Wise Society : Le Scuole della Felicità, un metodo didattico che promuove autonomia e fiducia sociale

Le Scuole della Felicità, un metodo didattico che promuove autonomia e fiducia sociale

di Modesta Abbandonato
14 Settembre 2022

La didattica a misura di studente passa anche dalla felicità e dall'autonomia di bambini e ragazzi. In Puglia, grazie all'intraprendenza di un professore, nasce un progetto che punta a favorire il benessere dei giovani fuori e dentro la scuola

La filosofia antica, pur all’interno delle differenti posizioni, concepisce la felicità come il fine (e non il mezzo) a cui l’uomo deve tendere, indagando l’atteggiamento e il modo di vivere per raggiungerla. Essa non deve essere confusa con il benessere immediato individuale e della società, ma ricomprendere il cambiamento del singolo, connettendo, innanzitutto, la felicità alla virtù e alla saggezza. Quasi certamente, il professor Mariano Laudisi – docente di lettere presso l’Istituto Comprensivo “Virgilio-Salandra” di Troia in provincia di Foggia – avrà subito il fascino di autori quali Socrate, Aristotele, Epicuro, quando nell’anno scolastico 2019-2020 ha messo a sintesi il suo credo pedagogico, con la presentazione di un progetto, approvato dal Collegio Docenti, denominato “Le scuole della felicità”.

ragazzi in classe

Foto Shutterstock

Il progetto delle Scuole della Felicità

Da allora, supportato dalla illuminata Dirigente Scolastica Maria Michela Ciampi, il progetto del professor Laudisi è cresciuto rapidamente, superando i confini locali, attraverso una rete di 21 istituti scolastici situati in ogni dove lungo la Penisola. Alla rete scolastica, si affiancano poi, adesioni individuali di professionisti e associazioni di vario genere che, hanno contribuito a dilatare l’ambito di applicazione del progetto de “Le scuole della felicità“, investendo i vari domini dell’ambito sociale. Il progetto si avvale, infatti, della preziosa collaborazione di docenti universitari, professori, psicologi, nutrizionisti, sacerdoti, artisti, educatori, blogger e terzo settore con i quali si intrattengono discussioni live sull’omonimo canale YouTube.

La genesi del progetto

Ma da dove origina l’esigenza di mettere a punto un vero è proprio metodo didattico? Laudisi parte dalla constatazione che “noi fingiamo di stare bene”: basti pensare a quanto propinatoci dai social in termini di immagini di benessere e felicità. Ma, la realtà che è sotto gli occhi di tutti è altro in termini di salute fisica e mentale, di problematiche scolastiche quali bullismo e dispersione. Alla luce di dati allarmanti, il professore pugliese insiste sul concetto di felicità, intesa come una vera e propria competenza, non edonica, che per quanto piacevole è pur sempre effimera.

Mariano Laudisi, ideatore del progetto "Le scuole della felicità"

Mariano Laudisi, ideatore del progetto “Le scuole della felicità”

Laudisi punta allo sviluppo di una felicità eudemonica, stabile nel tempo, che si costruisce solo destrutturando il pensiero negativo, innestandola nell’insegnamento delle discipline tradizionali, attraverso associazioni neuronali che aiutano gli studenti di ogni fascia di età ad eliminare situazioni di stress e di ansia, soprattutto nei momenti di verifiche scritte e orali.

Il progetto di Laudisi cerca di andare oltre l’esistente, travalicando i confini nazionali e guardando alle buone pratiche che hanno sviluppato un sistema pedagogico che sappiano coniugare libertà di scelta, autonomia e fiducia sociale reciproca tra tutte le componenti scolastiche. La Danimarca ne è l’emblema, essendo oramai da svariati anni sul podio della classifica dei paesi più felici al mondo.

Ma il modello danese è solo il punto di partenza, perché Laudisi afferma di

“essere radicato sulla concezione che ogni individuo, nella sua diversità, abbia un potenziale enorme. Difficile da quantificare numericamente, come richiede la didattica italiana. Il mio compito specifico è quello di tirare fuori dall’allievo questo potenziale. Le potenzialità di ognuno, però, in molti casi vengono offuscate da alcuni fattori esterni, che possono dipendere da determinate condizioni famigliari, da traumi subiti o da esperienze vissute male. In questi casi va a finire che l’individuo sprofondi in una situazione d’impotenza, in cui non prova neanche a mettere in pratica queste potenzialità. Il vero fallimento della scuola non è quando non si riesce a tirare fuori il letterato o il matematico, ma l’uomo. È in questo che, in quanto docente, mi sento maggiormente responsabile”.

Il professor Laudisi, denuncia, poi, la responsabilità dei genitori che contribuirebbero ad alimentare situazioni stressanti ed ansiogene con atteggiamenti iper-protettivi e competitivi anche nel tempo libero, quando, per esempio, semplici attività sportive si trasformano in vere e proprie competizioni tra pari. Il cambiamento, poi, dovrebbe investire anche il linguaggio (se è vero che ha la sua importanza), cosicché domande secche, quali “che voto hai ottenuto nell’interrogazione?”, potrebbero diventare “come hai vissuto la giornata a scuola?” “che emozioni hai provato oggi a scuola?”

Materiale scolastico

Foto di Nic Rosenau / Unsplash

L’ora della felicità

Per il professor Laudisi, la felicità scolastica deve necessariamente tener conto delle componenti emotive anche nelle funzioni razionali del pensiero, perché il benessere di ciascuno incontra, necessariamente, l’alfabeto emozionale, senza il quale non possiamo sperare in un futuro migliore.

Cuore del progetto è “L’ora della felicità“, un’ora didattica dedicata al benessere dell’alunno in cui egli impara a conoscere meglio se stesso e le proprie emozioni attraverso alcune attività come:

  • la meditazione
  • la mindfulness
  • la visione di film a tema con discussione e rielaborazione finale
  • la lettura di brani o di poesie a tema
  • test sulla felicità
  • test sul gradimento dei compagni di classe
  • il diario delle emozioni
  • gli esercizi fisici atti al rilassamento per abbassare l’aggressività
  • la pratica del linguaggio positivo
  • la trasformazione dell’emozione in linguaggio iconico
  • la scatola della felicità
  • video motivazionali
  • esercizi mutuati dalla PNL e dalla Psicologia Positiva.

Proprio la PNL e la Psicologia Positiva (Martin Seligman e Shawn Achor) sono le componenti teoriche a cui Le Scuole della Felicità si sono ispirate. Il progetto si basa, infatti, sui seguenti assiomi:

  • Non identificare l’alunno con il voto
  • Valorizzarlo per il sol fatto che esiste
  • Non stigmatizzare i suoi errori
  • Dare massimo spazio alle sue emozioni e al suo inconscio
  • Aiutare l’alunno a creare un pensiero positivo per il benessere personale e per un più proficuo apprendimento
  • Cancellare le sue credenze tossiche e creare una nuova mappa mentale, un nuovo modello per leggere la realtà
  • Educare alla vocazione del discente
  • Far venir fuori tutto il suo potenziale inespresso.

Per la buona riuscita del progetto, sono previste ore di formazione per i docenti al Pensiero Positivo e alla gestione delle emozioni. Inoltre, le attività si articolano secondo le intuizioni, le inclinazioni di ogni docente e gli stimoli che rinvengono dall’attività didattica quotidiana.


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Come partecipare al progetto delle Scuole della Felicità

I docenti intenzionati a partecipare al progetto, alla fine del proprio lavoro con la classe, inviano l’elaborato, illustrandone il percorso didattico, declinato in qualsiasi metodo e con la massima libertà espressiva (video, foto, lettera, articolo di giornale, pagina di diario, poesia, ecc…) alla mail della scuola del professor Laudasi. Il lavoro viene, poi, pubblicizzato sulle pagine Facebook e Instagram, dando rilievo e importanza al docente, alla classe e alla scuola di provenienza.

Modesta Abbandonato

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