Voluta dall'Onu, la Giornata mondiale dell'acqua è un'occasione per diffondere dati su una risorsa che già oggi non basta agli abitanti del pianeta. Per preservarla è necessaria un'immediata riduzione di sprechi e inquinamento. E un consumo più intelligente
Il mare sembra sempre infinito e così l’acqua è comunemente percepita come una risorsa inesauribile. Così non è se è vero che già oggi, secondo i dati diffusi dal Worldwatch Institute, circa 1,2 miliardi di persone, quasi un quinto del mondo, vive in aree del pianeta dove l’acqua scarseggia mentre un altro miliardo e mezzo deve confrontarsi con difficoltà quotidiane di approvvigionamento. Per sensibilizzare Stati e opinione pubblica alla tutela e salvaguardia delle risorse idriche minacciate da inquinamento e sprechi, l’Onu ha istituito per il 22 marzo, domani, la Giornata mondiale dell’acqua.
La situazione è poi destinata ad aggravarsi a causa soprattutto della crescita della popolazione che, in alcuni Paesi, come Cina, Stati Uniti ed India, è associata a una forte industrializzazione, all’allevamento intensivo oltre alla coltura di cereali e quindi a un consumo effettivo di risorse idriche superiore alla media. Entro il 2025, secondo le stime, quasi la metà della popolazione mondiale potrebbe trovarsi in una situazione di stress idrico in coincidenza con il problema del surriscaldamento globale e con sempre meno soldi da investire nella gestione oculata delle risorse naturali.
Si parla, evidenzia Legambiente, di un giro d’affari pari a 2,25 miliardi di euro che riguarda 168 società per 304 diverse marche commerciali. Senza dimenticare gli oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica prodotte utilizzando 456 mila tonnellate di petrolio, che determinano l’immissione in atmosfera di oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2. L’acqua del rubinetto è pulita e buona in molte città. Si può bere e utilizzare in tutta tranquillità. Senza sprecarla.