Wise Society : Women first: Progetto Quid, quando il talento femminile diventa un esempio da seguire per creare inclusione e profitto
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Women first: Progetto Quid, quando il talento femminile diventa un esempio da seguire per creare inclusione e profitto

di Vincenzo Petraglia
4 Settembre 2020

Partire dagli emarginati e dagli scarti dei tessuti per generare eccellenze sostenibili 100% made in Italy. La road map di Anna Fiscale, founder del pluripremiato marchio veronese di moda etica, per ridisegnare un nuovo e più equo modello di business

Di imprese innovative e virtuose ce ne sono per fortuna tante nel nostro Paese. Ma ce ne sono alcune che alle spalle hanno anche storie molto particolari, intense, da raccontare. Come nel caso dell’impresa sociale Quid e del brand di moda etica Progetto Quid che ne è nato, che dà lavoro a persone con un passato difficile producendo eccellenze 100% made in Italy.

Lo fa non soltanto facendo del bene, ma anche producendo fatturato, secondo un modello di business innovativo che coniuga etica e solidarietà, sostenibilità e know how altamente specializzato.Lo fa utilizzando tessuti di fine serie, stock invenduti o donati da un network di una trentina di prestigiose aziende tessili italiane e noti brand del mondo della moda da cui dal 2013 sono già stati recuperati più di 1.000 chilometri di stoffa, trasformati in collezioni dal design accattivante vendute tramite negozi monomarca e oltre cento store multibrand, oltre che tramite e-commerce.

Quid, che parallelamente collabora con marchi moda e di lifestyle creando capsule collection o integrando parte dell’accessoristica, produce un fatturato di 3,3 milioni di euro e dà lavoro a 142 persone. Donne soprattutto (l’80% dei dipendenti) e persone con trascorsi di fragilità (il 70% di chi lavora in Quid ha alle spalle storie di violenza e abusi oppure problemi con la giustizia o di dipendenze da alcol e droga e così via).

Una realtà, dunque, che è riuscita a creare valore partendo dagli emarginati e dagli scarti dei tessuti, come racconta a Wise la fondatrice Anna Fiscale, dando vita a un business solido (e resiliente: in occasione del lockdown si è riconvertita  producendo mascherine certificate), esempio concreto di come business ed etica non siano in antitesi e di come, anzi, rappresentino l’unica via d’uscita al (fallimentare) modello economico che abbiamo seguito fino ad ora. Non è un caso che Quid abbia in pochi anni ricevuto già svariati premi e riconoscimenti: dallo European Social Innovation Competition all’UNFCCC Momentum for Change Women for Results Award, passando per lo European Civil Society Prize e il Premio GammaDonna, dedicato all’imprenditoria giovanile femminile.

Anna Fiscale

Anna Fiscale, founder della realtà veneta che dà lavoro a persone con alle spalle un passato difficile.

Anna, partiamo dal principio: come è nata questa sua idea di dar vita al Progetto Quid?

La mia esperienza personale mi ha portata alla convinzione che fosse necessario un nuovo modo di intendere l’imprenditoria, che fosse sostenibile da un punto di vista economico, sociale e ambientale. Ho studiato Economia e Management a Verona e poi Studi Internazionali alla Bocconi. Grazie a questo background e alla mia vicinanza al mondo del volontariato ho potuto viaggiare in paesi come l’India e Haiti, aprendo gli occhi su realtà che percepiamo distanti ma a cui siamo strettamente collegati. In queste occasioni all’estero ho potuto toccare con mano le conseguenze dirette degli stili di vita, insostenibili, che il mondo occidentale continua a mantenere. Lavorando a stretto contatto con il mondo femminile e cercando quotidianamente nuovi spazi di empowerment per le ragazze del posto, ho realizzato che quello che stavo facendo non era sufficiente. Tornata a Verona mi sono resa conto che non serve andar molto lontano per sentire storie di soprusi, di violenza, di difficoltà o di esclusione, ma che – guardando bene – queste storie le incrociamo ogni giorno: nelle periferie della città, nella mancanza di opportunità, nella difficoltà nel dare fiducia a una persona solo perché diversa da noi.

Ecco quindi che insieme a Ludovico, che oggi è l’amministratore delegato della cooperativa, e ad altri compagni di studi e amici abbiamo deciso di fare qualcosa.
Così nel 2013 è nata Quid, man mano cresciuta fino a diventare la cooperativa che è oggi, con lo scopo di includere persone con trascorsi di fragilità attraverso il suo marchio moda etico e sostenibile, Progetto Quid.

progetto quid - fabbrica

L’impresa sociale Quid produce un fatturato di 3,3 milioni di euro e dà lavoro a 142 persone. 

Un progetto che ha ricevuto svariati riconoscimenti come modello di business innovativo e sostenibile al femminile. La cosa che la rende più orgogliosa della realtà cui hai dato vita?

Sono molto orgogliosa di Quid e della sua crescita, perché più cresciamo più riusciamo a diffondere uno sguardo capovolto sulla fragilità. Valorizzare le persone per le loro competenze invece che etichettarle in base al loro passato significa dar loro fiducia, supportandole proprio in quelle fragilità che spesso generano discriminazione. In Quid i limiti diventano punti di partenza. Così partiamo da persone con fragilità per dare valore e dignità e da tessuto di rimanenza per creare collezioni di moda sostenibile.

Ci racconta una delle storie delle donne che lavorano con voi che l’ha segnata di più anche a livello umano?

Vi racconto la storia di Irene (nome di fantasia, ndr), una delle tante storie di coraggio presenti in Quid. Abbiamo conosciuto Irene nel nostro laboratorio sartoriale nella sezione femminile del carcere di Montorio. È stata una delle prime dipendenti all’interno del carcere e col tempo si è appassionata al cucito e ha approfondito le sue competenze manuali. Nel 2014 Irene finisce di scontare la sua pena e viene accolta nella sede produttiva di Quid, ad Avesa. Dopo poche settimane però Irene ha una forte ricaduta dovuta alla sua precedente dipendenza dall’alcol, inizia a non presentarsi al lavoro e a non rispettare le scadenze. Il team Quid capisce subito la situazione e decide di sostenerla in questo momento delicato: ci prendiamo cura di Irene e la accompagniamo in un percorso riabilitativo in comunità. Dopo questo percorso Irene torna a lavorare per Quid, cresce ogni giorno in competenza e responsabilità fino a diventare oggi la responsabile del controllo qualità nel settore accessori. Mi piace molto raccontare questa storia perché rende evidente come accogliere e sostenere la fragilità premia molto di più rispetto ad escluderla e negarla.

Quali le maggiori difficoltà che come giovane, e donna, ha dovuto affrontare per realizzare questo suo progetto imprenditoriale?

Sicuramente il fatto di essere ritenuta credibile agli occhi di quegli interlocutori che, in quanto io donna e giovane, inizialmente tentennavano nell’incontrarci. Poi con la perseveranza e i dati concreti siamo riusciti a convincere anche le persone più restie a darci ascolto.

progetto quid_lavoratrice

L’80% dei dipendenti Quid è rappresentato da donne e il 70% da persone con trascorsi di fragilità.

I consigli che si sente di dare a chi come lei vuole avviare un’impresa sociale. Consigli su come dar vita a realtà che, oltre a fare del bene, creino anche fatturato e attività economiche solide…

Penso che ogni realtà abbia una sua storia e un suo percorso per cui non mi sento di dare consigli, ma posso raccontarvi la mia esperienza. Da un lato, in Quid abbiamo sempre puntato molto sulle competenze: io e Ludovico veniamo da studi economico-finanziari e il nostro team è composto da persone altamente specializzate ognuna nel suo settore.
Partendo da questa alta professionalità interna, ci siamo concentrati sulle reti sul territorio. Quid funziona anche grazie alle diverse partnership che siamo riusciti a costruire sia per l’aspetto sociale di inclusione lavorativa che per l’aspetto commerciale e produttivo.
In particolare per Quid risulta vincente la collaborazione commerciale con aziende profit, a livello locale, nazionale e in alcuni casi internazionale. Proponendoci come partner etico e sostenibile produciamo gadget, accessori e capsule collection disegnate insieme alle aziende coinvolte e in questo modo riusciamo a portare il nostro messaggio di sostenibilità sociale e ambientale a molte più persone contemporaneamente.

Sappiamo dai dati a disposizione che molte startup, a fronte di idee molto belle, poi alla prova del mercato non riescono a sopravvivere. Gli errori secondo lei da evitare a chi si lancia in un progetto di startup?

Penso che in ogni impresa sociale sia importante non dimenticare i valori che stanno alla base del proprio progetto. Certamente la sostenibilità economica è un aspetto imprescindibile per poter proseguire nel proprio intento, ma penso che il profitto dovrebbe essere visto come un mezzo e non come un fine. Nella mia personale esperienza le migliori occasioni sono arrivate raccontando la nostra idea di inclusione e recupero dei tessuti, spiegando quindi le motivazioni di partenza oltre al modello di business. Nel caso di Quid, l’obiettivo non è il profitto ma l’impatto che riusciamo a creare.

Quali, invece, le mosse vincenti, in base alla sua personale esperienza di business?

Un punto di forza di Quid è la capacità di raccontare – attraverso le collezioni di moda – le storie di fragilità che stanno dietro ai nostri capi. Pensiamo sia importante arrivare alle persone per il nostro messaggio di inclusione, rispetto e sostenibilità ambientale oltre che per il prodotto finale. La catena dell’impatto per noi parte proprio dal racconto, che a sua volta genera empatia. L’empatia generalmente provoca una reazione e la reazione conduce ad un impatto significativo, che ci aiuta a raggiungere il nostro obiettivo.

Siete una realtà in cui innovazione e tecnologia giocano un ruolo importante.

Anna Fiscale

Anna Fiscale: “Per avere successo non bisogna dimenticare i valori che stanno alla base del proprio progetto”.

Da questo punto di vista Quid è costantemente in fase di ricerca: di nuovi metodi di efficientamento della produzione, di nuove opportunità e forme di collaborazione, di nuove modalità di utilizzo del tessuto di rimanenza recuperato. Quid è una realtà in costante fermento e movimento, ci piace lasciarci contaminare da nuove progettualità e nuovi modelli gestionali e crediamo in un costante confronto – interno ed esterno alla cooperativa – per implementare l’aderenza alla nostra mission.

Un’impresa sana è anche quella in grado di reinventarsi, come avete fatto voi per fronteggiare l’emergenza legata al Coronavirus…

Sì, in occasione del lockdown abbiamo riconvertito la nostra produzione creando, col sostegno di Legacoop nella fase di avvio e Confindustria, mascherine protettive riutilizzabili approvate dall’Istituto Superiore di Sanità chiamate Co-ver, che abbiamo poi ulteriormente perfezionato, diventate di tipo IIR marcate CE, lavabile fino a 15 volte con tre strati di tessuto con capacità filtrante ai batteri BFE superiore al 98%, una barriera che limita la trasmissione diretta di agenti infettivi. 

Resilienza, inclusività, capacità di fare fatturato in modo etico e sostenibile, elementi che non sono passati inosservati a Bruxelles, dove, proprio qualche settimana prima dell’esplosione della pandemia, siete stati selezionati per “ispirare” il futuro dell’imprenditoria europea femminile…

Un grande onore per noi, segno che quanto stiamo costruendo va nella direzione giusta. Women 2027 è un importante incontro dedicato alle donne che fanno impresa: orientamento, preparazione strategica e networking in vista della progettualità sulla nuova programmazione EU 2021-2027. L’evento è stato organizzato nell’ambito del progetto “Donne si fa Storia” di Unioncamere Lombardia in collaborazione con le Unioni del Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna all’interno dell’accordo Pilover. Io ho raccontato l’esperienza della nostra impresa sociale Quid, e del nostro brand di moda etica Progetto Quid. Essere stati selezionati tra le 10 esperienze di ispirazione a livello europeo e poterci presentare davanti a un pubblico femminile di questa caratura ha rappresentato per Quid una grande opportunità per portare l’attenzione su modelli di business innovativi, sostenuti da due pilastri che noi riteniamo fondamentali: etica e ambiente.

Vincenzo Petraglia

 

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Anna Fiscale

Founder & president Progetto Quid