Wise Society : PMI e Sostenibilità: nasce l’ESG ITA Growth Index

PMI e Sostenibilità: nasce l’ESG ITA Growth Index

di Paola Greco
23 Maggio 2023

Rientrare nei parametri ESG vuol dire sempre più, anche per le piccole e medie imprese, stabilire la propria solidità a prescindere da quelli più meramente finanziari: per questo nasce il primo indice di riferimento in ottica ESG, a loro dedicato

Come si fa a valutare le aziende in termini di sostenibilità? Attraverso i criteri ESG: Environmental – ambientali, Social – sociali e Governance – di governo societario. Si va ad analizzare l’operato in termini di efficienza energetica, riduzione di CO2, attenzione allo spreco di risorse, come anche di sicurezza sul lavoro, responsabilità sociale, rispetto dei diritti umani, fino ad arrivare a trasparenza interna ed esterna, attenzione ad etica, meritocrazia, diversity, inclusione, anche nel CdA.

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La sostenibilità: un parametro sempre più importante nelle aziende

Le aziende che si impegnano ad aderire ai principi per gli investimenti responsabili hanno incorporato le tematiche ESG nelle proprie politiche aziendali, nell’analisi e nei processi di investimento, impegnandosi a cercare gli stessi fattori anche nelle controparti, in modo da cooperare nel promuovere la responsabilità sociale.

Molti fondi di investimento chiedono sempre più approfondimenti sui temi della sostenibilità, tanto che nel giro di pochi anni i criteri ESG sono passati dall’essere “nice to have” a “must have” e sono sempre di più le aziende che decidono di pubblicare un Bilancio di Sostenibilità o scelgono di comunicare al mercato il loro impegno.

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L’importanza dell’indice ESG per le piccole e medie imprese

Gli investimenti e la disponibilità di dati relativi ai criteri ESG sulle grandi aziende sono ormai abbastanza diffusi. Non si può dire altrettanto però per le aziende piccole e medie – a bassa capitalizzazione – le famose PMI: questo perché da un lato non è altrettanto facile reperire dati per valutare quanto effettivamente facciano in termini di sostenibilità, e dall’altro perché per loro sono limitate le possibilità di investimento mirate all’attenzione all’ambiente.

È per cercare di colmare questo gap che REPAiR Lab di SDA Bocconi, insieme a CRIF – il laboratorio di ricerca specializzato in sistemi di informazioni creditizie – e Ambromobiliare – società di advisory orientata alle medie imprese – hanno deciso di collaborare, unendo idee e competenze, per dar vita al primo indice specifico per la valutazione ESG delle piccole e medie imprese italiane, quotate nel comparto Euronext Growth Milan, il mercato a loro dedicato.

REPAiR Lab ha messo in campo le sue conoscenze nella costruzione di un indice, CRIF ha offerto i dati e gli algoritmi per creare uno Score ESG (ovvero un punteggio preciso che sintetizzi i criteri di sostenibilità), mentre Ambromobiliare ha contribuito con la conoscenza degli emittenti, del mercato e del suo funzionamento. Lo scopo è quello di offrire un benchmark di riferimento in ottica ESG, cioè un indice che raggruppi tutte quelle PMI che integrano nei loro processi, nel modo migliore, fattori ambientali (Environmental), sociali (Social) e di governo societario (Governance).

Primo step: scremare le PMI più green con lo Score ESG

Il primo passo per la selezione delle 30 aziende che compongono l’indice è stato la “definizione dell’universo investibile”: si è cioè applicato lo Score ESG sviluppato da CRIF su tutte le aziende quotate del comparto, che copre principalmente gli indicatori ambientali e sociali, integrandoli con quelli di governo societario. Quindi in pratica è stata portata avanti un’analisi su tutta una serie di informazioni pubbliche delle aziende, ma anche sull’impatto delle PMI sul territorio attraverso l’analisi dell’occupazione, delle relazioni con la comunità locale e delle pratiche di sostenibilità ambientale.

“L’ESG Score che abbiamo sviluppato in collaborazione con SDA Bocconi e Ambromobiliare esprime il livello di adeguatezza verso i fattori ESG di ciascuna azienda e risponde ai principi normativi dei PAI (Principal Adverse Impacts) individuati dal SFDR, il regolamento europeo che disciplina l’informativa nel campo della finanza sostenibile. Lo Score copre gli indicatori Environmental e Social relativi agli investimenti in aziende partecipate, integrati con indicatori di Governance”

ha spiegato Marco Macellari, Head of Risk Management di CRIF. E se da un lato è facile e immediato escludere aziende con un core business apertamente non in linea con tematiche di sostenibilità (come quelle operanti nei settori delle armi o dei combustibili fossili), dall’altra, non è altrettanto facile avere una corretta rappresentanza delle aziende, senza rischiare di prendere solo quelle del settore dei servizi (che per loro natura non producono gas serra o altri agenti inquinanti).

Secondo step: governance, liquidità, dimensioni

È per questo che il secondo step per la costruzione dell’indice ha ulteriormente scremato le aziende ritenute idonee basandosi su 3 parametri: prima di tutto si è valutato di privilegiare le PMI che mostrano un alto livello di attenzione alla Governance sostenibile, che facciano proprie cioè politiche di trasparenza, meritocrazia, di diversity nella composizione del CdA, che contrastino ogni forma di corruzione e che si rifacciano ad un codice etico che coincida con l’identità aziendale. Gli altri parametri di screening applicati per la selezione delle imprese idonee, sono: liquidità, per escludere le aziende con un livello di scambi troppo basso che non le renderebbe realmente investibili, e dimensioni, per circoscrivere le aziende con una capitalizzazione compresa tra 10 milioni e 500 milioni di euro.

“L’ESG ITA Growth Index è stato proposto nelle versioni Equally Weighted e Market Cap Weighted. Entrambe le versioni dell’indice su un orizzonte di 14 mesi – intervallo minimo in cui mantiene validità l’analisi di back test – restituiscono performance migliori dei tradizionali indici italiani riferiti agli stessi comparti dimensionali, Medium e Small Cap Industries”

ha commentato Michele Calcaterra, Direttore Operativo di REPAiR Lab e Senior Lecturer di Entrepreneurial Finance di SDA Bocconi.

L’importanza della sostenibilità anche nelle PMI

L’indice ha dunque evidenziato che le PMI che ottengono un punteggio elevato in materia di sostenibilità tendono ad avere anche migliori prestazioni economiche.
La sostenibilità non è solo una questione di responsabilità sociale, ma anche una questione di business. Le PMI che adottano una strategia ESG, infatti, non solo sono in grado di migliorare la propria reputazione e di ridurre i rischi di potenziali sanzioni per irregolarità ambientali o sociali, ma possono anche migliorare il loro accesso a finanziamenti sostenibili e sviluppare nuovi business, come per esempio quelli legati alle energie rinnovabili.

Paola Greco

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