Wise Society : Aldo Cibic
Biografie

Aldo Cibic

di Redazione Wise Society
1 Marzo 2011

Architetto nato nel 1955 a Schio (Vicenza), si è formato alla scuola di Ettore Sottsass e con lui, Matteo Thun e Marco Zanini, ha partecipato all’avventura creativa di Memphis. Alla fine degli anni Ottanta ha aperto il suo studio, Cibic & Partners, a Milano.  Ha realizzato molti interni come gli show room come Esprit in Italia e Inghilterra, gli spazi Fiorucci, il Museo Maserati, le facciate esterne della Rinascente. E tanti oggetti per Gallotti e Radice, Foscarini, Abaco, Salvagnini, Serralunga. La profonda consapevolezza che creare condivisione intorno a temi e a valori sia fondamentale nell’ideazione di un progetto di design e architettura, ha spinto Aldo Cibic  a impegnarsi molto anche  nell’insegnamento e infatti svolge attività alla Domus Academy, al Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, al Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Design dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia ed è anche Professore Onorario alla Tongji University di Shanghai. Un interesse che si esprime anche nelle attività di ricerca con la partecipazione a concorsi e appuntamenti culturali importanti come la Biennale di Venezia e di Londra

La leggerezza dell’abitare
Tra i recenti progetti di architettura, le case mobili presentate nel 2009 in occasione del salone del Mobile (mostra More with less) sono un’espressione compiuta della sua filosofia umanistica volta a esplorare nuove forme abitative che rispettino l’esigenza dell’uomo di vivere più secondo natura. Le case firmate da Cibic sono mobili home nate per rispondere a esigenze di spostamenti più leggeri,  con giardini e orti sul tetto per portare ovunque il proprio piccolo serbatoio verde.

Un’idea “sovversiva”
Una visione che punta sulla ricerca di una nuova armonia dell’uomo con l’ambiente ha ispirato anche l’oasi di Danguiyuan, un progetto residenziale con parchi e laghetti a un’ora di auto da Shanghai. Un’idea decisamente “sovversiva” in una Nazione come la Cina a forte, e poco controllato, sviluppo industriale. Così, in controcanto con i grattacieli che affollano le città, ecco che Cibic propone case basse affacciate su giardini e campi coltivati: un luogo disegnato per una comunità che voglia ritagliarsi spazi di serenità e pace, immersi nella natura e con la possibilità di coltivare frutta verdura e pescare pesce fresco.

L’organizzazione del tempo
Nel 1995 Family Business, ricerca condotta con Erin Sharp per The Solid Side, Domus Academy e Philips Design,   propone un osservatorio sul cambiamento della società e sulla necessità di ripartire da nuove soluzioni sociali e abitative. La considerazione della ricerca parte dal fatto che nella società industriale tende sempre di più a parcellizzare e a dividere la quotidianità degli individui: il tempo della famiglia, del lavoro, dello svago. Un’atomizzazione che tende a creare del non luoghi, sempre più vuoti di vero significato. Lo studio realizza un inventario di valori dai quali ripartire per costruire nuovi spazi dedicati all’uomo e alla sua vita: «la transizione verso la sostenibilità può innescare nuove forme di comunità: la cura dei beni comuni richiede intenti e attenzioni comuni. E, d’altra parte, la ricerca della sostenibilità può costituire il valore condiviso su cui produrre legame sociale».
Sullo stesso binario di ricerca anche il progetto del 2004 Microrealities che propone «visioni in cui, attraverso la riorganizzazione di potenzialità ed energie, si favoriscono le condizioni per attivare occasioni di incontro, di scambio, di condivisione che caratterizzano i momenti di vita collettiva».

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