Amata e contestata, questa medicina alternativa promette una guarigione naturale e senza effetti collaterali. Ma c'è chi parla di effetto placebo
L’omeopatia appartiene al mondo delle cosiddette medicine “alternative” tra le quali è, se non la più antica, quella che forse nel mondo occidentale ha riscosso il maggior successo e le critiche più accese.
Si basa sul principio di similitudine del farmaco (“similia similibus curantur” ovvero il simile cura il simile), enunciato dal suo fondatore, il tedesco Samuel Hahnemann – che lo scoprì sperimentando, soprattutto su sé stesso, le proprietà della corteccia di china e di altre sostanze quali arsenico, digitale e mercurio – secondo il quale il rimedio giusto per un certo disturbo sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza, detta anche “principio omeopatico”, una volta individuata viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita; la misura della diluizione è definita dagli omeopati potenza.
In altre parole, così come scrive nell’Organon della Scienza Medica razionale, testo del 1810, il medico tedesco sostiene, infatti, che per curare una malattia o un malessere si debba assumere in bassissime dosi una sostanza che, generalmente, provoca nell’organismo gli stessi sintomi che si vogliono eliminare. Per questo nella pratica omeopatica si è infatti soliti usare le cosiddette diluizioni centesimali generalmente indicate con la sigla CH. Un grammo di sostanza sciolto in 100 ml di acqua rappresenta la prima diluizione centesimale ovvero 1CH; un centesimo di grammo sempre in 100 ml costituisce la 2CH e così via. La giusta diluizione porterebbe a una guarigione naturale e senza effetti collaterali.
Oggi, tuttavia, nessuno studio scientifico o ricerca medica è riuscito a dare all’omeopatia un fondamento scientifico, dimostrando cioè una qualche efficacia non spiegabile con l’effetto placebo. La tesi dell’effetto placebo è stata sostenuta in un famoso articolo pubblicato nel 2005 dalla rivista medico scientifica The Lancet. Ciononostante la medicina omeopatica è largamente seguita in molti paesi europei e, laddove non siano già stati approvati, esistono diversi Disegni di Legge che prevedono la distribuzione assistita di questi farmaci da parte del servizio sanitario nazionale.