Dopo un percorso che l'ha portata a lasciare una carriera dirigenziale, Monica Lasaponara si è trasformata in una Escape coach, utilizzando le sue competenze per aiutare le persone a trovare soddisfazione nel lavoro
«Che senso ha quello che faccio? È questa la vita che voglio?» Sono state queste domande a spingere Monica Lasaponara a rimettere in discussione le sue scelte di vita e a trasformare poi le soluzioni trovate in una vera e propria professione. Monica Lasaponara, infatti, è oggi una Escape Coach e si occupa di traghettare persone verso un lavoro che abbia un senso rispetto a ciò che loro sono davvero, che si tratti di imprenditoria o di lavoro da dipendente. Una professione “cucita addosso a lei” e plasmata, via via, lungo il percorso che l’ha portata, in 5 anni, a mettere il suo know how a disposizione di chi vuole cambiare rotta.
Monica, chi è l’escape coach?
In realtà è un lavoro totalmente mio che mi sono inventata quando ho deciso di cambiare vita e ho finalmente coniugato i miei desideri con le mie competenze. Fino a 5 anni fa, a 40 anni, ero una dirigente con una carriera promettente nel settore marketing per un’azienda televisiva dove avevo un contratto a tempo indeterminato, un ottimo stipendio e tanti benefit. Purtroppo o per fortuna, però, non senza sensi di colpa nei confronti dei miei genitori che avevano fatto molti sacrifici per farmi studiare, non mi sentivo felice e realizzata e mi chiedevo che senso avesse quella vita per me. Ero sempre stanca, ansiosa, non dormivo bene e quando tornavo a casa la sera, sfatta dopo una giornata di riunioni, di traffico e di corse contro il tempo, mangiavo quel che capitava per poi andare a letto e ritrovarmi, il giorno dopo, ad affrontare la stessa routine quotidiana.
Quindi ha deciso di mollare tutto?
All’inizio no. Non facevo nulla, perché ero convinta che chi può permettersi di mollare il lavoro è solo chi ha le spalle coperte economicamente. Io non potevo farlo e sopportavo, fino a che un dolore immenso per la perdita di una persona giovanissima a me cara, mi ha messo di fronte al bivio: dovevo davvero dare un senso alla mia vita. Oggi ai miei clienti consiglio sempre di non aspettare il momento traumatico per decidere di intraprendere un percorso di realizzazione professionale. È meglio cominciare a lavorare su una fase di transizione già quando si comincia ad avvertire il malessere.
Come è arrivata all’Escape coaching?
Quando ho lasciato l’azienda ho cominciato a fare il mio lavoro da freelance. L’affitto da pagare e le spese non mancavano, quindi ho solo cominciato a utilizzare un po’ del tempo liberato nella ricerca della mia strada. Ho scoperto Escape the City, il progetto di due ragazzi che avevano lavori di tutto rispetto nella City londinese ma che si stavano ponendo le mie stesse domande e davano la possibilità alle persone di trovare un lavoro maggiormente nelle proprie corde. Li ho contattati per portare i loro eventi Escape Monday in Italia e appena ho iniziato con gli incontri mi sono resa subito conto di quante persone fossero nelle mie stesse condizioni. Da lì ho capito che potevo studiare e fare anch’io di questa mia “abilità” un lavoro.
Lei ha avuto coraggio, ma non tutti ce l’hanno.
Io sono convinta che nella confusione più totale, mentre non capisci più niente in realtà avverti che stai capendo tutto. Purtroppo la mancanza di coraggio spinge a cercare “scuse” pronte. Sì, è vero, c’è il mutuo, l’affitto da pagare, i figli da mantenere ma il coraggio, però, arriva. Se si vuole fare davvero qualcosa, l’importante è crederci.
Quindi hai inventato un lavoro che aiuta gli altri a camiare lavoro
Più che altro ho messo a frutto la mia esperienza nel marketing per fornire supporto sia a chi non ha ancora un’idea imprenditoriale ma tanta voglia di cambiare la propria vita lavorativa, sia chi ha bisogno di dare una spinta alla propria attività. Sono fermamente convinta che se più persone fossero soddisfatte di quello che fanno e magari impegnate per avere un impatto positivo anche sulle vite degli altri, il mondo potrebbe sicuramente essere un posto migliore.
Ma come si fa ad aiutare una persona che non ha un’idea imprenditoriale?
Il mio metodo, sia con chiacchierate, sia con i miei video online spiega alle persone come capire davvero quali sono le proprie competenze, quelle da cui ripartire. Attenzione perché non parlo del curriculum, quello, come dico sempre ai miei clienti serve solo ad andare a riempire delle caselle precostituite. Il primo passo per cambiare vita è avere un lavoro di cui ci “importa” davvero, fruttando le nostre competenze (innate o acquisite). Solo così è possibile trovare la propria strada che è, come nel mio caso, unica perché costruita ad hoc a partire dai propri talenti.
E come aiuta le persone?
Sul mio sito ci sono i video corsi “Escape! Cambio Lavoro, Vivo Felice”, in cui guido, passo passo, i miei clienti nel percorso di consapevolezza per comprendere cosa possono e come possono farlo. C’è anche la possibilità di seguire un percorso individuale con me, a partire da una chiacchierata. Per sostenere e supportare una persona in un cambiamento sostanziale, è importante conoscerla bene e conoscerne le tante caratteristiche che sono poi i punti di forza da cui partire.
In che modo la Monica di oggi è diversa da quella di 10 anni fa?
Sono più povera ma più felice. Quel delta è una differenza che non si può comprare: è tempo a disposizione, è pienezza. Rispetto al passato guadagno meno, ma ho fatto un percorso di consapevolezza dei consumi e anche grazie a Lucia Cuffaro (leggi qui la nostra intervista esclusiva) sto imparando sempre più ad auto produrre e vivere con meno. Inoltre sono stata coinvolta da Lucia nel progetto Ecosapere.it, il portale del Sapere Ecologico per imparare senza fatica tante buone pratiche da sperimentare sin dal primo minuto ed è anche lì che si trovano le mie video lezioni.