Un’azienda italiana ha inaugurato un sistema che combina sensori e LED per un attraversamento pedonale sicuro. La speranza è ridurre i rischi per i pedoni
Chissà se oggi i Beatles si sarebbero arrischiati ad attraversare sulle strisce pedonali per essere immortalati su “Abbey Road”. Perché i pedoni ogni giorno rischiano la vita in quello che dovrebbe essere uno dei punti più sicuri della strada. Da una stima ACI (nel 2011) un incidente su quattro, che vede coinvolto un pedone, avviene proprio sulle “zebre”. Le cause sono addebitabili sia alle carenze infrastrutturali, segnala l’Associazione, sia ai comportamenti non corretti. “Sugli attraversamenti i pedoni credono di essere al sicuro”, evidenzia. Non è così, purtroppo.
L’Asaps, Associazione sostenitori amici della Polizia Stradale, di recente ha presentato un documento significativo sui rischi che corrono chi percorre a piedi le strade italiane: dal 2001 al 2015 sono morti quasi 11mila pedoni e 291mila sono rimasti feriti a causa di incidenti stradali. Un bollettino di guerra. L’andamento è andato in calando fino al 2015 annus horribilis che ha fatto registrare il dato più elevato degli ultimi cinque anni registrati, con 602 decessi.
E poi ci sono i casi di omissione di soccorso: nel 2016 su 115 morti in incidenti causati da pirati della strada secondo l’Osservatorio Asaps, i pedoni sono stati 54 pari al 47%. «Se non si riuscirà ad incidere sul sistema delle strutture stradali riteniamo che quella dei pedoni continuerà ad essere la categoria più a rischio sulla strada, tenendo anche conto che la popolazione invecchia», ha affermato il presidente Asaps, Giordano Biserni. La stessa associazione nel 2015 aveva svolto un’indagine sul comportamento degli automobilisti in prossimità degli attraversamenti pedonali: su cinque città italiane monitorate (Milano, Firenze, Roma, Napoli, Palermo), la media complessiva degli automobilisti rispettosi dei pedoni in fase di attraversamento variava dal 47% di Milano al 30% di Roma. Un dato non certo positivo, ma a risaltare è la differenza tra quanti si fermavano a un passaggio regolato da semaforo e senza. Nel primo caso a Milano, città più “virtuosa”, erano il 79% degli automobilisti, nel secondo solo il 22%.
LA SICUREZZA VIENE DA LED HI-TECH – Cosa fare allora per ridurre quanto più possibile l’insicurezza dei pedoni? Una prima risposta giunge dalla tecnologia: strisce pedonali smart, che comprendono grazie a un sistema di sensori se nelle vicinanze c’è un pedone e che si illuminano con un sistema a LED per avvisare gli automobilisti. Dopo una sperimentazione in Spagna è giunta anche in Italia e da poco inaugurata in provincia di Como. A proporla, prima in Italia, è stata la Blindo Office Energy, azienda piemontese, dopo il successo delle sperimentazioni concluse in Spagna. L’azienda stessa segnala che hanno ricevuto parecchie manifestazioni d’interesse da parte di amministrazioni pubbliche. E che l’hanno presentato anche in Svizzera dove sono al momento in attesa di un parere del governo locale. Altri progetti simili, gestiti da altre imprese, sono stati avviati, a livello locale, anche in Germania e in Olanda.
Sempre in Italia, a Varese, si registrano due impianti illuminati a diodi luminosi, sebbene meno tecnologici, avviati sempre quest’anno. Un’altra italiana, Safety21, specializzata in piattaforme avanzate per il miglioramento degli standard della sicurezza stradale, propone Pedone Sicuro 2.0, sistema integrato di messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali. Il sistema si compone di una telecamera, che riprende 24 ore su 24 l’area interessata, e di alcune fotocellule che attivano gli impianti luminosi cosi da allertare gli automobilisti al passaggio del pedone. Ci sono poi i sistemi APL per la segnalazione e illuminazione degli attraversamenti pedonali, realizzati da D-Power.
GLI ESEMPI ALL’ESTERO – E all’estero? Oltre ai già citati esempi di Spagna, Germani e Olanda, in Regno Unito già nel 2014 era stato presentato una soluzione in grado di leggere, tramite telecamere, il traffico e la presenza di persone nei punti di attraversamento e, a seconda delle condizioni di circolazione, gestire il “rosso” e il “verde” per automobilisti e pedoni. Altre soluzioni si registrano un po’ in tutta Europa e nel mondo, ma il punto focale dell’offrire sicurezza a pedoni – e ciclisti – sono le infrastrutture loro dedicate. E lì gli esempi internazionali si sprecano: c’è Malmoe, terza città svedese per numero di abitanti e vincitrice dell’ultima edizione dell’European Mobility Week Award e agli sforzi fatti per migliorare la circolazione di chi cammina e pedala: dalla trasformazione “senza auto” di una importante strada commerciale e all’attenzione alla sicurezza del centro cittadino; Lubiana, nominata Capitale europea verde lo scorso anno, dal 2006 al 2016 ha aumentato del 550% la propria rete di piste ciclabili e ha previsto di aumentare del 20% gli spostamenti a piedi; la finlandese Helsinki ha in procinto di eliminare le auto private in città entro il 2025, un progetto simile alla tedesca Amburgo che già oggi conta su poco meno della metà della rete stradale con un limite di velocità di 30 km/h.