Wise Society : Positive Food: nasce la prima etichetta alimentare che parla di sostenibilità

Positive Food: nasce la prima etichetta alimentare che parla di sostenibilità

di Paola Greco
13 Luglio 2023

Una etichetta che fornirà, oltre ai valori nutrizionali, anche informazioni chiare e trasparenti sull’impatto dei prodotti alimentari, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, per una nutrizione sana, consapevole e sostenibile

Si chiama “Positive Food” ed è il primo sistema di etichettatura per prodotti alimentari, che fornisce informazioni anche sulla sostenibilità dei prodotti: una certificazione, tutta orgogliosamente italiana, nata con lo scopo di sensibilizzare i consumatori a scelte più responsabili e consapevoli.

Il progetto, presentato a Roma al Foro Italico e sviluppato da Milan Food Center for Law and Policy con la consulenza scientifica dell’Università degli Studi di Milano e in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri,  è una novità assoluta nel panorama alimentare mondiale: si tratta infatti di un nuovo modello di certificazione, che fornisce al consumatore una valutazione chiara e completa, ma anche sintetica e intuitiva, non solo delle informazioni nutrizionali, ma anche della sostenibilità dei prodotti, in modo da poter optare per un acquisto pienamente consapevole: nutrienti, certo, ma anche filiera e soprattutto sostenibilità ambientale e sociale.

etichetta positive food

Il primo sistema di etichettatura alimentare “Positive Food”.

“Siamo orgogliosi di presentare il progetto Positive Food, il nuovo sistema di etichettatura sostenibile che permette a noi e ai consumatori di fare un grande passo avanti nel mondo della nutrizione”, dichiara Pier Filippo Giuggioli, docente presso il Dipartimento di Diritto Pubblico Italiano e Sovranazionale dell’Università degli Studi di Milano e responsabile del progetto per il Milan Center for Food Law and Policy.

“Dal 2015, subito dopo l’esperienza di Expo, lavoriamo costantemente per garantire la tutela del diritto al cibo, che deve essere qualitativamente adeguato per tutti. L’equità e la tutela del diritto nei sistemi alimentari sono temi cruciali, da cui dipende gran parte del benessere del singolo individuo. Inoltre, il Centro si impegna per certificare con credibilità ogni prodotto che viene offerto al consumatore, rendendo quest’ultimo il più informato possibile. Siamo sicuri questo sia solo l’inizio di una rivoluzione dell’educazione alimentare”.

Positive Food, per fare la spesa più responsabilmente

L’etichetta Positive Food, che sarà rilasciata alle aziende produttrici su base volontaria, presenterà una colorazione uniforme, blu su base bianca, in modo da andare oltre la colorazione a semaforo (rosso, giallo e verde) che indica implicitamente un sorta di divieto o permesso al consumo: ognuno sarà libero di valutare come meglio crede l’opportunità o meno di acquistare un prodotto, ponendosi in una posizione scevra da giudizi; questo perché va sempre ricordato che non esistono prodotti buoni e cattivi, in assoluto, ma una alimentazione sana corrisponde ad un equilibrato consumo di un’ampia varietà di prodotti.

La prima fase di ricerca e sviluppo dell’etichetta Positive Food si è concentrata sui prodotti lattiero-caseari, alle cui caratteristiche nutrizionali sono stati aggiunti gli indici relativi alla qualità nutrizionale relativa alla presenza di calcio e proteine in rapporto ai grassi e al sale. I quattro indici – Ambiente, Persone, Filiera, che si riferiscono alle tre dimensioni della sostenibilità ambientale, economica e sociale, più i Nutrienti – sono valutati su una scala crescente da 0 a 5 in etichetta, per poi essere sintetizzati nell’indice finale Positive Food, con un valore sempre espresso da 0 a 5 (dove a un valore più elevato corrisponde una maggiore qualità del prodotto) che ne rappresenta la media.

Cibo sostenibile con filiera trasparente

L’idea è quella di dare una visione di insieme al primo colpo d’occhio, in modo da andare incontro anche alle esigenze dei consumatori più frettolosi. Per chi vorrà approfondire, poi, l’etichetta incorporerà un QR Code che condurrà ad un report ospitato sul sito Positive Food, in cui sarà possibile leggere e analizzare dati, metodologia e risultati parziali, in modo da garantire la massima trasparenza.

“Nell’ambito delle politiche da adottarsi in attuazione del Green Deal europeo”, ha sottolineato Stefano Corsi, coordinatore scientifico del progetto Positive Food e docente presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Produzione, Territorio, Agroenergia dell’Università degli Studi di Milano, “la Commissione è tenuta a proporre un’etichettatura idonea a dare ai consumatori informazioni che consentano di compiere scelte alimentari consapevoli, sane e sostenibili.

I sistemi di informazione presenti oggi sul mercato forniscono notizie parziali, di regola limitate al dato nutrizionale, cioè all’apporto calorico, al quantitativo di grassi, proteine, carboidrati e sale. Nessuno di questi sistemi, tuttavia, fornisce informazioni circa la sostenibilità della filiera e dei relativi prodotti agroalimentari”.

evento presentazione positive food

La nuova etichettatura “Positive Food” è stata presentata al Foro Italico, a Roma.

4 indici alla base di Positive Food

Ma vediamo come l’etichetta è stata elaborata, analizzando i quattro indici. Prima di tutto l’ambiente: un alimento deve essere prodotto in armonia con il pianeta e le sue risorse ed è necessario che il suo impatto, qualunque esso sia, venga dichiarato. L’obiettivo di questo indice è di chiarire quanti e quali processi interessano un determinato alimento in relazione al mondo circostante: quanto un prodotto impatti sul cambiamento climatico, sull’uso del suolo, sull’esaurimento delle risorse minerarie ed energetiche, quanto vengano intaccate le risorse idriche, quanto l’alimento concorra all’ecotossicità dell’acqua dolce, eccetera.

Naturalmente le persone che sono coinvolte nella lavorazione: non si può prescindere dal benessere delle lavoratrici e dei lavoratori di tutta la filiera, cui devono essere garantite condizioni di lavoro sane, sicure, giuste ed eque. La sostenibilità economica e sociale di ogni prodotto permette di creare un circolo virtuoso che alimenta un ciclo produttivo trasparente e un consumo responsabile e si basa su criteri oggettivi come l’inclusione e la diversità, l’innovazione sociale, l’occupazione e la parità di genere.

Tracciabilità e benessere delle persone

Ogni prodotto fornirà una panoramica completa degli impatti sociali, delle opportunità e delle sfide nella produzione alimentare lungo tutta la filiera: il suo percorso, dalla nascita alla distribuzione, fino alla vendita, deve essere responsabile e sempre tracciabile. Si terrà conto della territorialità e della tracciabilità, della promozione sociale, dell’innovazione, dell’economia circolare e del benessere degli animali, eccetera.

Infine, un’alimentazione corretta e completa deve essere varia e di qualità, e consentire di attingere ad un elevato numero di differenti nutrienti. Fornire questo tipo di informazioni nutrizionali – in concomitanza con gli altri indici – permette al consumatore di compiere scelte consapevoli e di contribuire attivamente alla propria salute, nonché quella collettiva.

“Il modello di etichettatura Positive Food, sottolinea Corsi – è un indice composito che fornisce un punteggio sintetico relativo alla qualità dei prodotti alimentari; secondo una logica olistica e multidisciplinare. Ci saranno così aziende che investono nell’innovazione o nell’economia circolare che avranno un punteggio più alto relativo alla filiera, oppure quelle che applicano politiche di welfare potranno avere un alto punteggio di persone; o ancora le aziende che utilizzano solo fonti rinnovabili avranno un indice ambientale più alto”.

Paola Greco

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