In Piemonte è attivo il progetto più ampio e condiviso in Italia per combattere la povertà energetica che vede unite università e mondo della solidarietà
La povertà energetica colpisce circa 5 milioni di persone in Italia ed è un fenomeno diffuso anche in Europa, interessando potenzialmente 120 milioni di persone. È un problema serio e diffuso, ma se ne parla davvero poco e non c’è neppure una definizione univoca. In ogni caso è necessario trovare una soluzione.
Un problema affrontato nella Strategia Energetica Nazionale
Il problema trova spazio anche nella Strategia Energetica Nazionale (Sen), il documento di programmazione e indirizzo nel settore energetico a livello nazionale. In esso vengono individuati alcuni fattori che incidono, primo dei quali è il gap di costo in termini di prezzo del gas e dell’energia elettrica.
Questa lacuna ha un impatto diretto non solo sulle bollette delle aziende, le più care d’Europa, ma sullo stesso potere d’acquisto delle famiglie, “specie quelle in condizioni di povertà energetica”, specifica il testo. Segnala inoltre come negli ultimi 15 anni l’incidenza della spesa energetica delle famiglie sul totale sia aumentata fino al 2013 di quasi un punto percentuale. “Tale incremento è risultato maggiore per le famiglie meno abbienti a causa della relativa incomprimibilità dei consumi energetici. La bassa elasticità della domanda, unita alla difficoltà di effettuare i necessari investimenti per migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni, suggerisce l’emergenza del fenomeno”.
Per far fronte al problema, in modo da valutare gli strumenti esistenti e fornire suggerimenti al Governo, nel documento si fa spazio l’idea di istituire un Osservatorio nazionale sulla povertà energetica, sulla scia di quanto proposto dalla Commissione europea.
IL progetto più ampio e condiviso d’Italia
Nel frattempo c’è chi sta operando a fronteggiare e rimediare in qualche modo alla situazione. In Piemonte è stato avviato un progetto che vede uniti privati ed enti pubblici: si chiama “Lotta alla povertà energetica” e coinvolge Leroy Merlin, il Politecnico e l’Università degli Studi di Torino e la Caritas regionale.
«Questo progetto è la prima esperienza italiana di partnenariato così esteso tra istituzioni accademiche, di volontariato e di settori della responsabilità sociale d’impresa che si uniscono per cercare di far fronte a un problema così sensibile»,
spiega Pietro Florio, architetto esperto del tema: è autore di un rapporto sulle politiche Europee di lotta alla Povertà Energetica e collabora all’indagine nazionale per la caratterizzazione delle famiglie a rischio e, a livello locale, con il Dipartimento di Energia del Politecnico di Torino alla ricerca-azione contro la povertà energetica.
Nell’iniziativa congiunta opera nella doppia veste di ricercatore e coordinatore scientifico del progetto, che ha un triplice obiettivo: di natura tecnica, volendo stimolare i “poveri energetici” a cogliere dei risparmi significativi in bolletta; di natura formativa, riguardante i volontari Caritas chiamati a rilevare gli aspetti tecnici e ad acquisire strumenti e prassi per intervenire essi stessi in caso di necessità; di natura conoscitiva, ovvero fare in modo che siano le stesse famiglie, tramite una logica di fai-da-te a essere messe in grado di installare e fabbricarsi il risparmio da sole, prendendo contatto con i propri consumi e anche con i risparmi conseguiti. È forse quest’ultimo aspetto il più importante: oltre a comprendere meglio il tema della povertà energetica «operiamo per far sì che le famiglie colpite da povertà anche energetica siano consapevoli dei propri consumi».
Volontariato e formazione
L’azione dei volontari Caritas è rilevante: sono loro che da novembre andranno a visitare le famiglie individuate con accertata difficoltà economica e provvedere a far sì che siano installare un kit per il risparmio energetico.
«Il kit consta di lampadine a basso consumo, prese elettriche temporizzate, sensori di temperatura, ovvero accorgimenti tecnici il cui funzionamento e finalità vengono spiegate da funzionari Caritas formati», spiega Florio, segnalando che gli stessi funzionari hanno anche il compito di raccogliere informazioni su dati e abitudini di consumo. Al momento sono state coinvolte quasi cento famiglie in diverse province. I risultati attesi sono importanti: «ci aspettiamo un risparmio di 100 euro l’anno per famiglia in bolletta, cifre equivalenti a circa il 15-20% delle spese di una famiglia media italiana».
Andrea Ballocchi