Wise Society : La smart city corre in aiuto degli obesi

La smart city corre in aiuto degli obesi

di Michele Novaga
22 Maggio 2014

Per combattere le nuove patologie dovute all'alimentazione occorre che le città diventino a misura di cittadino e favoriscano la mobilità e l'attività fisica

Il secolo XXI, secondo gli scienziati, sarà caratterizzato dalle malattie dovute al cibo. Infatti, non sarà più solo la scarsa alimentazione a determinare patologie gravi, ma cattiva nutrizione e comportamenti alimentari sbagliati aumenteranno e di molto il numero degli obesi e di conseguenza di coloro che si ammalano di diabete, malattie del cuore, tumori allo stomaco e al colon.

Un fenomeno che secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è in continua ascesa in tutto il mondo. Così come in Italia dove un adulto su 10 è obeso e dove 3 persone su 10 sono in sovrappeso. Una nuova epidemia determinata dal benessere in cui siamo adagiati ma che le cui cause non vanno individuate solo nel junk food o nella alimentazione sbagliata, ma anche in comportamenti sedentari. Lo scarso movimento, infatti, colpisce secondo le statistiche il 40% degli italiani. Un mix letale responsabile di malattie croniche che riguardano un italiano su tre e che costano 60 miliardi di euro al sistema sanitario nazionale.

Se ne è parlato in occasione delle Giornate della Previdenza organizzate alla Borsa di Milano dove è emerso come ad influenzare sui comportamenti sedentari sia anche l’ambiente circostante. Soprattutto quello delle grandi città dove non esistono infrastrutture per l’attività fisica e lo sport. Un concetto direttamente legato a quello di smart city cioè a quell’ insieme di strategie di pianificazione urbanistica che, per migliorare la qualità della vita, mirano ad ottimizzare ed innovare i servizi pubblici attraverso le nuove tecnologie della comunicazione, della mobilità, dell’ambiente e dell’efficienza energetica

Ma anche a quello della prevenzione. «Vogliamo porre l’attenzione sul vasto tema della prevenzione delle principali patologie. Lo strumento con cui si intende promuovere questi temi è quello del cosiddetto movimento utile, ovvero un insieme di attività fisiche e sportive che, praticate a livelli adeguati e in associazione con una dieta bilanciata, possono contribuire in maniera straordinariamente efficace al miglioramento della qualità della vita», ha raccontato Gabriele Rosa medico dello sport e cardiologo durante il sessione intitolata “La Smart city più sana più sportiva.

Fondamentale è però agire sullo stile di vita sedentario. Come sostiene Mario Vasta, Specialista in Endocrinologia e in Medicina Sportiva: «La malattia ipocinetica è una patologia vera e propria e non solo uno stile di vita sedentario errato: mangiamo molto di più di prima ma ci muoviamo meno di prima» aggiungendo che «studi recenti dicono che laddove le persone hanno a disposizione aree verdi – piste, parchi, aree urbanizzate attrezzate – l’incidenza del diabete è inferiore».

Già aree verdi, parchi, piste ciclabili sono un ottimo strumento per cercare di diminuire questo trend destinato a salire ancora nei prossimi anni. Lo sostiene anche l’architetto Michele Capuani: «Bisogna mettere le persone nelle condizioni di svolgere attività sportiva. Le città e l’urbanistica moderna sono nate per contenere i danni derivati dall’aver ammassato tante persone in uno stesso luogo. Pensate a New York dove nel giro di un secolo si è passati da una popolazione di poche decine di migliaia di abitanti ad alcuni milioni», raccontando come l’active design sia oggi in grado di cambiare la città offrendo un design fruibile e utile a tutti. Del resto le best practice in questo senso vanno incentivate: «In Francia – aggiunge ancora Capuani – in alcuni luoghi se vai al lavoro in bici ti rimborsano 25 centesimi a chilometro. E ad Atlanta negli Usa i pazienti obesi possono accedere gratuitamente al servizio di bike sharing con prescrizione medica».

Sarà per questo che l’Unione Europea ha messo a disposizione 11 miliardi per proposte che promuovono la sostenibilità urbana sia per enti pubblici che privati.

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