Wise Society : L’Alto Adige presenta il suo Marchio di Sostenibilità per il turismo

L’Alto Adige presenta il suo Marchio di Sostenibilità per il turismo

di Elisabetta Pina
8 Giugno 2023
SPECIALE : Vacanze sostenibili fra natura e patrimonio culturale

Con l’obiettivo molto ambizioso di rendere l’Alto Adige l’habitat sostenibile più ambito d’Europa, l’IDM Alto Adige, azienda per la promozione e lo sviluppo dell’economia della regione, ha annunciato le prime tre destinazioni con il Marchio di sostenibilità Alto Adige: Val d’Ega, Bressanone e San Vigilio di Marebbe

Sempre un passo avanti quando si tratta di sostenibilità e tecnologia, l’Alto Adige punta su un turismo ancora più green e riconosciuto a livello internazionale. Il Marchio di Sostenibilità Alto Adige viene assegnato alle destinazioni e alle aziende ricettive del territorio e si tratta, appunto, di una certificazione basata su un programma sviluppato ad hoc da IDM per conto della Provincia e insieme agli stakeholder e agli esperti per realizzare un’offerta turistica sostenibile a 360 gradi.

Paesaggio Alto Adige

Foto Elisabetta Pina

Il progetto spiegato dai protagonisti

“Stiamo intraprendendo un percorso di sviluppo sostenibile del territorio sia per la popolazione locale sia per i nostri ospiti e sempre in armonia la natura”, ci ha detto Erwin Hinteregger, direttore generale di IDM Alto Adige, in occasione dell’annuncio delle prime tre destinazioni ad essere certificate: Val d’Ega, Bressanone e San Vigilio di Marebbe. A cui presto seguiranno Alpe di Siusi, Merano, Val Passiria e Racines che stanno percorrendo la stessa strada. “Un obiettivo ambizioso in cui crediamo fortemente insieme alla Provincia e alle realtà del territorio”, ha aggiunto.

“Siamo una rete che funziona solo nel momento in cui ciascun fa la propria parte”, dice Stefanie Prieth, responsabile del progetto Marchio di sostenibilità Alto Adige, “sono quattro i punti da sviluppare per percorrere la via dello sviluppo sostenibile: il management che deve lavorare al coinvolgimento di tutti gli stakeholder della meta, la tutela della società e della sua economia, la cura della cultura e delle tradizioni, infine, ovviamente lo sviluppo dell’ecologia, dalla riduzione CO2 alla tutela degli animali. Noi abbiamo voluto studiare qualcosa ad hoc per l’Alto Adige. È nato quindi il nostro standard pensato per le destinazioni altoatesine”.

Marchio di sostenibilità Alto Adige

Foto Ufficio Stampa

Che cos’è il Marchio di Sostenibilità Alto Adige

Si tratta di un riconoscimento che premia gli sforzi di destinazioni e strutture ricettive che rispettino i principi del Global Sustainable Tourism Council (GSTC), l’organizzazione internazionale che ha definito le caratteristiche necessarie a livello mondiale per cui una destinazione e un viaggio siano davvero sostenibili. Gli obiettivi sono quattro: una gestione più sostenibile, la massimizzazione dei benefici sociali ed economici, ma anche di quelli per il patrimonio culturale e dei benefici all’ambiente.

Per raggiungere questi traguardi ci vuole tempo e impegno. Per aiutare le destinazioni e le strutture dell’Alto Adige a capire come rendere visibili i propri sforzi in tema di sostenibilità, dall’abolizione dell’uso della plastica a un minor consumo energetico fino al riciclo intelligente dei rifiuti, l’IDM ha strutturato la certificazione in tre livelli, ognuno con i propri criteri. Il terzo livello, l’ultimo, corrisponde allo standard disegnato da GSTC. I risultati raggiunti sono periodicamente verificati da un audit di enti certificatori specializzati e indipendenti, in questo Green Destinations e Vireo.

Oltre agli hotel e alle mete altoatesine il Marchio presto sarà disponibile per agriturismi, affittacamere privati, campeggi e poi verrà esteso agli altri settori come l’artigianato, il commercio e l’industria.

I progetti di Val d’Ega, Bressanone e San Vigilio di Marebbe

 “Sostenibilità è un concetto molto ampio che va riempito con concretezza”, ci dice Verena Festi, Direttrice di Val D’Ega Turismo, “In Val d’Ega, per esempio, abbiamo lavorato sul potenziamento della mobilità pubblica e sull’incentivare gli ospiti a usare i mezzi regalando la card con cui utilizzarli gratuitamente durante il loro soggiorno. Non solo: quest’anno per chi arriva in treno c’è un concorso con in palio un soggiorno in valle e una selezione dei nostri prodotti tipici. Altro esempio, per il lago di Carezza, oggi super affollato di turisti, sia d’estate sia d’inverno, causando ingorghi di traffico, abbiamo creato parcheggi monitorati, in modo che la gita sia prenotabile e a numero chiuso. Inoltre stiamo implementando la rete di mezzi pubblici e navette per dissuadere da raggiungere il lago con la propria auto”.

“Siamo una piccola realtà ma è dal 2017 che stavamo già lavorando per ottenere il GSTC”, ci dice Carlo Runggaldier, Direttore della Cooperativa Turistica San Vigilio & San Martin-Dolomites, ”bisogna essere davvero coraggiosi a intraprendere questo percorso. La prima fase è l’analisi dello stato dell’arte ed acquisire del livello di partenza. E, soprattutto, è importante in questo grande sforzo coinvolgere la società tutta e sensibilizzare le istituzioni e la politica”.

“Bressanone è una città piccola, ma dalla grande importanza storica nonché cittadina universitaria. Già nel 2012 organizzavamo le giornate della sostenibilità” ci dice Werner Zanotti, Direttore di Bressanone Turismo, “ci siamo concentrati sui temi dell’acqua e abbiamo eliminato le bottigliette di plastica monouso e distribuendo la nostra borraccia ‘refill your bottle’ alle fontane o dai rubinetti. Ma questo era solo l’inizio. Ora facciamo parte di una strategia più estesa, anche se c’è ancora molto da fare pensando agli obiettivi del 2030 che è alle porte. L’Alto Adige è fortunato perché grazie alla nostra stabilità economica possiamo prepararci. È fondamentale la cooperazione e la collaborazione tra le destinazioni perché c’è sempre da imparare da tutti, anche dai paesi del Terzo Mondo”.

Lago in Alto Adige

Foto Elisabetta Pina

Alto adige: oltre alle mete anche gli imprenditori sono green

In Alto Adige l’attenzione per l’ambiente è alta a tutti livelli sia nella gestione degli hotel e dei ristoranti, ma anche nell’agricoltura e nei comprensori. Qualcuno però è un passo più avanti, come il Vitalpina Pfoesl Hotel che si è già guadagno il Marchio di sostenibilità Alto Adige grazie al suo impegno costante negli anni nel condurre una ospitalità di lusso a basso impatto ambientale.

Altro esempio è l’azienda agricola di Michael Pfeifer, 25 anni, che nel maso di famiglia Eisathhof a Nova Ponente, appassionato di permacoltura e di piantagioni antiche da ripristinare, coltiva oltre 500 varietà di verdure, cereali ed erbe di cui solo 50 sono di pomodori. Una ricchezza con cui  rifornisce, tra gli altri, la Johannesstube dello chef stellato Theodor Falser.

C’è anche il Carezza Dolomites, la società che gestisce gli impianti del comprensorio sciistico Carezza, parte delle Dolomiti Superski, con 40 chilometri di piste al cospetto del Catinaccio, Patrimonio dell’Umanità, che si distingue per l’impegno green sotto la direzione di Florian Eisath, ex atleta azzurro della Coppa del Mondo di sci.

“La sostenibilità ci sta molto a cuore”, ci dice Florian, “usiamo energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili. Smaltiamo i rifiuti con la raccolta differenziata, limitiamo il più possibile l’uso della plastica. Misuriamo ogni anno la nostra impronta di CO2 cercando di diminuire le emissioni anno dopo anno. Inoltre sosteniamo anche progetti di protezione del clima nei Paesi del Terzo Mondo. L’innevamento artificiale lo facciamo solo nelle notti molto fredde, in modo da garantire il minor uso di acqua ed energia possibile”.

Foto Elisabetta Pina


Per saperne di più ti inviatiamo a dare un’occhiata alla pagina idm-suedtirol.com


Elisabetta Pina

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi: , ,
Continua a leggere questo articolo: