Wise Society : Lucia Cuffaro: «Autoproduzione e consumo critico la ricetta del ben-essere»
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Lucia Cuffaro: «Autoproduzione e consumo critico la ricetta del ben-essere»

di Maria Enza Giannetto/Nabu
28 Giugno 2019

Autrice di libri, rubrica tv e blog Autoproduciamo.it, la presidente nazionale del Movimento per la Decrescita Felice parla di quanto sia semplice, in fondo, praticare l'autoproduzione

Autoproduzione, autosufficienza, semplicità e consumo critico. E poi ancora volontariato, associazionismo, veganismo… La vita di Lucia Cuffaro si muove tra queste, e molte altre, linee guida, sin da quando, ormai dieci anni fa, si è avvicinata al Movimento della Decrescita Felice (di cui oggi è presidente). Un avvicendarsi di esperienze e incontri che Lucia Cuffaro chiama “impalcature di felicità”. «Sono le esperienze, le associazioni, le persone e le attività – dice – che mi hanno fatto diventare quella che sono, e che da sempre mi sostengono donandomi serenità. Sono uscita da anni di insoddisfazione grazie a profonde riflessioni sul mio modo di vivere, ispirate proprio dal Movimento per la Decrescita Felice, che ho conosciuto frequentando i laboratori del progetto Università del Saper Fare. Quello è stato l’inizio di un cambiamento radicale, avvenuto però a piccoli passi, che mi ha portata a fare tutta una serie di esperienze importanti».

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Luci Cuffaro è stata insignita del premio Top Green Influencer la scorsa primavera, Foto: Lucia Cuffaro

E così, tra il coordinamento della La Città dell’Utopia del Servizio Civile Internazionale (un casale antico del ‘700) alle attività con il Movimento per la Decrescita Felice, fino alla sua rubrica di autoproduzione e rimedi naturali e risparmio eco “Chi fa da sé” (in onda ogni sabato su Rai 1 all’interno della trasmissione Uno Mattina), passando per il suo blog Autoproduciamo.it, i suoi libri e le pubblicazioni sulla produzione e la lotta allo spreco, Cuffaro è diventata una vera e propria “testimonial” del ben-essere e della riduzione degli sprechi, meritandosi anche la menzione speciale per la Circular Economy nell’ambito dei premi Top Italian Green Influencers, lanciati dalla testata GreenStyle e assegnatale per la sua attività di promozione e divulgazione di comportamenti sani, sia online e offline (tra social, media classici e soprattutto con l’attivismo e l’associazionismo).

Com’è nato il suo interesse per la “filosofia” dell’antispreco e l’autoproduzione?

Innanzitutto credo proprio che sia un po’ insito nel mio dna. Vengo da una famiglia del Centro Sud che mi ha saputo trasmettere il valore del denaro, del riutilizzo e un certo distacco dal consumismo e dallo spreco. Inoltre, essendo cresciuta a Roma nel quartiere Massimina vicino alla discarica di Malagrotta, ho sviluppato sin da piccola una certa attenzione verso il problema della gestione dei rifiuti. La vera svolta, soprattutto riguardo all’autoproduzione,  è avvenuta attraverso l’incontro con il Movimento per la Decrescita Felice, che ho conosciuto frequentando i laboratori del progetto Università del Saper Fare. Ero un’allieva entusiasta e super attenta e quanto c’è stata la possibilità di fare entrare nuovi associati, mi sono subito presentata, diventando presto una volontaria e, con il tempo un’insegnante.  Il resto è venuto da sé, sempre grazie alla curiosità, allo studio e alla voglia di approfondire senza mai improvvisare.

In questi dieci anni di esperienza le sembra che l’attenzione verso l’autoproduzione stia crescendo?

Sicuramente c’è ancora molto da fare, ma l’autoproduzione attrae un numero sempre più alto di adepti e di persone anche insospettabili. Ci sono le famiglie numerose, attirate ovviamente dalla possibilità di risparmiare nell’acquisto di cibo e di prodotti per la cura del corpo e della casa, e ci sono sempre più persone consapevoli di quanto l’autoproduzione sia una preziosa arma per la salute, visto che, risparmiando, possono portare sulla propria tavola prodotti di cui conoscono la provenienza e la genuinità. Infine, non ultimi, ci sono quelli sempre più attenti all’ambiente e alla salute del pianeta.

Autoprodurre richiede però del tempo e la giusta conoscenza dei prodotti da combinare. Possiamo dire che non è roba per pigri?
In realtà non è poi così vero perché, io per prima sono una fautrice della semplicità e del poter risparmiare del tempo da dedicare a se stessi. La verità è che si conosce poco l’autoproduzione e che spesso ci sono libri e ricette troppo complicate. Io, se non posso fare una cosa velocemente, avendo mille impegni, non la faccio, per questo ho sempre cercato di strutturare, nei miei libri, sul mio blog e nella mia rubrica, dei consigli veloci e semplici. Un esempio? Mescolando 200 grammi di acido citrico – che si trova in erboristeria o nei negozi bio – con 800 grammi di acqua, in 3 secondi, ho preparato un ammorbidente, brillantante, anticalcare, decalcificante per le pulizie della casa nonché un balsamo per capelli. Basta pensare a quanto tempo e denaro ho risparmiato acquistando un solo prodotto naturale invece di 5 flaconi e a quanti imballaggi ho rinunciato per capire che l’autoproduzione non è per nulla impegnativa in fatto di tempo. È vero, oggi siamo tutti super impegnati, ma davvero esistono ricette semplificate e a portata di tutti come, ad esempio, quella del mio pane con il metodo metropolitano. Per chi, invece, davvero non se la sente di auto produrre e leggere ricette, consiglio sempre il consumo critico e la spesa consapevole.

Cosa intende, di preciso?

Acquistare prodotti semplici, non industriali e scegliere i negozi biologici che, al contrario di quanto si crede, non sono affatto così tanto più cari dei supermercati. Per quanto mi riguarda, il consumo critico è una grande arma contro lo spreco. Faccio un esempio, se per qualche motivo non riesco a prepararmi la mia crema per il viso, acquisto l’olio di germe di grano in erboristeria e con due gocce e pochi euro ho un prodotto cento per cento nutritivo e puro da usare sulla mia pelle.  Detto in soldoni, quello che davvero serve non è il tempo ma la conoscenza, attraverso lo studio e l’informazione. Io continuo a studiare quotidianamente: non mi piacciono le cose fatte male e per dare consigli di autoproduzione nella rubrica tv e nei miei libri, studio di continuo.

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“Per quanto mi riguarda, il consumo critico è una grande arma contro lo spreco. Faccio un esempio, se per qualche motivo non riesco a prepararmi la mia crema per il viso, acquisto l’olio di germe di grano in erboristeria e con due gocce e pochi euro ho un prodotto cento per cento nutritivo e puro da usare sulla mia pelle”, racconta Lucia Cuffaro, Foto: Lucia Cuffaro

Mi faccia un esempio concreto dell’autoproduzione in una casa. Cosa c’è in questo momento di autoprodotto nella sua cucina?

Ho davanti l’impasto per il pane con cui farò la pizza per un incontro di stasera con i volontari dell’associazione. Poi ci sono i germogli di lenticchie che preparo io con un semplice ammollo di lenticchie e che dopo 5 giorni diventano davvero un concentrato di proteine. Nel barattolo davanti a me, c’è il  mio sale alle erbe aromatiche, mentre in frigo ci sono le scorze di arance essiccate che uso come insaporitore per dolci e anche come deodorante per la casa; mentre in una bottiglia in frigo c’è la bevanda vegetale che ho prodotto con i fiocchi d’avena in ammollo. Insomma si tratta solo di capirne di più delle proprietà dei prodotti e delle materie prime, cercando gli ingredienti principali ed evitando i prodotti complessi. Se trovi il lato semplice, ti diverti, risparmi e stai meglio. Io, ormai da anni, non mi faccio mancare nulla ma quello che risparmio lo investo nella mia istruzione e nei viaggi.

Lucia, come si diventa una green influencer?

Io penso di essere un po’ alternativa come influencer, intanto perché i social, di fatto, non li curo così tanto come dovrebbe fare o farebbe un influencer vero. Ho una pagina facebook molto seguita perché sono una che ama i contenuti e utilizzo quella pagina per far conoscere i consigli e le ricette che però mi piace condividere direttamente con chi mi scrive, mi contatta. Insomma, credo di essere, soprattutto, una che pratica il vivere green e lo divulga attraverso il proprio stile di vita nell’ambito dell’associazionismo e del volontariato.

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