Wise Society : Tour du Rutor Extreme per vivere l’essenza della montagna

Tour du Rutor Extreme per vivere l’essenza della montagna

di Mariella Caruso
2 Maggio 2019

Torna l'appuntamento con lo sci-alpinismo: sport ad alta ecosostenibilità che pone l’uomo a contatto con la natura

Si scrive Tour du Rutor Extreme, si legge sci-alpinismo, sport ad alta ecosostenibilità che pone l’uomo a contatto con la natura. Ma Tour du Rutor si può leggere anche come tradizione e valorizzazione a 360° del territorio valdostano della Valgrisenche. La gara, che è tra le più spettacolari a coppie, anche miste, del circuito dello sci-alpinismo, rinata nel 1995 dopo diversi anni di stop è riservata esclusivamente agli espertissimi. «Per partecipare occorre essere in grado di affrontare 4 giorni di gara con 9.500 metri di dislivello positivo con 105 km di fuoripista, 60 km di salita, 45 di discesa e 6 chilometri di creste aeree salendo oltre 3000 metri di quota in ogni tappa», spiega il direttore tecnico Marco Camandona, uno che di montagna se ne intende avendo già salito le sei montagne più alte della terra, e assicura che la gara «si svolgerà nella massima sicurezza».

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Tour du Rutor: 4 giorni di gara con 9.500 metri di dislivello positivo con 105 km di fuoripista, 60 km di salita, 45 di discesa e 6 chilometri di creste aeree salendo oltre 3000 metri di quota in ogni tappa, Foto: Stefano Jeantet

L’edizione 2020 andrà in scena dal 26 al 29 marzo 2020 e, per la prima volta nel nuovo corso, ci sarà un prologo sul versante di La Thuile dei ghiacciai del Rutor lì dove, nel 1933, tutto nacque. Anche per questo gli organizzatori puntano a superare i numeri dell’edizione 2018 che ha contato 704 concorrenti da 18 differenti nazioni, di cui 300 équipe maschili, 22 femminili e 30 squadre giovanili.

SPORT ECOSOSTENIBILE. «Lo sci-alpinismo è uno sport che permette di conoscere la montagna nella sua vera essenza, di affrontare fuoripista in sicurezza avendo a che fare con un altro modo di vivere la montagna – continua Camandona – Il futuro dello sport di montagna deve guardare avanti e noi vogliamo portare lo sci-alpinismo a nuovi orizzonti». Questi ultimi sono in linea con il rispetto dell’ambiente (al Tour du Rutor è prevista l’eliminazione per chi lascia rifiuti sul percorso), la riduzione dell’inquinamento e la fruizione della natura in tutta sicurezza. Per fare sci-alpinismo, infatti, non c’è bisogno di piste dedicate e nemmeno di innevamento artificiale. Gli sci, infatti, si portano in spalla nelle salite e le pelli di foca che aiutano nella camminate sono citate ormai solo per tradizione, di fatto sostituite da materiali tecnici che aiutano ad affrontare la rigidità delle temperature. «Allo sci-alpinismo possono avvicinarsi anche i ragazzi, l’importante è che sappiano sciare – continua Camandona che è anche una guida alpina -. Ormai molte stazioni sciistiche stanno allestendo dei tracciati per l’allenamento dei più giovani». E ai giovani dai 15 ai 20 anni, durante il Tour du Rutor sono riservate sei gare con circuiti dedicati.

LA MONTAGNA PER TUTTI. Anche per chi non scia e non ha le competenze atletiche ed agonistiche per avventurarsi tra le creste del Rutor, la montagna valdostana nei giorni

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Tour du Rutor vuol dire anche riscoperta della ntiche tradizioni di montagna e ecosostenibilità, Foto: Stefano Jeantet

della gara riserva molte sorprese che si aggiungono alle emozioni di assistere alla partenza degli atleti o di raggiungere alcuni punti di osservazione disseminati lungo il percorso. Il territorio della Valgrisenche, infatti, vive di tradizioni antiche che continuano a essere mantenute. All’antica latteria di Planaval, oggi in disuso, si può osservare com’era la prima latteria turnaria consortile del comune di Arvier, il cui regolamento risale al 1877, dove tutte le famiglie andavano a preparare la loro fontina. Di cooperativa c’è anche la Cantina vinicola Enfer dove ancora molte famiglie della zona portano le loro uve per la vinificazione. Ed è cooperativa anche la Cooperativa artigianale Les Tisserands dove è ancora viva l’arte della tessitura a telaio e viene realizzato il Drap de Valgrisenche, tessuto in pura lana di pecora Rosset, una razza autoctona valdostana per capi d’abbigliamento e complementi di arredo. Percorsi che sono perfetti anche per il turismo slow estivo tra camminate en plein air.

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