Wise Society : Il rumore del vicino ti rende sempre più verde (di rabbia)

Il rumore del vicino ti rende sempre più verde (di rabbia)

di di Francesca Tozzi
16 Febbraio 2011

Stereo e TV a tutto volume, cani e gatti che sporcano e disturbano, il bucato fatto di notte e rumori molesti in ore notturne. Nessuno sfugge allo stress "da vicinato" soprattutto chi vive in grandi città. Per ridurre i conflitti è in arrivo una riforma legislativa, ma l'arma più efficace resta la più rara: un po' di buona educazione

Se esiste uno “stressometro” aziendale, non può mancare quello condominiale: oltre che sul luogo di lavoro, passiamo infatti la maggior parte del nostro tempo a casa e se non siamo così fortunati da abitare in una casa indipendente, dobbiamo necessariamente interagire con i vicini di casa. Se siamo ancora meno fortunati, i vicini sono persone maleducate e ignoranti che si comportano male e con cui non è possibile dialogare. La riunione di condominio si trasforma così in un campo di battaglia. Ma quali sono i motivi per cui si litiga di più? Basandoci sui dati di diverse associazioni, abbiamo provato a individuare le principali cause di contrasti e di stress fra chi vive tra un piano e l’altro

Scontri… animaleschi

Sono molti i vicini di casa che litigano a causa dei loro amici a quattro zampe, tanto che l’anno scorso allo sportello dell’Aidaa (Associazione Italiana per la Difesa di Animali e Ambiente) sono arrivate ben 37 mila segnalazioni, relative a richieste di consulenza e conciliazione. Significa che in Italia si litiga ogni 12 minuti per motivi legati alla presenza degli animali domestici nei condomini. Secondo la classifica di Aidaa, cani e gatti rappresentano il principale motivo del contendere: rispettivamente il 70 e il 26 percento dei casi. Gli uccelli canterini sono più tollerati (circa il 2 percento). I cani scatenano discussioni con il loro abbaiare notturno, ma anche perché sporcano scale, ascensori e giardini condominiali anche se in questo caso la colpa è della maleducazione dei padroni che li accompagnano. I gatti sono più discreti ma le colonie feline presenti nei condomini, per quanto tutelate dalla legge 281 del 1991, suscitano lamentele e dissapori.

Rumori molesti

La prima causa di stress in condominio è, però, di natura sonora e non si tratta in questo caso solo di ululati, di qualsiasi natura possano essere. Ma l’inquinamento acustico ha mille fastidiose sfaccettature. Secondo una ricerca condotta a Roma da Confedilizia, (l’Associazione dei proprietari di immobili), il 25 percento di coloro che hanno risposto ai 250 questionari dello “stressometro condominiale” si dichiara infastidito dal calpestio che proviene dal piano superiore, in particolare se la vicina o i suoi ospiti usano a lungo scarpe con i tacchi, soprattutto in ore serali e notturne.

L’11 percento si lamenta per le discussioni a volce alta e perché i vicini tengono al massimo il volume del televisore o dello stereo. Il 9 percento è disturbato dal rumore della lavatrice nel dopo-cena (anche se i nuovi modelli, più silenziosi, dovrebbero attutire il problema). Seguono gli odori molesti e i comportamenti poco educati sul balcone, tipo ricevere sulla testa le briciole dell’inquilino del piano di sopra che sbatte la tovaglia, o l’acqua delle piante inaffiate troppo abbondantemente.

Novità legislative in vista

È difficile entrare nella sfera dei rapporti interpersonali che esulano dal regolamento del condominio (perché gli episodi di maleducazione e di intolleranza, anche razziale, non possono essere sanzionati) ma c’è una novità in arrivo: in base al d.l. 180 del 2010 che dovrebbe entrare in vigore dal 20 marzo, prima di andare da un giudice di pace le parti dovranno rivolgersi a un organismo di conciliazione e quelli che non rispettano gli spazi comuni saranno puniti: «Per quanto riguarda la gestione delle parti e dei beni condominiali abbiamo lavorato insieme all’Apu (Associazione proprietari utenti) a una proposta di riforma del condominio che è stata approvata al Senato e che ora deve passare alla Camera» spiega l’avvocato Aldo Rossi, responsabile del ufficio legislativo del Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari). «In base a questa revisione chi commette una violazione, come per esempio sporcare le scale o l’ascensore, subisce una sanzione pecuniaria che andrà a implementare un fondo condominiale a beneficio di tutti gli altri condomini», aggiunge l’avvocato. Ma non solo. «Una delle principali ragioni di lite in assemblea si verifica quando un condomino vuole staccarsi dall’impianto centralizzato di riscaldamento. Oggi si può fare se si dimostra che questo non provocherà un aggravio di spesa per gli altri condomini», spiega Rossi. Un altro motivo frequente di conflitto si viene a creare quando un gruppo di nuovi condomini decide di fare una serie di migliorie non strettamente urgenti all’edificio, mettendo in difficoltà i condomini più “anziani” che faticano ad affrontare quelle spese. «In questo caso si crea spesso una situazione di morosità forte da parte dei condomini meno d’accordo ad eseguire gli interventi. In passato la ditta che eseguiva i lavori si rifaceva in primo luogo su chi poteva dare maggiori garanzie economiche. Ora invece, in base a questa riforma in atto, sarà l’amministratore a fornire l’elenco dei morosi su cui rivalersi» conclude Aldo Rossi.

Le regioni più litigiose? Al Nord

Si potrebbe pensare che, anche in tema di scontri condominiali, i più litigiosi siano gli abitanti del Sud, per il loro carattere “focoso”. Niente di più falso, invece: secondo i dati raccolti dall’Associazione nazional-europea degli amministratori d’immobili (Anammi), per questioni di vicinato si litiga ben più al Nord (45 percento delle dispute) e al Centro (30 percento) che al Sud (solo il 25). E non tutte le Regioni sono rissose allo stesso modo. Al top della classifica c’è il Veneto che ospita il 12 percento delle liti di condominio, seguito dalla Lombardia (9 percento), grazie anche al contributo degli stressatissimi milanesi. I condomini di Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia sono invece più tranquilli (7 percento in entrambi i casi). Mentre tra i più “pacifici” ci sono sardi e lucani, protagonisti di solo il 2 percento delle controversie sul ballatoio.

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