L'innovativa copertura fotocatalitica è in grado di trasformare le emissioni nocive da traffico e riscaldamento, eliminandole dall'atmosfera
La lotta all’inquinamento atmosferico passa (anche) dal tetto. O meglio, dalla tegola. In grado di trasformare gli agenti inquinanti nell’atmosfera in materiali non nocivi per l’ambiente. Al punto che una copertura di circa 200 metri quadrati realizzata con una soluzione di questo tipo permette di eliminare dall’atmosfera, in un anno, gli agenti inquinanti dovuti alle emissioni di un’automobile a benzina euro 4 con una percorrenza di circa 18mila chilometri/anno. Il segreto? Si chiama biossido di titanio, un agente catalizzatore che, aggiunto allo strato di finitura superficiale della tegola realizzata in cemento, è in grado di accelerare la reazione di ossidazione degli elementi inquinanti, rendendoli innocui e facilitandone il dilavamento grazie all’acqua piovana. A produrre la “tegola mangiasmog” è Wierer, azienda del Gruppo Monier con sede a Chienes, in provincia di Bolzano, quarant’anni di esperienza (e di ricerca) nel settore dei tetti e delle coperture con tegole di cemento.
La tegola anti-smog: le proprietà del biossido di titanio
Il biossido di titanio è un composto chimico possiede forti proprietà fotocatalitiche e negli ultimi anni è utilizzato in edilizia in modo sempre più diffuso per migliorare le prestazioni autopulenti, antibatteriche e anti inquinamento di prodotti come pitture e vernici, cementi, calcestruzzi, pavimentazioni stradali, intonaci di finitura, ceramiche e vetro, per interni ed esterni.
Il processo di fotocatalisi
Il processo di fotocatalisi colpisce alcuni fra i principali agenti inquinanti responsabili dell’inquinamento atmosferico, primi fra tutti gli ossidi di azoto (individuati in chimica con la sigla NOx), prodotti con i processi di combustione legati al riscaldamento domestico, ai veicoli a motore e ai macchinari industriali. La capacità autopulente dei manufatti per l’edilizia prodotti con il biossido di titanio procede di pari passo con quella di facilitare la disgregazione degli inquinanti, a costo zero e senza il rischio di usura del materiale nel tempo.
Grazie a un processo simile alla fotosintesi clorofilliana delle piante, in presenza di raggi ultravioletti gli agenti inquinanti che entrano a contatto con la superfice fotocatalitica delle tegole di cemento Auranox passano attraverso un processo di ossidazione e si riducono a sali inorganici non pericolosi o dannosi, rimossi grazie all’azione dell’acqua piovana e quindi dispersi nel terreno.
Il risultato dell’azione fotocatalitica delle tegole anti-smog Wierer è stato testato anche dai laboratori del centro “Fraunhofer-Gesellschaft” in Germania, fra le più importanti istituzioni europee nell’ambito della ricerca applicata, grazie a prove che hanno mostrato un abbattimento del 90 per cento della concentrazione degli agenti inquinanti grazie all’impiego delle tegole mangiasmog.
Tegole anti-smog per riqualificare senza inquinare
La produzione della tegola di cemento con proprietà fotocatalitiche ha portato alla realizzazione di prodotti idonei per la copertura di edifici tradizionali e di pregio nelle versioni anticate, aprendone la strada all’utilizzo anche in contesti storici e monumentali. Recuperare un edificio, e non solo costruirne uno ex novo, diventa occasione di lotta all’inquinamento. «Il progetto di ricerca per mettere a punto la tegola fotocatalitica nasce diversi anni fa, quando eravamo ancora parte del Gruppo francese Lafarge, leader mondiale nelle produzione e commercializzazione di cemento e calcestruzzo», spiega Giulio Menegatti, responsabile marketing di Monier.
«L’idea era quella di sfruttare le proprietà del cemento fotocatalitico, del quale avevamo messo a punto una formulazione differente da quelle in commercio, per realizzare un prodotto in grado di abbattere gli agenti inquinanti presenti in atmosfera. I tetti delle abitazioni infatti ci erano subito sembrati il luogo ideale per l’applicazione di questa tecnologia». Sovente l’equazione ecologico uguale più costoso, rispetto ai prodotti per l’edilizia tradizionali, rischia di diventare un freno alla diffusione dei materiali innovativi.
«La differenza di costo non è l’elemento determinante, in quanto non è rilevante nell’economia generale del tetto. Chi sceglie Auranox lo fa perchè è sensibile alle tematiche ambientali e vuole utilizzare materiali ecologici per la realizzazione della propria abitazione. La mentalità sta cambiando, ma il processo è lento a causa della crisi economica e della mancanza di normative specifiche che incentivino l’utilizzo di questi materiali».