Wise Society : Repowering: cos’è e perché è un’opportunità per le rinnovabili

Repowering: cos’è e perché è un’opportunità per le rinnovabili

di Andrea Ballocchi
4 Dicembre 2023

Rinnovare un parco eolico o fotovoltaico generando maggiore potenza è una opportunità preziosa che prende il nome di repowering e di cui ce n’è bisogno in Europa e in Italia

Repowering è un concetto che apre a significative opportunità per la transizione energetica. Rappresenta un enorme potenziale di mercato: il 25% dell’energia eolica necessaria in Europa entro il 2030 potrà essere soddisfatta con il ripotenziamento, evidenzia uno studio. C’è quindi un grande bisogno di repowering (e revamping) in Europa e in Italia, dato che occorre aumentare e di molto il contributo dato dalle energie rinnovabili. Solo considerando il fotovoltaico, Energy & Strategy evidenzia come a fine 2022 la potenza totale installata da fotovoltaico superava i 25 GW complessivi, di cui 2,5 GW aggiunti nell’ultimo anno. Occorre considerare che 18 GW erano stati installati già a fine 2013 e oltre 13 GW a fine 2011. C’è bisogno di rinnovare un parco datato, c’è bisogno di renderlo più performante e potente.

energia eloica: parco eolico

Foto di Karsten Würth su Unsplash

Cosa sono il repowering e il revamping

Partiamo dal termine repowering e dal significato che ha. Esso definisce il processo di modifica e/o sostituzione dei componenti per aumentarne la potenza nominale e la produzione annua. In altre parole, significa ammodernare e modernizzare gli impianti esistenti, potenziandoli.

Per comprendere bene cosa significhi fare repowering il Ministero Federale tedesco dell’Economia e della protezione del Clima porta a esempio quanto effettuato in un villaggio della Frisia settentrionale. Qui nel 2005 c’erano quasi 60 turbine eoliche che producevano complessivamente circa 12 MW di elettricità. Con un intervento di repowering eolico, si è ridotto il numero di turbine eoliche a 38 ed è stata aumentata la capacità totale del parco eolico a oltre 60 MW. Quindi, con quasi la metà delle turbine si produce cinque volte più energia di prima.

Abbiamo citato anche il termine revamping. Quest’ultimo definisce interventi di sostituzione di tecnologie difettose o obsolete con apparecchiature moderne, più efficienti e più affidabili. Più comunemente i piani di rinnovamento vengono implementati per affrontare il problema rappresentato da asset poco performanti rispetto alle aspettative a lungo termine. Se il piano di miglioramento comporta anche un aumento della capacità originaria dell’impianto, si parla di repowering. Nel caso di revamping fotovoltaico la maggioranza degli interventi riguarda la sostituzione di componenti, soprattutto inverter e moduli.

Impianti fotovoltaici

Foto di Anders J su Unsplash

Perché c’è necessità di revamping e repowering

Gli impianti dedicati alla produzione di energia da fonti rinnovabili stanno invecchiando. Consideriamo gli impianti eolici. Come segnala WindEurope, associazione di riferimento europea del settore, 38 GW di capacità eolica onshore stanno raggiungendo la fine della loro normale vita operativa di 20 anni da qui al 2025. Una volta giunti a quest’età si può procedere: estendere la vita utile, smantellarlo o procedere al repowering.

“In media, il ripotenziamento più che raddoppia la capacità di generazione (in MW) di un parco eolico e triplica la produzione di elettricità perché le nuove turbine producono più energia per unità di capacità. E ciò avviene riducendo in media il numero di turbine del 27%”,

sottolinea Windeurope, spiegando che si aspetta che più di 20 GW di parchi eolici onshore verranno ripotenziati nei prossimi dieci anni.

Fare repowering è un’opportunità significativa perché i parchi eolici più datati d’Europa (e per definizione meno efficienti) sono situati in luoghi che hanno le migliori condizioni di vento. Qui le turbine dotate della tecnologia più recente possono produrre molta più elettricità. Oltre ai vantaggi tecnici, il repowering è anche uno strumento importante per la transizione energetica anche in termini di maggiore accettazione. Intervenire su un parco eolico o fotovoltaico esistente, potenziandolo, è ben diverso che dover avviare e realizzare uno ex novo. Inoltre, fare repowering – specie nel caso dell’eolico – significa produrre più energia aumentando l’altezza delle pale e riducendo il consumo di suolo, fenomeno in continua e preoccupante crescita.

Impianto eolico offshore

Foto di insung yoon su Unsplash

Il repowering in Italia

Il problema si pone anche in Italia dove la crescita delle fonti energetiche rinnovabili c’è, ma troppo limitata. Come segnalato da Energy & Strategy alla presentazione del Renewable Energy Report 2023, senza un’accelerazione, al 2030 si avrà una copertura del fabbisogno elettrico da rinnovabili di solo il 34%, ben al di sotto del minimo richiesto (65%).

La lentezza burocratica nel processo autorizzativo è un problema tanto per un nuovo impianto quanto per il repowering di uno esistente: in Italia ci vogliono in media sei anni per l’autorizzazione di un impianto da energia rinnovabile; in Europa ce ne vogliono due. Anev (Associazione nazionale energia del vento) e Legambiente hanno segnalato di recente quanta necessità vi sia di semplificare le attività di repowering e revamping degli impianti “per stare al passo con le moderne tecnologie ed evitare di avere strutture obsolete sui territori”.

C’è chi, in ogni caso, ha deciso di intraprendere interventi importanti di repowering in Italia: Erg, per esempio, ha stilato un piano da oltre 400 milioni di euro di investimenti e un ulteriore potenziale che può portare la cifra fino a un miliardo di euro.

Per stimolare gli interventi di “ripotenziamento”, in particolare in tema di repowering fotovoltaico gli incentivi ci sono. Il GSE prevede l’ammissibilità di soglie percentuali di incremento del valore della potenza elettrica nominale dell’impianto: fino al 5%, per gli interventi su impianti con potenza nominale non superiore a 20 kW e fino all’1%, per gli interventi su impianti con potenza nominale superiore a 20 kW.

Andrea Ballocchi

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