Wise Society : La seconda vita dell’olio esausto: ecco come smaltirlo per recuperarlo e riciclarlo

La seconda vita dell’olio esausto: ecco come smaltirlo per recuperarlo e riciclarlo

di Paola Greco
27 Ottobre 2022

Si tratta di un rifiuto non biodegradabile, né organico ed è anzi altamente inquinante. Eppure con le dovute accortezze può essere recuperato e riciclato. Ecco perché è necessario smaltirlo correttamente.

Purtroppo la raccolta degli oli esausti è ancora poco conosciuta e sono tante le persone che, in perfetta buona fede o per superficialità, li gettano negli scarichi domestici, pensando di fare la cosa giusta. In realtà però i danni all’ambiente e alle tubature non sono da sottovalutare. Ecco perché è molto importante sapere come fare per smaltire correttamente l’olio esausto.

olio esausto

Foto Shutterstock

Quali sono gli oli esausti di origine domestica?

Sono considerati oli vegetali esausti quelli fritti, grassi raccolti da grigliere, oli e grassi di cottura, compreso il burro, ma anche tutti quegli oli di conservazione alimentare che si utilizzano per il tonno, i vasetti di sottolio. Questi oli e grassi alimentari, dopo la cottura, diventano nocivi e non possono più essere utilizzati, in quanto diventano, appunto, esausti, cioè perdono le caratteristiche organolettiche e diventano un rifiuto a tutti gli effetti.

Quanto inquina l’olio esausto?

Quest’olio, se gettato nelle tubature domestiche, si trasforma in agente fortemente inquinante per il sottosuolo, in quanto può contaminare terreni coltivabili e, attraverso le falde acquifere, pozzi di acqua potabile. Può compromettere la normale assunzione di sostanze nutritive da parte delle radici delle piante; se arriva nel mare può creare uno spesso strato superficiale sull’acqua, impedendo la corretta ossigenazione e, di conseguenza, la vita di flora e fauna marina. Basti pensare che un chilo di olio vegetale esausto può inquinare una superficie d’acqua pari a 1.000 metri quadri. Può inoltre danneggiare le tubature, intasandole, o interferire con il regolare funzionamento dei depuratori.

RenOils, il consorzio senza scopo di lucro che dal 2016 si occupa della corretta gestione degli oli e grassi vegetali e animali alimentari esausti, partendo da stime ricavabili dalla letteratura tecnica del settore, precisa che la quantità di olio alimentare destinata al consumo per la cottura è valutata in 360.000 tonnellate annue. La perdita in cottura è valutata nel 30%, di conseguenza la produzione del rifiuto approssimativa risulta essere di 250.000 tonnellate di cui il 44% è utilizzato nel settore professionale (tra ristorazione e industria alimentare), che è obbligato a conferire questo tipo di rifiuti ad un consorzio. Tutto il rimanente 56% è imputabile al consumo domestico (pari a circa 140.000 tonnellate): in pratica è l’olio che tutti noi utilizziamo per cucinare nelle nostre cucine.

Bottiglie piene di olio esausto

Foto Shutterstock

Raccolta e riciclo dell’olio esausto

Smaltire correttamente gli oli esausti non solo è fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente ma può essere anche un modo valido per contribuire a dargli una seconda vita: questi scarti domestici, infatti, possono essere riciclati al 100%!

Gli oli esausti una volta recuperati e sottoposti al corretto processo di purificazione e rigenerazione, possono servire per la produzione di Biodiesel, di bitumi stradali, biogas, biolubrificanti per l’agricoltura o la nautica. Non solo: possono diventare materiale per confezionare saponi, inchiostri, grassi per la concia delle pelli, cere per le auto ed anche mangimi per animali.

Per esempio, un caso virtuoso è Tea Natura, storica azienda italiana del settore ecologico, che ha ideato una linea di detergenti per la casa molto particolare, dal nome evocativo: Ri-detersivo. Più del 50% del tensioattivo di questo eco-detersivo è ottenuto da oli di recupero appositamente filtrati, deodorati, chiarificati ed infine saponificati, che inoltre vanno a sostituire parte dell’olio di cocco da utilizzare. È così che un rifiuto fortemente impattente ed inquinante come un olio esausto viene reso 100% biodegrabile.

Una pratica ancora poco diffusa

Nonostante sia in forte crescita, l’attività di raccolta riesce a intercettare appena un quarto della quantità prodotta, per cui diventa fondamentale informare ed informarsi ed iniziare a smaltire correttamente l’olio esausto, esattamente come si fa con gli altri tipi di rifiuti.

Ma come conferire correttamente l’olio esausto? Negli ultimi anni, diverse amministrazioni hanno cominciato la raccolta con contenitori nelle isole ecologiche. Il Conoe, il consorzio nazionale che dal 2001 si occupa della raccolta e del trattamento degli oli e grassi vegetali ed animali esausti, si è preso in carico di organizzare la raccolta e oggi in diversi comuni italiani esiste anche una raccolta di prossimità, accompagnata da campagne di sensibilizzazione. Attualmente i due consorzi RenOils e Conoe raccolgono insieme circa 80mila tonnellate di oli esausti all’anno.

È fondamentale che questi oli siano conferiti nel modo corretto, seguendo la specifica procedura, valida sia per i cittadini che per le aziende. Esistono degli appositi contenitori, che si possono richiedere al comune di residenza, in cui poter versare man, mano l’olio esausto, una volta raffreddato.

Quando il contenitore sarà pieno, basterà recarsi presso le isole ecologiche o le riciclerie della propria zona, che ospitano i bidoni di raccolta differenziata, e versare il contenuto direttamente nel bidone. Il contenitore potrà poi essere lavato a mano o in lavastoviglie, pronto per una nuova raccolta.

Un’altra opzione, è quella di informarsi sui centri addetti al ritiro gratuito, come alcuni supermercati e benzinai. In questo caso, l’olio andrà raccolto in bottiglie di plastica: bisogna assicurarsi che il tappo sia ben chiuso, dopodiché si potrà buttare il tutto nell’apposito contenitore. Attenzione, però, a non mettere mai nei contenitori olio non alimentare (olio motore, lubrificanti, olio minerale): anche una sola goccia, renderebbe inutilizzabile tutto il contenuto.

Paola Greco

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