L'evento di divulgazione scientifica più diffuso al mondo torna anche in Italia dal 20 al 22 maggio con tlk articolati in sei le differenti aree tematiche
Le radici dell’idea rimandano all’Imperial College di Londra, dove nel 2012 i ricercatori Michael Motskin e Praveen Paul intuirono l’importanza di uscire dalla torre d’avorio che racchiudeva i loro laboratori. Decisiva si rivelò la scelta di far entrare i malati di Parkinson e Alzheimer tra le mura in cui quotidianamente cercavano una risposta alle loro malattie. Fu a seguito di quella esperienza che i due scienziati ebbero un’intuizione. Muoversi al contrario sarebbe stato più efficace: via dunque il camice per andare a incontrarli nei diversi contesti della vita quotidiana. Nacque così «Pint of Science», la manifestazione di cultura scientifica che torna anche in Italia dal 20 al 22 maggio. In bar, pub e caffè letterari di 23 città lungo la Penisola (Avellino, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Ferrara, Genova, L’Aquila, Lucca, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pavia, Pisa, Reggio Calabria, Roma, Rovereto, Sarno, Siena, Torino, Trento e Trieste) si terrà quello che è diventato negli anni l’evento di divulgazione scientifica più diffuso al mondo. Sul sito dell’evento, è possibile consultare gli appuntamenti divisi per città e giorni.
FOCUS SU SEI AREE TEMATICHE – All’inizio della prossima settimana, le proprietà del sistema immunitario, l’importanza dei buchi neri, l’evoluzione del cambiamento climatico, il rischio sismico, le esplorazioni dello spazio e il potenziale delle staminali diverranno argomento di discussione di fronte a un boccale di birra e a una coppetta di salatini. La kermesse, che il nostro Paese s’appresta a ospitare per la quinta edizione, risponde alla curiosità delle persone e dà modo ai ricercatori, che la scienza la fanno tutti i giorni, di raccontarla. Sei le differenti aree tematiche in cui si articolano i «talk» di «Pint of Science»: «Beautiful Mind» (neuroscienze, psicologia e psichiatria), «Atoms to Galaxies» (chimica, fisica e astronomia), «Our Body» (biologia umana), «Planet Earth» (scienze della terra, evoluzione e zoologia), «Tech Me Out» (tecnologia) e «Social Sciences» (legge, storia e scienze politiche). Durante ognuna delle tre serate, ciascuno dei 74 pub coinvolti ospiterà presentazioni interattive di circa 40 minuti alle quali seguiranno le domande del pubblico, in un’atmosfera resa colloquiale e distesa anche grazie alle birre spillate durante la conversazione. «La speranza è quella di incrociare studenti o lavoratori privi del tutto o quasi di background scientifico», è il pensiero comune di molti dei ricercatori coinvolti, desiderosi di arrivare alle orecchie di chi non mastica la scienza tutti i giorni.
LA SCIENZA A PORTATA DI TUTTI – Comprensibile è il desiderio di essere coinvolti nell’evoluzione della ricerca. «Il format risponde al nostro desiderio di rendere la scienza alla portata di tutti in un contesto informale come il pub sotto casa – spiega Alessia Tricomi, responsabile nazionale e Presidente dell’Associazione Culturale Pint Of Science Italia -. Il format permette di mettere insieme un pubblico di semplici appassionati insieme a ricercatori impegnati in temi di grande attualità nel campo delle scienze. Il tutto con un linguaggio che al tempo stesso risulti semplice ma non banale». A livello nazionale, la manifestazione è organizzata grazie al supporto dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), dell’Associazione italiana Sclerosi Multipla (Aism), dell’Istituto Pasteur Italia e dell’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf). Nei contesti locali, molti altri centri d’eccellenza sono al fianco degli organizzatori: l’Università Vita-Salute San Raffaele (Milano), l’Istituto italiano di tecnologia (Genova), la Sapienza (Roma), l’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Trieste), la scuola superiore Normale (Pisa) e il Cnr (Padova, Napoli, Avellino e Bari). Birra e salatini sono pronti, per far viaggiare la conoscenza scientifica su frequenze comprensibili a tutti.
Twitter @fabioditodaro