Wise Society : Back to school: il metodo delle classi capovolte per un ritorno in aula più efficace

Back to school: il metodo delle classi capovolte per un ritorno in aula più efficace

di Modesta Abbandonato*
11 Settembre 2020

Mai come in questo momento la scuola ha bisogno di cambiar pelle e aprirsi al cambiamento, e il Covid-19 rappresenta un'opportunità unica in tal senso: la tecnica Flipped classroom potrebbe giocare un ruolo importante. Vediamo come.

La ripartenza della scuola italiana all’indomani del lockdown imposto dall’emergenza da Coronavirus, prevista per la maggior parte dello Stivale il 14 settembre, benché investita da nuove regole e cambiamenti strutturali, ripropone dibattiti di lunga data che investono non soltanto il sapere pedagogico. Essa esige, infatti, anche nuove soluzioni che al tempo stesso garantiscano la sicurezza e la serenità degli studenti e delle famiglie e siano in grado di innovare un sistema scuola evidentemente non ancora allineato alla complessità della società ipertecnologica in cui viviamo e che inevitabilmente influenza il modo di pensare e agire dei nostri ragazzi.

Back to school

Foto: Deleece Cook / Unsplash

L’esperienza della DaD (acronimo di Didattica a Distanza) nei giorni di lockdown ha fatto sperimentare a tutta la comunità educante, sebbene con modalità, intensità, restituzioni e giudizi differenti, le possibilità educative offerte dalle nuove tecnologie. La dialettica tra fautori e detrattori di queste ultime non è certo destinata ad esaurirsi nel giro di poco tempo, giacché ricomprende al suo interno una gamma variegata di idee e sentimenti circa la scuola e la sue finalità.

Nell’alveo dei fautori, ossia tra gli entusiasti delle nuove tecnologie, utilizzate per scardinare le modalità di insegnamento e apprendimento della scuola tradizionale (quella basata esclusivamente sulla lezione frontale) ritroviamo, sicuramente, le Avanguardie Educative, il movimento che chiama a raccolta le scuole italiane impegnate nel trasformare un modello di scuola non più adeguato alla nuova generazione di studenti digitali nato dall’iniziativa congiunta di Indire (Istituto di Innovazione e Ricerca Educativa del Miur) e di un primo gruppo di scuole che hanno sperimentato una o più delle idee alla base del movimento.

Flipped Classroom: classi “capovolte” per affrontare le nuove sfide della modernità

La Flipped Classroom (FC) è una delle modalità didattiche ricomprese nel “catalogo di idee” di Avanguardie Educative. Tale modalità, che rinnova i tradizionali schemi di apprendimento, offre ai docenti soluzioni concrete con cui ritemprare il proprio ruolo all’interno della scuola, permettendo, anche in tempo di pandemie e lockdown, di rimanere in contatto coi propri discenti, senza interrompere il lavoro svolto in precedenza.

Se già i prodromi della FC (tradotta in italiano con classe capovolta, scuola capovolta, insegnamento capovolto) sono rintracciabili nell’opera del filosofo e pedagogista statunitense John Dewey e di tutta la pedagogia di stampo attivistico a cominciare dalla fine del XIX secolo, in tempi più recenti Jonathan Bergmann e Aaron Sams sono, invece, i più famosi esponenti della suddetta metodologia.

Segnale scuola

Foto: Oliver Hale / Unsplash

Insegnanti presso una high school americana e autori del volume Flip Your Classroom: Reach Every Student in Every Class Every Day del 2012, Bergmann e Sams ricordano che il loro primo approccio con la FC fu del tutto casuale. I due autori, insegnanti in una scuola rurale del Colorado, dove gli studenti erano molto spesso assenti per svariati motivi (come, per esempio, la partecipazione ad attività extra-scolastiche per ottenere crediti per il college), si ponevano il problema di come far recuperare loro le lezioni.

Sams lesse su una rivista che era possibile realizzare dei video con PowerPoint da condividere con gli studenti sul canale YouTube: ciò avrebbe permesso ai ragazzi, non solo di guardare i video in qualunque posto si trovassero e in qualunque momento della giornata, ma di arrivare a scuola già preparati e pronti, per fare, per esempio, attività laboratoriali.

Fu così che Bergmann e Sams diedero vita, inconsapevolmente, alla FC che, oggi, grazie anche a numerosi siti web della loro associazione, ha un certo seguito di insegnanti in tutto il mondo, fra cui, in Italia, Graziano Cecchinato, principale esponente della FC nel nostro Paese, ricercatore in Pedagogia sperimentale nell’ambito delle Tecnologie dell’educazione, docente di Psicopedagogia dei nuovi media e di Tecnologie dell’e-learning presso la scuola di Psicologia dell’Università di Padova e sempre nel medesimo ateneo dirige il Corso di Perfezionamento in Flipped Classroom: strategie e metodologie d’innovazione didattica con i nuovi media.

Zaino scuola

Foto: Scott Webb / Unsplash

In cosa consiste la Flipped Classroom?

I seguaci della Flipped Classroom affermano che la genesi del loro modello educativo risiede nella necessità di sovvertire gli spazi e i tempi casa-scuola, rendendo il tempo trascorso a scuola più rispondente alle necessità di una società complessa, la cui comunicazione ha subito notevoli scossoni in un arco temporale abbastanza ristretto.

Sostengono, inoltre, che abbandonare le metodologie didattiche tradizionali, coercitive e verticali, permetterebbe di ridurre il numero degli abbandoni scolastici e di migliorare l’apprendimento e il rendimento degli studenti, fenomeni con i quali la scuola italiana è ancora costretta a fare i conti.

Insegnanti e studenti capovolti per un apprendimento più efficace

La Flipped Classroom in pratica capovolge il momento e il luogo di acquisizione dei contenuti didattici. L’insegnante “capovolto”, infatti, prima di affrontare un argomento in classe, fornisce materiali di diversa natura (video o letture appositamente predisposti dal docente, ma anche materiali presenti nella rete, affidabili e validati, come le teche Rai e quelli presenti sul sito Miur nella sezione dedicata alla DaD) rendendoli disponibile sul proprio sito. Questa fase propedeutica permette di familiarizzare con quanto sarà trattato e affrontato successivamente in classe.

In classe, ovviamente, l’insegnante non metterà in pratica la lezione frontale, non sarà direttivo e con fare socratico potrà chiarire dubbi a singoli studenti e “costruire”, generando nuovo sapere, dibattiti, partendo proprio dai materiali raccolti dagli studenti a casa. Tuttavia, gli studenti, in via principale, saranno occupati in attività scritto-orali-pratiche da condurre in piccoli gruppi (raramente da soli) secondo lo spirito e i dettami del corporative learning.

I contenuti e le modalità delle attività in classe potrebbero richiamare alla mente i compiti a casa, ma, utilizzando il lessico caro alla FC, si tratta di compiti autentici (authentic tasks), compiti più complessi, da affrontare con l’ausilio delle tecnologie (pc, tablet, smartphone) che si concretizzano in casi di studio, presentazioni digitali, filmati, storytelling, relazioni ed altro ancora. Tutte le attività realizzate ricevono al termine dell’ora di lezione un feedback da parte dell’insegnante.

bambini

Foto: Ben Wicks / Unsplash

Oltre l’e-learning per un nuovo rapporto studente-insegnante

Non c’è dubbio che la FC rappresenti un’evoluzione dell’e-learning: essa ridefinisce i ruoli di insegnanti e studenti, rivoluzionandone il rapporto. L’insegnante capovolto scende dalla cattedra, si muove tra i banchi per monitorare il lavoro degli studenti. Non è un trasmettitore e ripetitore di conoscenze, ma un facilitatore di compiti complessi, pronto ad informarsi ed aggiornarsi in un’ottica di 2.0, trasformando le nuove tecnologie in veri ambienti di apprendimento e condividendo le proprie attività con l’intera comunità educante.

Lo studente, si troverà così ad operare in un ambiente didattico familiare, poiché in esso vengono utilizzati i suoi strumenti tecnologici e digitali con i relativi linguaggi che favoriscono la motivazione a fare sempre meglio. Il lavoro da fare a casa è stimolante, favorisce l’indipendenza e la creatività: anche gli studenti meno brillanti possono prepararsi liberamente per partecipare poi in maniera proficua nelle attività in classe, ma soprattutto il senso di solitudine e di difficoltà sperimentato con i compiti tradizionali a casa viene meno, poiché gli stessi, eseguiti a scuola, affiancati da insegnanti e compagni riducono preoccupazioni, ansia e senso di inadeguatezza.

Rispetto all’e-learning poi, la Flipped Classroom necessita della presenza fisica dei partecipanti in un’aula che facilita l’interazione tra classe docente e studenti e tra studenti stessi. L’aula diventa un luogo di scambio e di co-costruzione di conoscenze che non esclude nessuno e luogo dove si impara facendo.

Insegnanti e studenti sono sollecitati a ripristinare un autentico dialogo tra generazioni mutilato da pratiche educative obsolete e refrattarie ai bisogni educativi della società post-moderna.

Flipnet.it, l’associazione italiana degli insegnanti per una scuola più moderna

Nel 2014 in Italia si è costituita Flipnet, un’associazione di insegnanti che praticano la didattica capovolta. Essi, dopo aver constatato che il metodo della FC delle origini si è rapidamente evoluto, mirano a raggiungere obiettivi molto più ambiziosi rispetto a quelli di Bergman e Sams.

bimbo con zaino

Foto: Matese Fields / Unsplash

Fra i numerosi obiettivi riportati nella mission dell’associazione: formare insegnanti che adottino il metodo, dar vita a una community di formatori esperti di questo metodo, creare una struttura educativa libera dove mettere in pratica gli insegnamenti di questa nuova metodologia senza vincoli istituzionali o burocratici, con classi aperte, orari non rigidi, grande apertura alla natura, al movimento e a una sempre più digitalizzazione. Obiettivi di cui forse, mai come in questo momento, la scuola ha quanto mai bisogno.

*Modesta Abbandonato, insegnante

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