Wise Society : Assistenti vocali virtuali: al via in Puglia l’Academy per conversation designer

Assistenti vocali virtuali: al via in Puglia l’Academy per conversation designer

di Andrea Ballocchi
23 Aprile 2021

Formare nuove figure professionali specializzate nel creare e gestire chatbot e assistenti virtuali Digital Human. Da qui è nata l’Academy fondata in Puglia da The Digital Box

Si può chiamare “conversation designer” la nuova figura professionale nata per progettare le conversazioni degli assistenti vocali virtuali, alternative ai chatbot, che permettono di indirizzare le persone che si rivolgono a un’azienda o a un ente, dando piena soddisfazione alle loro richieste. Per riuscire a creare un “assistente virtuale Digital Human” occorre però una formazione basilare concreta. Per questo è nato un master class dedicato, ideato e avviato dalla Academy, fondata in Puglia da The Digital Box, AI company italiana con base a Gravina in Puglia.

Tutto parte dalla voce, uno strumento fondamentale di comunicazione di efficacia straordinaria. Anche oggi in tempi di social network, anzi forse di più. Conversare, infatti, piace alle persone e le più recenti tendenze nel mondo social – basti pensare al fenomeno “ClubHouse”– lo dimostrano con il ritorno della parola e dalla voce al centro della scena. Le conversazioni digitali hanno ormai superato, per numero e frequenza, quelle in presenza. Si contano circa 100 miliardi di messaggi vocali scambiati al giorno su WhatsApp e il 56% delle persone che preferiscono il messaggio al servizio clienti tradizionale.

In questo scenario, chatbot e assistenti virtuali rappresentano la nuova modalità con cui aziende, organizzazioni, pubbliche amministrazioni e persone entrano in contatto. E si comincia a parlare di “conversazioni aumentate” per descrivere le modalità di interazione uomo-macchina potenziate dall’Intelligenza Artificiale.

Intelligenza artificiale e conversation designer

Foto Shutterstock

Assistenti vocali virtuali: il master in conversation designer

L’idea quindi di avviare un Academy e un master dedicato all’“architetto della conversazione virtuale” è stata voluta da The Digital Box. Nata nel 2013, è stata la prima startup innovativa a trasformarsi in Spa e oggi tra le poche società italiane che operano nel mercato globale delle piattaforme digitali per il business. Si è da subito specializzata nello sviluppo di tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale, evolute ma alla portata di tutti, in particolare sulle piattaforme per l’AI conversazionale.

Conversational AI: di cosa si tratta

La Conversational AI è una branca dell’artificial intelligence che permette a organizzazioni ed enti di conversare con i propri clienti in maniera nuova, ma mettendo la voce al centro. «Non solo: gli assistenti virtuali da noi sviluppati sono degli artificial digital human, umanoidi che si pongono nella relazione tra enti e utenti finali. Il nostro obiettivo è certificare queste relazioni di marketing o di supporto in modo che le persone possano contare sulla migliore esperienza di assistenza», afferma Antonio Perfido, Head of Digital The Digital Box e ideatore del modello formativo Convergent Marketing.

Antonio Perfido

Antonio Perfido, The Digital Box

Conversation Designer: chi è l’architetto delle conversazioni

Da qui è nata l’idea di formare nuove figure professionali specializzate nella creazione e gestione di chatbot e assistenti virtuali Artificial Human, i “Conversation Designer”. percorsi di formazione, sotto forma di masterclass, attraverso cui i fruitori possano scoprire nuove professioni digitali affinché possano poi facilitare l’ingresso delle tecnologie specifiche all’interno delle aziende o enti pubblici. «In questo momento le tecnologie esistono, mancano invece le risorse umane debitamente formate». Da qui è stata originato il master class in conversation designer.

È la figura che disegna, o meglio progetta dei flussi di conversazione degli assistenti virtuali: «vi riesce grazie a una specifica piattaforma tecnologica di facile impiego tramite cui lo specialista struttura dei percorsi di contatto e di relazione vocale basati sostanzialmente su domande poste dal cliente che richiedono risposte chiare e soddisfacenti».

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Nel master si insegnano i fondamenti per strutturare la migliore strategia specifica perché l’assistente virtuale possa guidare al meglio il fruitore nella più soddisfacente navigazione di un sito web o nella possibilità di contare su risposte immediate. Il successo già oggi è tangibile: gli iscritti sono più di 80 da inizio di anno.

Questo tipo di percorso sfrutta le competenze maturate con progetti di successo come Caterina, l’assistente virtuale realizzato da QuestIT, società del gruppo The Digital Box: il virtual assistant dell’ufficio anagrafe del Comune di Siena, che permette di ottenere un certificato senza doversi recare in Comune. Un pregio notevole, specie in un momento caratterizzato dalla pandemia e le limitazioni di movimento.

Questo corso di formazione si avvale, tra l’altro, di uno tra i più avanzati laboratori di innovazione di Intelligenza Artificiale in Italia, la società senese QuestIT, autrice tra l’altro dell’assistente virtuale di Marco Monty Montemagno, imprenditore, media digitale e noto influencer.

Assistente virtuale e conversational desinger

Foto The Digital Box

Conversation designer: un’opportunità professionale in crescita

A chi si rivolge il percorso formativo in conversation designer? A tutte le persone che non sono tecniche. «È l’aspetto che vorremo valorizzare, facendo comprendere come oggi l’AI è una possibilità accessibile anche per i non esperti tecnologici – evidenzia Perfido – Il profilo ideale per questa professione dovrebbe avere competenze di marketing e capacità di scrittura (sceneggiatori, autori, scrittori…). Realizzare flussi di conversazione diretti, empatici: noi insegniamo questo.

È rivolto ai giovani, ma anche a chi intende dare un’impronta nuova al proprio percorso professionale. «Vale la pena segnalare che la maggior parte degli iscritti sono donne tra i 30-40 anni, desiderose di un’ulteriore specializzazione».

Quali opportunità occupazionali può offrire la professione di conversation designer? «Molte, direi. Dietro ogni assistente virtuale c’è il lavoro di un team di persone nel quale il conversation designer ha un ruolo fondamentale perché dà vita e voce all’artificial assistant. Se si considera che gli assistenti virtuali (non smart home) basati sull’AI stanno assistendo a una crescita stimata del 200% nei prossimi tre anni, si comprende come crescerà e verrà ricercata questa figura professionale», conclude l’Head of Digital The Digital Box.

Andrea Ballocchi

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