Dal cemento traslucido ai tessuti antibatterici tutti i più recenti prodotti ideati dal prestigioso centro di ricerche internazionali, che ha una sede anche a Milano
La creatività, si sa, affonda le radici nella materia. E proprio dalla ricerca di nuovi materiali, impensabili fino a pochi anni fa, nascono nuovi stimoli e opportunità per il design, dalla casa al tessuto fino alla città.
Il comune denominatore? La capacità di sfruttare modalità di produzione innovative e di trasferire saperi tecnologici consolidati in campi diversi dai consueti. E ciò vale per tutte le categorie, dai polimeri ai ceramici, vetri, metalli, cementi, materiali naturali e derivati, fino aimateriali a base di carbonio. Questo è proprio il campo d’azione di “Material ConneXion“, il centro mondiale di ricerca e consulenza sui materiali innovativi e i processi produttivi con testa a New York, negli Stati Uniti. La sede italiana è a Milano.
Lo scrigno delle meraviglie si chiama “Materials Library”, un catalogo di materiali innovativi, selezionati da una giuria di esperti internazionale, nati dalla ricerca di aziende, università e centri specializzati, contenente più di 6.500 materiali e processi produttivi innovativi da tutto il mondo e si arricchisce ogni mese di circa 50 nuovi elementi, tutti accessibili on line tramite iscrizione e a disposizione dei potenziali utilizzatori come aziende, progettisti e studenti, enti di ricerca e associazioni di categoria.
Per aprire una finestra sul futuro prossimo venturo basta sfogliare il repertorio delle ultime novità in casa Material ConneXion. I pannelli “Luccon” (dell’azienda tedesca Luccon Lichtbeton e distribuito in Italia da Avanzini Group), per esempio, sono in cemento a granulato fine e, arricchiti con l’aggiunta di tessuti di fibre di vetro aggiunti a strati in fase di colaggio, acquisiscono un sorprendente effetto traslucido permettendo il passaggio della luce, consentendo l’applicazione in interno ed esterno anche per superfici retroilluminate.
Le pellicole per finestre “Ceramic Series” (dell’americana Hüper Optik) hanno un rivestimento ceramico nanostrutturato e non metallico per ridurre il passaggio di luce e calore bloccando fino al 68 per cento di energia solare totale, fino al 99 per cento di luce ultravioletta e al 92 di luce infrarossa, con trasmissione luminosa del 30, 40, 50 e 60 per cento.
E poi le sezioni di pietre semipreziose e fossili come amestista, agata blu, occhio di tigre, diaspro e quarzo, oppure il legno pietrificato, lavorate insieme con una particolare resina e levigate consentono di produrre le superfici retroilluminabili in pietre e fossili “Majestic Gemstone” (della Majestic Gemstone, Israele), dure, non porose e resistenti a graffi, calore e macchie.
L’acciaio, fra i materiali moderni per antonomasia, è la base per la creazione delle innovative superfici decorative con l’”Humelic Surface Treatment” (della sudcoreana Humelic), un procedimento ad alta precisione sviluppato inizialmente per la produzione di semiconduttori mediante fotoincisione e ora utilizzato anche per la progettazione di prodotti (dall’autombile alla telefonia mobile, agli elettrodomestici), per la semplice lucidatura e la realizzazione di texture particolari. Il gres porcellanato “S.Wood” per pavimenti e rivestimenti di abitazioni e spazi collettivi interni ed esterni (Ceramica Sant’Agostino), ruba il colore e le texture ai listoni di legno naturale, aumentandone le prestazioni di durevolezza, antiscivolo, ingelività e reistenza a flessione, agenti chimici e macchie.
E ce n’è anche per il mondo dei tessuti con il filato biopolimerico batteriostatico “Cornleaf” (Noyfil, Svizzera), realizzato con il polimero Pla (acido polilattico) ottenuto da coltivazioni diverse; l’acido lattico si ricava dallo zucchero contenuto nel mais, nelle barbabietole da zucchero, nel grano o nella canna da zucchero, mentre l’azione batteriostatica deriva dal rilascio di ioni d’argento, incorporati nelle fibre. Le applicazioni spaziano dall’abbigliamento intimo ai tessuti per arredamento, ma anche accessori e custodie per computer portatili, cellulari, tablet e penne.
Il ruolo chiave di Material ConneXion è l’interfaccia fra azienda – prevalentemente piccola e media, spesso i veri incubatori di innovazione “di nicchia” del made in Italy –, progetto e mondo della ricerca. Con un’incursione nell’universo del design, come ben esemplifica la partecipazione, anno dopo anno, al Salone del Mobile di Milano che del design è la vetrina mondiale.
Difficile crederlo, eppure la crisi economica qualche frutto positivo lo sta portando. Perché «ha mosso il panorama italiano», spiega Emilio Genovesi, amministratore delegato di Material ConneXion Italia. «Quando abbiamo iniziato la nostra attività otto anni fa non c’era ancora molta attenzione per l’innovazione da parte delle imprese. Negli ultimi due-tre anni la fase problematica di mercato ha accresciuto l’interesse e la consapevolezza che per differenziarsi in uno scenario difficile è necessario investire».
La parola magica è: trasferimento tecnologico. Ovvero come utilizzare in modo innovativo e per materiali “alternativi” le tecnologie tradizionali di lavorazione. O, anche, la contaminazione fra diverse tipologie di materiali che crea prodotti inaspettati e ad alto contenuto di innovazione.
Due i principali campi di ricerca per i prossimi anni: nanotecnologie e biopolimeri. Per quanto riguarda lo spazio dell’abitare, la ricerca si concentrerà sui «materiali sempre più performanti che nascono dalle ibridazioni, come i cementi trasparenti, i marmi che contengono led o le ceramiche che all’apparenza sembrano legno», mentre le nanotecnologie in particolare consentiranno di elevare le prestazioni antigraffio e antibatteriche.
I tessuti, anche per l’abbigliamento, «punteranno sull’utilizzo di fibre naturali con prestazioni uguali a quelle sintetiche, antibatteriche e resistenti ad acqua e fuoco», precisa Genovesi. Oltre a cercare di offrire una risposta all’esigenza di individuare eventuali materiali sostituti delle terre rare, utilizzati fra l’altro per l’elettronica di consumo e la telefonia mobile, di difficile estrazione e sui quali ricade un impatto ambientale pesante.