Prima nel Sustainable Cities Index 2015, la città tedesca ha iniziato ad occuparsi della sua sostenibilità trent'anni fa. E oggi riesce a conciliare ecologia e sviluppo economico.
Secondo il Deutscher Wetterdienst, il centro meteorologico nazionale tedesco, se il riscaldamento globale dovesse continuare a questi ritmi, a Francoforte sul Meno nel 2050 l’estate durerà 72 giorni, 26 in più degli attuali. Per lunghi periodi la temperatura supererà i 30 gradi, non scendendo sotto i 20 nemmeno a tarda notte, e la distribuzione delle piogge cambierà, portando con sé inverni umidi ed estati molto secche. I dati non sono molto diversi da quelli della maggior parte delle città della fascia temperata ma hanno da tempo convinto gli abitanti a cercare, per quanto possibile, di invertire la rotta. I primi programmi di riduzione delle emissioni e di aumento delle aree verdi risalgono a più di 25 anni fa e hanno avuto talmente successo da far guadagnare a Francoforte sul Meno il primo posto nel Sustainable Cities Index 2015, la classifica stilata dall’autorevole ente di consulenza globale Arcadis, che nomina ogni anno la metropoli più sostenibile del mondo.
Non era certo facile ottenere un simile traguardo: Francoforte, 700mila abitanti nel cuore della Germania, è nota soprattutto per essere un grande centro finanziario e un importante snodo del traffico mondiale, con il suo frequentatissimo aeroporto e la grande stazione centrale. Non proprio l’immagine classica del paradiso ecologico. Eppure è stata proprio la sua vivacità, unita alla vivibilità, alla coesione sociale e agli altri standard di rispetto dell’ambiente a farle conquistare la vetta della graduatoria. Pioniera nel campo della sostenibilità e membro della Climate Alliance between European Cities, Francoforte ha varato le prime misure per trasformarsi in una “green city” già agli inizi degli anni ’90. I primi dati sulle emissioni di gas serra risalgono al 1987, quando la produzione pro capite era di 11,4 tonnellate all’anno. Il dato dovrebbe calare, secondo le previsioni, a quota 5,7 nel 2030 e l’obiettivo finale è quello di non superare le due a testa, continuando con un taglio del 10% ogni cinque anni.
Per raggiungere questa meta ambiziosa, l’attuale piano ambientale “100% Climate Protection” stabilisce che entro il 2050 l’intera città dovrà essere alimentata ad energie rinnovabili, provenienti per la maggior parte da centrali locali. Molti investimenti mirano ad aumentare l’efficienza energetica, in modo da ridurre la domanda, e i cittadini sono invogliati a risparmiare con dei buoni in denaro: chi riduce il proprio consumo elettrico di almeno il 10% rispetto all’anno precedente riceve un premio di 20 euro, a cui si aggiungono altri incentivi per ogni chilowattora risparmiato. In contemporanea è stata ampliata la superficie destinata a parchi (più di 40 in tutta la città), laghetti e aree verdi, che coprono ormai ben il 52% del suolo pubblico. Ogni albero di proprietà comunale è registrato e monitorato periodicamente e tutte le informazioni che lo riguardano sono inserite in un database consultabile online. La città vanta anche la più vasta foresta urbana della Germania, con più di 8mila ettari di bosco che formano una cintura verde attorno al centro.
Gli interventi più massicci riguardano l’edilizia pubblica, che è stata sottoposta a una lunga serie di interventi di riqualificazione. Dal 1990 il consumo di elettricità è stato ridotto del 10%, quello dell’energia per il riscaldamento del 36% e il consumo di acqua è crollato del 62%, per un risparmio di più di 15 milioni di euro solo nel 2008. Tutto si basa sul concetto di “passivhaus”, edificio passivo, lo standard usato per le nuove costruzioni dalla ABG Frankfurt Holding, la più grande società immobiliare cittadina, a partecipazione pubblica: più di 3500 nuove costruzioni tra uffici, case, scuole, asili e palestre sono stati ideati in modo da avere bisogno di pochissima energia, grazie soprattutto a tecniche di isolamento all’avanguardia. Sui palazzi già esistenti, specialmente se di importanza storica, si agisce invece con interventi mirati, con un miglioramento dell’efficienza attorno al 50%. Il successo è stato tale che è stato persino organizzato una sorta di giro turistico, il KLIMAtour, per far visitare a chiunque fosse interessato, i più bei edifici passivi della città. Tra le molte iniziative per sensibilizzare la popolazione, spicca il programma Cariteam, una serie di corsi di formazione per aiutare i disoccupati a diventare “assistenti energetici”. Corsi sulla stessa tematica sono stati inseriti nel programma delle elementari, dove gli alunni si esercitano a calcolare il proprio consumo di energia e cercano il modo di diminuirlo. Solo nel 2008 nelle 50 scuole coinvolte la riduzione di gas serra è stata di 1400 tonnellate.