Lo sostiene l'immunologo Attilio Speciani nel suo ultimo libro nel quale spiega ai lettori, su base scientifica, che le intolleranze alimentari, ad eccezione di quelle al glutine e al lattosio, non esistono più
Si intitola «Le intolleranze alimentari non esistono» l’ultimo libro dell’immunologo Attilio Speciani, rivolto a chiunque voglia fare luce sul concetto di intolleranze alimentari, oggi spesso abusato. Il testo, edito da LSWR Edizioni (192 pagine, 18,9 euro), parte da un presupposto: la definizione di intolleranza è una semplificazione che crea confusione, rischia di «colpevolizzare» dei singoli alimenti e soprattutto non restituisce nulla dello stretto rapporto – di cui sono ancora più le cose che non si sanno, rispetto a quelle note – che esiste tra la nutrizione e il benessere.
CIBO E BENESSERE: UN RAPPORTO COMPLESSO – Da secoli, vi è la diffusa convinzione che l’assunzione di alcuni alimenti possa portare a disturbi generali quali colite, emicrania, alterazioni ormonali, artrite, malattie autoimmuni, squilibri del metabolismo e tanti altri disturbi, dai più comuni fino alle malattie più severe. L’immunologia moderna sta progressivamente trasformando questi sospetti in fatti accertati e documentati da evidenze scientifiche, nel rispetto di una relazione amichevole con il cibo che è la fonte primaria dell’energia per ogni essere vivente, sfatando molti falsi miti sulle cosiddette intolleranze alimentari. La scienza, d’altra parte, riconosce oggi due sole reali intolleranze al cibo: la celiachia (intolleranza al glutine) e la reazione biochimica al lattosio (che non genera infiammazione).
Il termine «intolleranza», per qualsiasi altra condizione, è scientificamente scorretto e genera confusione tra la gente, stimolando comportamenti di eliminazione alimentare tanto inutili quanto pericolosi. La conseguenza di questo approccio è sempre più diffusa nel quotidiano (https://wisesociety.it/alimentazione/abitudini-alimentari-cibi-pronti-cena-pranzo/): basta entrare in un ristorante e passare attraverso i tavoli per sentire altri avventori che discutono le loro problematiche alimentari. C’è chi non può mangiare latte e formaggio, altri stanno cercando cibi senza glutine o privi di nichel e così via. Sono ormai discorsi ricorrenti in quasi ogni ristorante o snack bar del mondo occidentalizzato. Ma quando il naturale e fisiologico rapporto con il cibo si altera, per eccessi alimentari o per la ripetuta introduzione di un cibo, si generano segnali infiammatori misurabili che inducono e mantengono dai più comuni disturbi alle malattie più severe, temi di cui il libro discute ampiamente.
INTOLLERANZE ALIMENTARI: LA MAGGIOR PARTE NON ESISTE – Le ricerche più recenti spiegano che l’infiammazione correlata al cibo dipende dal tipo di alimento utilizzato, dalla relazione con gli zuccheri, dal modo in cui si combinano gli alimenti e dai tempi della loro assunzione. Per la prima volta, in questo testo, sono descritte in modo organico e documentato le tre vie dell’infiammazione da cibo e le loro interazioni, spiegando come misurarle e controllarle, per conquistare e mantenere benessere e salute. La possibilità di capire la relazione tra alimentazione e salute, tra cibo e benessere, dipende dalla misurazione e dalla valutazione di biomarcatori e di citochine infiammatorie che oggi è risaputo siano molto legati anche allo stimolo alimentare. «Misurare – come titola uno dei capitoli – è meglio che supporre». E quando ci si occupa della salute delle persone, misurare correttamente, e in modo chiaro, diventa indispensabile. Speciani racconta e approfondisce, in modo comprensibile a tutti, su rigorose basi e con un approccio basato sull’evidenza scientifica quali siano i luoghi comuni sulle intolleranze alimentari. Con il supporto grafico di schemi, disegni e tabelle, oltre che di box riassuntivi, descrive l’evoluzione della conoscenza scientifica avvenuta negli ultimi anni e guida il lettore a un rapporto sano e corretto con il cibo, indicando come mettere in pratica, in modo personalizzato, le nuove informazioni ricevute. In sintesi, si può dire che l’autore riesce a spiegare ai lettori, su base scientifica, che le intolleranze alimentari, per come le abbiamo definite finora, non esistono più (escluse quelle al glutine e al lattosio).
Twitter @fabioditodaro