Wise Society : Sharing mobility: cos’è e come si sta sviluppando in Italia

Sharing mobility: cos’è e come si sta sviluppando in Italia

di Andrea Ballocchi
1 Agosto 2020

La sharing mobility continua a crescere anche in Italia. La mobilità condivisa e i servizi connessi, che permettono di spostarsi con vari mezzi di trasporto (bici, monopattini, auto, scooter…) sta incontrando il favore degli italiani, specie poi con la necessità di distanziamento sociale causa pandemia Covid-19.

Solo il lockdown ha “stoppato” il trend di incremento ma, subito dopo, la sharing mobility è tornata a crescere. Nel confronto tra febbraio e maggio (post quarantena) i servizi di bikesharing e monopattini in sharing sono già tornati quasi ai livelli pre Covid-19 con un recupero rispettivamente del 60% e 70%, mentre per il car sharing il recupero, seppure minore, è stato del 30% (ma a luglio è previsto un +50%). Dopo la clausura causa coronavirus, i servizi di mobilità leggera con biciclette, scooter e monopattini sono quelli preferiti, ma in generale quello che sta avvenendo nelle città italiane è una piccola rivoluzione silenziosa, rappresentata dall’impiego condiviso questi veicoli green. A evidenziarlo è un’indagine presentata in occasione della Conferenza nazionale sulla sharing mobility, organizzata dall’Osservatorio Sharing mobility.

sharing mobility: biciclette in condivisione

Foto di Pablo Valerio da Pixabay

Cos’è la sharing mobility

La sharing mobility è la possibilità di usare in maniera condivisa uno o più veicoli per il trasporto in base alle necessità. La mobilità condivisa comprende car sharing (e van sharing) e car pooling, bike sharing, monopattino sharing, scooter sharing.

È un servizio che prevede di utilizzare un veicolo su prenotazione noleggiandolo per un certo lasso di tempo e pagando in ragione dell’impiego. Di solito il punto di ritiro e di consegna del mezzo è una stazione dedicata. Ma si sta affermando anche, per le bici e i monopattini, la modalità free floating, ovvero è possibile lasciare il mezzo in qualsiasi punto – consentito – della città.

È un mercato in aumento a livello globale: secondo McKinsey il mercato della mobilità condivisa supera ora i 60 miliardi di dollari di valore nei tre maggiori mercati: Cina, Europa e Stati Uniti. Il futuro porterà guadagni ancora maggiori man mano che i taxi e le navette automotrici diventeranno più comuni e la mobilità in aerea urbana supererà la fase pilota. Con questo slancio, McKinsey prevede un tasso di crescita annuo delle soluzioni di mobilità condivisa in grado di superare il 20% fino al 2030.

Car sharing e bike sharing sono i due servizi più storici e più sviluppati. Solo pensando alla mobilità condivisa in bici, è nata nel 1965 ad Amsterdam e oggi nel mondo contano più di mille sistemi di bike sharing: nel 2005 erano solo 74.

L’evoluzione futura sarà sempre più improntata sul modello Mobility as a Service: l’integrazione di molteplici servizi di trasporto pubblico e privato in un unico servizio di mobilità accessibile via app, in modalità sempre più personalizzata e on demand, probabilmente con un’unica piattaforma tecnologica capace di integrare molteplici funzionalità e con un unico sistema di pagamento.

Tutti i vantaggi della sharing mobility

La mobilità condivisa offre diversi benefici. Innanzitutto a livello ambientale, contare su un minore numero di veicoli in circolazione comporta una riduzione delle emissioni di CO2 e un beneficio anche in termini di minori congestioni di traffico: nel Rapporto nazionale sulla sharing mobility si segnala che in una città in cui siano sviluppati servizi dedicati, “la congestione scompare, le emissioni di CO2 sono ridotte di un terzo e il parcheggio pubblico richiede il 95% di spazio in meno e la flotta necessaria è solo il 3% della flotta attuale”.

Un altro vantaggio è il risparmio economico e di tempo: da un articolo pubblicato dal Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory del MIT si evidenzia che il costo annuale della congestione da traffico è di circa 160 miliardi di euro negli Stati Uniti, di cui 7 miliardi di ore perse nel traffico e oltre 11 miliardi di litri di carburante consumati. L’adozione di un sistema di condivisione delle corse ridurrebbe le spese generali, aiuterebbe il trasporto in città e farebbe risparmiare molto tempo ad ogni abitante.

La sharing mobility va incontro alla necessità delle città e dell’aumento degli abitanti, offrendo una possibilità concreta di risolvere i problemi di densità urbana con vantaggi sia per i cittadini pendolari che per le stesse amministrazioni comunali. Un altro beneficio è la flessibilità costituita dalla possibilità di usare più mezzi di trasporto per raggiungere una destinazione: più saranno sviluppati, maggiore sarà l’innovazione tecnologica, più i cittadini potranno godere di modalità di trasporto potendo pianificare i propri spostamenti, prenotare in tempo reale e pagare usando app dedicate.

Monopattino sharing

Foto Dzianis Apolka © 123RF.com

Sharing mobility in Italia: un nuovo modo di muoversi in condivisione

La crescita della mobilità è costante. Come detto, nemmeno il Covid-19 e il lockdown hanno tolto forza a un fenomeno in crescita. Certo, la pausa coronavirus ha inciso. Tuttavia i numeri dicono che:

• 363 sono i servizi di sharing mobility attivi
• 271 Comuni erogano almeno un servizio
• 5,2 milioni sono iscritti ai servizi
• 33,1 milioni di spostamenti in sharing mobility

Il parco mezzi condivisi è composto da 35.800 biciclette, 7.961 auto, 2.240 scooter. Sul totale di automobili e scooter, il 43% sono veicoli elettrici.

La Sharing Mobility sta diventando poi sempre più sostenibile con un aumento dei veicoli elettrici in condivisione, soprattutto grazie al boom dello Scootersharing (+285% dei noleggi in un anno).

A proposito di car sharing, i dati del 2019 registrano una crescita rispetto all’anno precedente: a livello di iscrizioni fa segnare un +29,1% di utenti, passati da 1.865.765 nel 2018 a 2.409.309 nel 2019. È cresciuto anche il numero di noleggi, del 1,5% e del 33,7%, rispettivamente in modalità free-floating e station-based.

Le app e i siti più usati di mobilità condivisa

Partiamo dal primo servizio di trasporto regionale integrato, pubblico e privato. Si chiama BIPforMaaS ed è stato da poco presentato alla IV Conferenza Nazionale della Sharing Mobility. Si tratta del primo progetto in Italia a voler creare le condizioni per la diffusione dei servizi MaaS in un contesto regionale.

In tema di bici, il servizio più diffuso in Italia è BicinCittà, diffuso in oltre 100 città; un servizio usufruibile grazie a un abbonamento online e la sua app.

Molto diffusa in Italia e anche in Europa l’app Movi by Mobike che permette agli utenti di trovare, sbloccare, guidare bici, e-bike e scooter elettrico e di parcheggiarlo in qualsiasi parcheggio pubblico.

Per le auto, va segnalata Share Now, la app nata a fine novembre dalla fusione tra DriveNow e Car2go che permette agli utenti di contare su un’unica piattaforma un totale di 3mila vetture in Italia.

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