Wise Society : Sigaretta elettronica: boom dei consumi, ma non è certo che sia innocua

Sigaretta elettronica: boom dei consumi, ma non è certo che sia innocua

di Fiorenza Da Rold
19 Maggio 2013

Meno dannosa di quelle tradizionali e non ancora vietata nei luoghi pubblici la "e-cig" è sempre più diffusa tra chi vuol dire addio al fumo. Ma secondo gli esperti ci possono essere rischi per la salute

«Contiene solo vapore acqueo e un po’ di nicotina, non fa male», dice in genere chi estrae dall’astuccio la sigaretta elettronica, felice di poter fumare ovunque senza essere criticato o sanzionato a norma di legge.

Questo è quello che pensano tutti gli “svapatori”, così si definiscono i tabagisti convertiti (circa il 20 percento dei fumatori in Italia, secondo un’indagine Doxa) alla cosiddetta “e-cig”, più economica di quella tradizionale e non ancora vietata nei luoghi pubblici e capace di garantire ai fumatori le stesse sensazioni delle “bionde”. Anche per queste ragioni, probabilmente, negli ultimi mesi c’è stato il boom: con un’impennata nelle vendite e sempre più negozi dove il cliente viene convinto che la sigaretta elettronica sia un ottimo strumento per smettere di fumare e che sia completamente innocua per la salute. Ma è davvero così?

A che punto è la sperimentazione

 

Innanzitutto bisogna dire che il dibattito scientifico su questo argomento è ancora molto aperto. In attesa di studi più approfonditi e maggiore sperimentazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ritene che «gli ENDS (Electronic Nicotine Delivery System) andrebbero regolamentati come dispositivi medici o prodotti farmaceutici, e non come prodotti da tabacco». In Italia per il momento l’Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato in una nota al Ministero della Salute che «la e-cigarette è meno tossica di quella tradizionale, ma non si può affermare che sia innocua». Come mai?

La sigaretta elettronica contiene nicotina in dosi inferiori alle sigarette classiche e la rilascia attraverso vapore e non combustione come avviene in quelle normali. In più la dose di nicotina si può scalare progressivamente, e questo aiuta a ridurre la dipendenza che tale sostanza induce nell’organismo umano. Inoltre nel liquido che si aspira non c’è neanche traccia di catrame, monossido di carbonio e altri prodotti di combustione altamente dannosi per la salute, presenti invece in dosi variabili nelle normali sigarette. In questo senso fa meno male, di sicuro.

Però tra gli ingredienti presenti nel liquido che si vaporizza c’è una sostanza chiamata glicole propilenico, un solvente molto utilizzato anche in campo farmaceutico, cosmetico, alimentare: con questa rassicurazione i produttori garantiscono che non sussiste pericolo di effetti dannosi sulla salute. Non è così vero. Perché in questo caso il glicole propilenico non viene spalmato con una crema, o ingerito e poi espulso insieme con altre tossine: viene inalato nei polmoni, ed è una modalità di assunzione molto diversa che può avere un effetto irritante.

Pur essendo meno nocivo del fumo tradizionale, l’inalazione del fumo vaporizzato provoca una sollecitazione delle vie aeree che si manifesta sotto forma di broncocostrizione: con un raddoppio dei valori delle resistenze respiratorie, come è stato scientificamente dimostrato da uno studio presentato all’ultimo Congresso della European Respiratory Society. Quindi secondo l’autorevole istituto la sigaretta elettronica, per il momento, non può essere considerata un’alternativa sicura all’uso della sigaretta convenzionale.

Inoltre, non essendo un presidio farmaceutico, i componenti contenuti non sono rigidamente controllati, e non è garantito lo standard del prodotto: in pratica, non tutte le sigarette elettroniche sono uguali. Ragione per cui è possibile che vengano rinvenute anche sostanze chimiche tossiche o cancerogene, come è risultato da un importante test condotto nei laboratori della FDA Food an Drug Administration (l’Ente governativo americano di approvazione e regolamentazione dei farmaci e degli alimenti, ovvero la fonte scientifica più autorevole del mondo).

In base a questo test effettuato su un piccolo campione delle due marche leader sul mercato le analisi hanno riscontrato la presenza in alcuni casi di glicole dietilenico (sostanza impiegata negli antigelo) e altre sostanze cancerogene, incluse nitrosammine (spesso usate come conservanti alimentari, alcune delle quali altamente nocive per l’organismo).

Utile per contrastare il desiderio

 

Per tutti questi motivi è opportuno controllare con attenzione non solo gli ingredienti, ma soprattutto le modalità di utilizzo della sigaretta elettronica. Il vero pericolo è usarla senza misura, pensando che l’inalazione sia del tutto priva di effetti collaterali. Anche la mancanza dell’odore di fumo (dovuta nelle sigarette tradizionali alla combustione di carta e tabacco) può essere ingannevole: non è garanzia che non si liberino sostanze potenzialmente nocive, respirate anche passivamente.

Resta il fatto che per un fumatore accanito (oltre 10 sigarette al giorno da almeno 10 anni), alternare qualche sigaretta elettronica a quelle tradizionali può essere un valido aiuto «per contrastare il desiderio compulsivo di fumare» afferma Carlo Cipolla, Direttore della Divisione di Cardiologia e Centro Antifumo dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Con moderazione, però. L’IEO ha avviato un protocollo con l’istituto San Raffaele e il Centro Cardiologico Monzino per verificare se può svolgere una funzione positiva nell’innescare gradualmente un percorso di disuassefazione al fumo, continuando a soddisfare nella prima fase la dipendenza psicologica e gestuale.

E che non si  tratti di un sostituto innocuo di cui abusare soltanto perché contiene meno nicotina, lo afferma anche Roberto Boffi, pneumologo responsabile di Fisiopatologia Respiratoria, del Centro Antifumo dell’Istituto dei Tumori di Milano e autore del libro Spegnila! pubblicato da Rizzoli: « Nel caso scegliate le e-cigarette con l’intenzione di smettere di fumare, usatele per il minor tempo possibile. E svapate in luoghi non chiusi».

 

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