che le drastiche riduzioni di alcune sorgenti non sempre hanno impedito il superamento dei limiti, pur contribuendo a ridurne l’entità. Ciò evidenzia in modo chiaro la complessità dei fenomeni correlati alla formazione, trasporto e all’accumulo di particolato atmosferico e la conseguente difficoltà di ridurre in modo drastico i valori presenti in atmosfera in situazioni ordinarie”, conclude la nota.

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