Wise Society : Salvatore Ferragamo: dagli scarti delle arance nasce una collezione di moda

Salvatore Ferragamo: dagli scarti delle arance nasce una collezione di moda

di Maria Enza Giannetto/Nabu
29 Maggio 2017

La capsule collection è un progetto nato dalla collaborazione tra la maison Salvatore Ferragamo e Orange fiber, l’azienda siciliana che produce tessuti eco-sostenibili

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Una delle bandane della collezione di Salvatore Ferragamo realizzata con gli scarti delle arance, Foto: Orange Fiber

Made in Italy, moda, design e sostenibilità. C’è tutto questo nel progetto green-fashion nato dalla collaborazione tra la maison Salvatore Ferragamo e Orange fiber, l’azienda siciliana che produce tessuti eco-sostenibili che hanno lanciato la prima collezione moda realizzata con tessuti ottenuti dai sottoprodotti degli scarti delle arance. Coerente al proprio motto, Responsible Passion, Salvatore Ferragamo è, infatti, il primo brand a utilizzare il tessuto Orange Fiber, un twill dall’aspetto e dal tocco serico, per realizzare una Capsule Collection (camicie, abiti, pantaloni e foulard) con un omaggio alla creatività mediterranea grazie alle stampe originali di Mario Trimarchi, architetto e designer, Compasso d’Oro 2016.

La collezione moda, ora esposta all’interno delle vetrine dei principali flagship store della griffe fiorentina nel mondo, è stata lanciata,  in occasione della Giornata della Terra, sottolineando la necessità ormai imperante della tutela dell’ambiente e della ricerca di fonti rinnovabili in tutti gli ambiti produttivi.

«Ogni anno – spiegano Adriana Santanocito ed Enrica Arena fondatrici di Orange fiber – solo in Italia l’industria della spremitura delle arance produce oltre 700.000 tonnellate di sottoprodotto di lavorazione che deve essere smaltito, con elevati costi, sia economici che ambientali. Il nostro processo (sviluppato con la collaborazione del Politecnico di Milano e brevettato in Italia nel 2013 ed esteso a PCT internazionale nel 2014, nda) permette potenzialmente di trasformare questo residuo di lavorazione in un tessuto di qualità e dall’alto contenuto d’innovazione tecnologica, senza sottrarre materia prima all’industria alimentare e utilizzando sottoprodotti altrimenti destinati allo smaltimento».

Grazie a questo impegno nello sviluppo di procedimenti virtuosi, un anno fa Orange Fiber è stato insignito con il primo Global Change Award, premio internazionale indetto dalla H&M Foundation, per selezionare e accelerare le innovazioni con il più alto potenziale di trasformazione della filiera moda in chiave sostenibile.

«La nostra soluzione – spiegano le ideatrici del tessuto -, ovvero estrarre una materia prima da un sottoprodotto industriale non rivale all’alimentazione, offre la possibilità di soddisfare la crescente richiesta di cellulosa per uso tessile (dovuta alla volatilità dei prezzi del cotone e del petrolio, nda), preservando le risorse naturali, senza produrre scarti industriali. Paragonato alle fibre cellulosiche artificiali esistenti, sia quelle derivate da legno che quelle da canapa e bambù, Orange Fiber non sfrutta le risorse naturali, ma riutilizza un sottoprodotto, riducendo così lo sfruttamento di terra e acqua e l’uso di pesticidi inquinanti».

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Il processo di Orange Fiber non sfrutta le risorse naturali, ma riutilizza un sottoprodotto, riducendo così lo sfruttamento di terra e acqua e l’uso di pesticidi inquinanti, Foto: Orange Fiber

L’attenzione da parte del sistema moda nazionale ed internazionale verso la start up, continua a crescere, come dimostra il recente accordo che prevede l’ingresso di Orange Fiber nel portfolio della FTL Venture Inc, fondo internazionale di venture capital fondato dall’imprenditrice e fashion editor Miroslava Duma, per sviluppare le sinergie fra le nuove tecnologie e le innovazioni sostenibili e incentivare prodotti e brand che rispondano alle nuove esigenze della moda in un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale.

«Con Orange Fiber – dicono Santanocito e Arena – vogliamo diventare il first mover italiano nel segmento dei tessuti sostenibili attraverso una produzione “green” di tessili cellulosici da fonti rinnovabili e creare un marchio tessile altamente riconoscibile e differenziato dagli altri per l’impegno nella tutela dell’ambiente e la trasparenza dell’intera catena di produzione. Le varianti di tessuto finora prodotte da Orange Fiber comprendono un raso e un popeline (ottenuti tessendo il filato insieme alla seta comasca e al cotone) e un twill 100% Orange Fiber, impalpabile e leggero, simile alla viscosa.  Per le produzioni future – concludono – stiamo lavorando a varie tipologie di tessuti, dai più strutturati ai più delicati, in modo da soddisfare tutte le esigenze di creazione dei brand di moda. I nostri tessuti sono di colore bianco naturale ed è possibile poi tingerli, stamparli, colorarli e lavarli come i tradizionali tessuti sul mercato».

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