Wise Society : Stop al cotone: i filati si possono ricavare dal banano

Stop al cotone: i filati si possono ricavare dal banano

di Redazione Wise Society
20 Marzo 2019
SPECIALE : La guida per conoscere l’acqua

Un progetto dell'Università di Lucerna prevede di sfruttare lo pseudofusto del banano per farne dei filati tessili

Per produrre il cotone, lo si sa, ci vuole tanta acqua, addirittura 9000 litri per un chilo secondo le stime di The Water Footprint of Modern Consumer Society. Lo sanno bene in India, paese tra i più grandi produttori ed esportatori di cotone (circa 7,5 milioni di balle da 230 chilogrammi prodotti ogni anno), materia fondamentale per alimentare la filiera della produzione tessile. Troppi per un paese in cui ancor oggi 100 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e che diventano ancora di più (fino a 22.500) se si considera l’acqua che evapora o quella troppo contaminata per riutilizzarla. Ma l’India è anche uno dei più grandi produttori di banane al mondo la cui raccolta presenta una problematica non da poco: il taglio dello pseudofusto, cioè quella parte della pianta da cui ha origine il casco di banane che va tagliata dopo ogni raccolto e che rappresenta un costo elevato per i contadini.

Lo pseudofusto è quella parte del banano da cui ha origine il casco di banane e che va tagliata dopo ogni raccolto . Il progetto dell’Università di Lucerna prevede di sfruttare questa parte per farne dei filati tessili, Foto: Pixabay

E a come trasformare lo pseudofusto della banana in filo da utilizzare nell’industria tessile, ci sta pensando l’Università di scienze applicate di Lucerna che è andata in India e ha portato a casa 40 chili di fibre di banano per studiarne la lavorazione. «La principale caratteristica che favorisce la vendita è che a differenza del cotone la fibra di banana è un prodotto di scarto», spiega Tina Moor, responsabile del progetto a swissinfo.ch, il sito web di notizie della radio televisione svizzera. «L’obiettivo è di realizzare dei prototipi di tessili da mostrare alle aziende e per generare interesse».

Moor ed il suo team hanno sviluppato un processo di filatura dal cuore del fusto di banano ricavandone un filato di qualità. Ma il loro obiettivo è quello di fare in modo che l’India possa sfruttare i propri scarti di lavorazione per produrre con le parti centrali dello pseudofusto tessuti pregiati d’abbigliamento filati a mano o su telai. E con le parti più grezze fibre per realizzare tappeti o tessuti di rivestimento a livello industriale.

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