In testa alle classifiche delle città più vivibili, il capoluogo altoatesino, grazie al progetto Sinfonia, si prepara a diventare il centro più“intelligente” d'Europa
Ormai è una vittoria quasi scontata: nelle classifiche italiane sulla qualità della vita e la sostenibilità, Bolzano finisce quasi sempre sul podio. In particolare, in quella molto autorevole del Sole24Ore, che tutti gli anni stila la graduatoria delle città in cui si vive meglio, è arrivata prima ben tre volte negli ultimi sei anni (nel 2015, nel 2012 e nel 2010). Nonostante le traversie politiche dell’ultimo periodo, con maggioranze politiche instabili che hanno portato al commissariamento della città, ora gestita dal prefetto Michele Penta, la carica innovatrice di Bolzano non sembra fermarsi. Tanto che si prepara a diventare la città più tecnologica d’Europa.
Il merito è del programma Sinfonia (Smart INitiative of cities Fully cOmmitted to iNvest In Advanced large-scaled energy solutions), partito nel 2014 e cofinanziato dall’Unione Europea, che trasformerà entro il 2019 Bolzano, scelta come città pilota insieme a Innsbruck, in una perfetta smart city. Al progetto, oltre al Comune di Bolzano, partecipano il centro di ricerca Eurac, l’Istituto per l’edilizia sociale, l’Agenzia Casa Clima e la Società elettrica altoatesina. «Bolzano è stata scelta tra le varie candidate non solo per la sua naturale vocazione ecologica ma soprattutto per la bontà del suo progetto, che si basa su un approccio integrato», spiega Daniele Vettorato, esperto di piani energetici e coordinatore di Sinfonia per Eurac. «Tutto si basa su tre pilastri collegati tra loro: il risanamento dei vecchi edifici, l’estensione del teleriscaldamento e il posizionamento di una rete di totem interattivi, muniti di sensori intelligenti, in tutta la città».
Gli interventi di ammodernamento del patrimonio edilizio comprendono l’installazione di impianti fotovoltaici e di infissi di ultima generazione, che dovrebbero consentire di ridurre del 40% il consumo di energia e di aumentare del 20% l’uso di fonti rinnovabili. La prima sperimentazione, attualmente in atto, coinvolge 420 alloggi dell’edilizia sociale locale, per un totale di circa 37mila metri quadri. Anche la rete di teleriscaldamento sarà intelligente, con sensori in grado di monitorare i flussi dei consumi, in modo da gestire meglio il servizio. Il terzo punto dell’ambizioso programma è l’installazione di una rete di 150 smart point, piccole centraline ipertecnologiche in grado di tenere sotto controllo la qualità dell’aria, i dati meteo e i flussi di traffico ma anche di funzionare da totem multimediali, consentendo ai cittadini di interagire in tempo reale con l’amministrazione e la polizia municipale e di informarsi su eventuali ingorghi o problemi alla circolazione. Gli smart point permetteranno inoltre di collegarsi al wifi cittadino e saranno dotati di prese per ricaricare le biciclette elettriche.
«Il coinvolgimento della popolazione è molto importante», continua Vettorato. «Anche se il progetto è partito da poco e siamo ancora nella fase di implementazione, siamo molto attenti alle necessità e ai dubbi dei cittadini. Del resto si tratta di un piano imponente, che muove 30 milioni di euro: vogliamo che tutto vada nel migliore dei modi, anche per l’immagine della città». Per ora il terreno sembra fertile: la popolazione, che ha in media una sensibilità ambientale piuttosto elevata, ha accolto con entusiasmo la promozione di Bolzano a città pilota. Anche se gli smart point verranno installati solo fra qualche mese, sono già partiti i primi interventi nelle case popolari coinvolte, i cui coinquilini hanno dovuto partecipare a delle riunioni e a dei mini corsi di aggiornamento.
«La prospettiva di vedere tagliato di netto l’importo delle bollette è un bell’incentivo, quindi quai tutti hanno accettato le riqualificazioni di buon grado. Qualcuno ha criticato l’installazione dei sensori per la registrazione dei consumi all’interno degli appartamenti, ma io faccio sempre presente che sono molto meno lesivi della privacy rispetto a qualunque smartphone». L’unica altra lamentela registrata è strettamente culturale, e culinaria: la sostituzione obbligatoria del fornello a gas con la piastra elettrica, che elimina la necessita di fori nel muro e aumenta quindi l’isolamento. «Bisogna sicuramente cambiare qualche abitudine in cucina, ma il gioco vale la candela», conclude Vettorato. L’ultima fase del progetto, a ridosso della scadenza del 2019, prevede il monitoraggio dei benefici reali e di quelli percepiti dalla popolazione. A seconda dei risultati, la fase successiva del piano prevede l’estensione ad altre 16 città europee, tra cui Siviglia, Pafos e La Rochelle.