Nonostante la richiesta da parte del mercato di nuove professioni, spesso le aziende non riescono a trovare le persone di cui hanno bisogno. Ma ogni impresa può fare molto per colmare questo gap formativo. Vediamo come con Maria Paola Resta, Hr manager dell'innovativa società IT Auriga
Industria 4.0, rivoluzioni green e digitali spinte da Pnrr richiedono nuove competenze professionali. Il problema è che spesso non si riescono a trovare e le aziende hanno difficoltà a trovare le persone di cui hanno bisogno.
La formazione è quindi fondamentale, per formare profili in linea con le richieste del mercato. Il settore pubblico, quindi in primis scuola e università, può fare molto in tal senso, ma anche il settore privato. Ad esempio tramite partnership fra le nostre imprese e il sistema formativo. Alcune aziende sono molto attive in tal senso e danno un contributo importante alla causa. Fra queste, Auriga, innovativa società IT che opera sul territorio pugliese da trent’anni, oggi fra i principali fornitori italiani di software e soluzioni applicative per il mondo delle banche, che ha avviato una serie di interessanti progetti e di sinergie con diverse istituzioni formative con l’obiettivo di migliorare la qualità dei percorsi di studio dei giovani e creare nuove competenze e professionalità.
Abbiamo intervistato l’Hr manager della società, Maria Paola Resta, per capire come il mondo aziendale può concretamente contribuire a colmare il gap formativo presente nel nostro Paese e quali sono e quali saranno in futuro le figure professionali più richieste dal mercato del lavoro.
Nel nostro Paese non sempre la formazione è al passo coi tempi, soprattutto in relazione alle nuove professioni, per le quali spesso le aziende non riescono a trovare le persone con le giuste competenze… Perché?
Unioncamere e Anpal stimano che il mercato del lavoro da qui al 2026 potrebbe avere bisogno di un numero tra 1,3 e 1,7 milioni di nuovi posti. Industria 4.0, rivoluzioni green e digitali spinte da Pnrr richiedono nuove competenze. Da qui le criticità: nei primi mesi del 2022 le difficoltà di assunzioni hanno superato la quota del 40%: nel 40% dei casi si tratta di persone introvabili; molte assunzioni sono bloccate dall’impossibilità di trovare profili tecnico-scientifici ovvero periti, diplomati ITS (ogni anno si diplomano 4/5mila studenti, ne servirebbero 4 volte tanto), laureati STEM (ci sono 240mila laureati STEM per cui le selezioni vanno a vuoto; la quota di donne che sceglie percorsi scientifico-tecnologici è ai minimi da troppo tempo). Per gli ingegneri e gli elettrotecnici la difficoltà di reperimento supera il 70%.
In Italia spesso si fa fatica a proporre una formazione in grado di fare da ponte fra il mondo della scuola e dell’università e quello del lavoro reale. Perché e cosa bisognerebbe fare secondo lei?
L’orientamento è per noi la prima azione fondamentale per ridurre lo skill mismach, il gender gap, ancora molto forte nel nostro settore, e i tassi di abbandono degli studi. Le nostre iniziative dedicate all’orientamento professionale dei giovani sono numerose e nascono dallo scambio costante e proattivo di idee e progetti con docenti, scuole, università e giovani.
L’investimento sul nostro territorio nel creare sinergie tra impresa ed istituzioni formative con l’obiettivo di migliorare la qualità dei percorsi di studio dei giovani è sempre stato rilevante. Quest’anno oltre 90 studenti di 3 diversi istituti scolastici pugliesi hanno partecipato ai percorsi di PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) in Auriga con successiva possibilità per i più bravi di svolgere uno stage formativo in azienda e mettersi alla prova in un contesto lavorativo.
Formare i professionisti del futuro è un obiettivo che ci poniamo e ci ha portati a co-progettare la didattica ed insegnare all’interno del primo percorso di ITS organizzato a Bari per la formazione della figura di Developer 4.0. L’ITS oggi è l’unico canale di formazione terziaria immediatamente professionalizzante con alta percentuale di placement.
La sinergia tra mondo accademico e imprese è strategica per accelerare i processi di ricerca e sviluppo di nuove soluzioni contemporaneamente permettendo alle istituzioni formative di accedere a mezzi, strumenti e contesti di sperimentazione reale che completano la didattica e la ricerca scientifica in molteplici ambiti.
Quali sono e saranno in futuro le professioni più richieste?
In un settore così competitivo come quello IT, non è facile prevedere le professioni del futuro perché l’evoluzione tecnologica è rapidissima. Dal canto suo, Auriga vede come principale sfida lo sviluppo di professioni legate all’automazione dei processi (nel caso di Auriga in particolare l’automazione dei processi di sviluppo in riferimento al software), Artificial Intelligence e Machine Learning.
Nel contesto odierno, Auriga vede emergere figure che sappiano unire competenze tecniche con formazione umanistica e soft skills. Inoltre la figura dell’ingegnere deve reinventarsi e aggiornarsi. L’ingegnere 4.0 non potrà più essere soltanto un tecnico, ma dovrà sviluppare un approccio consulenziale in grado di accompagnare clienti ed aziende in un mercato sempre più dinamico e competitivo.
Le professioni della sostenibilità che posto occuperanno?
La transizione verso un’economia a basso impatto ambientale e la trasformazione delle aziende di realtà digitali ed ecosostenibili sono fenomeni che stanno determinando l’evoluzione del mondo del lavoro rendendolo un ambiente sempre più dinamico e soggetto a continui cambiamenti. Come in ogni rivoluzione anche in questo caso ci saranno settori e posti di lavoro che diverranno obsoleti a vantaggio di nuove professioni del futuro – sempre più specialistiche.
Processo accelerato dalla green economy, che passa per l’implementazione di processi e modelli aziendali che puntano a ridurre l’impatto ambientale, assumendo un ruolo di responsabilità sociale. Ovviamente queste nuove professioni necessiteranno di una formazione specializzata, con un’attenzione particolare al digitale, all’innovazione tecnologica e alle applicazioni che queste competenze possono avere sul lato ecologico e, più ampiamente, sul benessere sociale.
Che consigli possiamo dare a chi vuole costruirsi un futuro lavorativo di successo?
Avere un occhio sempre attento alle novità in ambito tecnologico e che potrebbero aprire nuove opportunità di crescita formativa e professionale; un’attenzione verso l’andamento dei trend che indicano le direzioni da seguire, costruirsi un percorso che abbia un taglio internazionale.
Una fetta della popolazione molto spesso trascurata è anche quella dei cinquantenni che perdono il lavoro e non riescono a ricollocarsi. Cosa si potrebbe fare e che consigli possiamo dare?
Il tema della permanenza e della riconversione dei lavoratori maturi nelle nostre imprese diventa sempre più saliente. L’age management rappresenta una delle più importanti sfide presenti e future per la nostra società ed è da tempo sotto l’attenzione di imprese e organi istituzionali. Ai lavoratori maturi che intendono ricollocarsi nel mercato del lavoro è possibile dare gli stessi suggerimenti offerti ai giovani che ci entrano per la prima volta: occorre arrivarci con le giuste qualifiche, seguendo quindi opportuni percorsi di reskilling, essere capaci di cogliere i trend che orientano le scelte del mercato ed essere flessibili per poterle recepire.
Parlando più nello specifico di Auriga, cosa la differenzia fra voi e la concorrenza? Quale il valore aggiunto?
I continui investimenti in ricerca e sviluppo e la capacità dei nostri esperti del software di guardare oltre, sviluppando soluzioni tecnologicamente molto evolute e affidabili, permettono ad Auriga di essere all’avanguardia nella fornitura di soluzioni flessibili e innovative. Il valore della totale italianità della tecnologia si rispecchia infine nella qualità, nell’affidabilità e nella carica innovativa delle soluzioni proposte.
Presente sul mercato da trent’anni, è da sempre attenta allo sviluppo delle competenze e professionalità, investendo nella realizzazione di iniziative in grado di supportare la formazione a diversi livelli (dall’istruzione superiore all’università fino ai master post-laurea e a percorsi di apprendistato). Un’attività fatta negli anni e tutt’ora con un’attenzione particolare alle aree territoriali: Puglia e più in generale Sud Italia, che scontano un gap formativo, e lo fa con un focus sui giovani e le nuove generazioni, con l’obiettivo di contribuire ad accrescere le professionalità e le competenze, in grado quindi di generare valore per l’intero ecosistema. Auriga è stata tra le principali aziende ad aver avviato in Puglia e in Sud Italia una partnership con le università del territorio e con le più autorevoli realtà accademiche, oltre a organizzare percorsi formativi in azienda.
Vincenzo Petraglia