Wise Society : Perché le balene si spiaggiano?

Perché le balene si spiaggiano?

di Paola Greco
10 Maggio 2023

Gli esperti si confrontano e scontrano su questa complessa questione da decenni e le ipotesi sono innumerevoli. Cerchiamo di fare chiarezza

Si avvicendano tristemente notizie di cetacei spiaggiati sulle coste di tutto il mondo: sono circa 2000 gli esemplari che si arenano sulle coste ogni anno e, purtroppo, a meno che non si riesca ad intervenire prontamente, sono destinati a morire. Per disidratazione, perché schiacciati dal proprio peso fuori dall’acqua, oppure perché l’alta marea copre lo sfiatatoio.

spiaggiamento dei cetacei: una testimonianza in Irlanda

Foto Shutterstock

Spiaggiamento di balene e cetacei: quali le possibili cause?

Le cause che determinano gli spiaggiamenti dei cetacei sono al centro di un dibattito alquanto controverso, che dura ormai da decenni. I cetacei infatti si arenano da sempre, tanto che anche il filosofo greco Aristotele si pose la questione del perché di un simile comportamento. Va comunque sottolineato che le cause possono essere diverse, singole o correlate, e ogni evento è a sé stante.

Cause naturali: malattie e infezioni

Molti spiaggiamenti sono da attribuirsi a cause naturali come per esempio il cattivo tempo, oppure una forma di debolezza, dovuta a patologie o situazioni di difficoltà, che spinge i cetacei a cercare un bassofondo dove poggiarsi per riposare e respirare senza sforzo, oppure ancora perché, cacciando, si avvicinano troppo alla costa.

In Italia, per esempio, più precisamente in Toscana, negli ultimi anni si sono verificati diversi e ripetuti spiaggiamenti di delfini: le autopsie hanno rilevato una “importante positività” al virus del morbillo dei cetacei, un virus molto pericoloso esclusivamente per queste specie, che i delfini si trasmettono attraverso il contatto fisico.

Cause naturali: comportamento sociale

Un altro fattore molto importante da considerare è il comportamento dei cetacei: si tratta di animali fortemente gregari, capaci di interazioni complesse che si muovono e spesso cacciano in gruppo. Una delle possibili cause dello spiaggiamento di delfini e balene è spesso il loro senso di appartenenza al gruppo. Se uno di questi animali è malato, o alla ricerca di cibo, sarà molto probabile che gli altri lo seguano, anche in situazioni potenzialmente pericolose.

Cause naturali: anomalie del campo magnetico terrestre

Un’altra causa dello spiaggiamento può essere legata alle anomalie locali e temporanee nel campo magnetico terrestre, alle quali i cetacei sono particolarmente sensibili e che possono disorientarli: queste alterazioni possono essere provocate da terremoti oppure da venti solari e tempeste geomagnetiche, fenomeni causati da improvvise e intense attività nell’atmosfera del Sole. Gli scienziati non sono ancora riusciti ad arrivare a una conclusione certa, ma tutti convengono che le alterazioni del campo magnetico terrestre potrebbero contribuire in qualche misura, insieme a numerosi altri fattori, a far perdere l’orientamento ai cetacei.

Cause naturali: conformazione del territorio

Altro dato interessante che potrebbe concorrere allo spiaggiamento dei cetacei è legato alla conformazione di alcuni territori: questi fenomeni risultano infatti più concentrati in alcune aree come per esempio Nuova Zelanda, Australia e Massachusetts, che hanno in comune la geografia delle spiagge e la composizione di sedimenti di cui sono fatte (molto sottili) caratteristiche che potrebbero influenzare in parte lo spiaggiamento.

Balena spiaggiata

Foto Shutterstock

Cause antropiche: inquinamento

Anche le attività umane, naturalmente, concorrono e non poco al verificarsi di questo fenomeno: secondo gli esperti, la causa dell’indebolimento e alcune malattie dei delfini sarebbero dovute proprio all’inquinamento del mare: è stata infatti registrata una corrispondenza tra animali malati e concentrazioni di sostanze inquinanti nei loro tessuti. D’altro canto, senza andare troppo lontano, nel Mediterraneo c’è un’altissima presenza di agenti contaminanti molto persistenti, che si accumulano nei pesci e che entrano nella catena alimentare.

Cause antropiche: sonar e vibrazioni

Oltre alle anomalie del campo magnetico terrestre, inoltre, altri fattori possono interferire con il senso di orientamento degli animali: molti studiosi sostengono infatti che le vibrazioni emesse dai nostri sonar siano una delle cause di molti spiaggiamenti. Secondo alcune ipotesi i sonar sarebbero in grado di causare la morte delle balene per emorragie alle orecchie, altri studi dimostrerebbero che gli impulsi emessi sarebbero in grado di lacerare i tessuti intorno alle orecchie e al cervello dei cetacei. Questa tesi è suffragata dal fatto che tali danni fisici sono stati riscontrati solo in casi di spiaggiamenti successivi ad esercitazioni navali.

I sonar però sarebbero resposabili anche delle modifiche al comportamento dei cetaci. L’emissione di frequenze simili a quelle prodotte da questi mammiferi sarebbe anche in grado di modificare il comportamento di alcuni soggetti che potrebbero scambiare i suoni dei sonar per predatori o per messaggi di altri membri del gruppo. Il fenomeno è stato indagato anche da uno studio del 2017 “Swimming and diving energetics in dolphins: a stroke-by-stroke analysis for predicting the cost of flight responses in wild odontocetes”, condotto da un team statunitense e pubblicato sulla rivista Journal of Exoperimental Biology. Lo studio riporta i costi energetici dei vari stili di nuoto di delfini addestrati e di altri cetacei. Utilizzando dati e osservazioni precedenti dei zifi selvatici in fuga dai sonar a bassa frequenza, gli scienziati sono stati in grado di calcolare quanta energia in più questi animali spendono per sfuggire ai rumori molesti provocati da attività antropiche. È stato calcolato che gli animali spaventati userebbero il 30,5% in più di energia per sfuggire a un sonar a bassa frequenza, mentre il loro tasso metabolico salirebbe vertiginosamente per alimentare i battiti delle pinne degli animali in fuga. Ma non è tutto: gli zifi hanno continuato con il loro battito di pinne caudali vertiginoso per quasi due ore dopo che il rumore era cessato. Questo studio ha offerto le basi per supporre che molti spiaggiamenti possano essere dovuti al fatto che i cetacei sono spossati e disorientati dopo ore di fuga da un disturbo antropico, da un forte rumore che magari può aver avuto origine anche molto lontano dalla costa dove i cetacei vanno a morire.

Paola Greco

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