Wise Society : Comunità energetiche in Italia: ad Ascoli al via Solar Club, energia per 80 famiglie

Comunità energetiche in Italia: ad Ascoli al via Solar Club, energia per 80 famiglie

di Andrea Ballocchi
29 Novembre 2023

Dopo il via libera al decreto incentivante, si attende lo sviluppo delle comunità energetiche in Italia. Octopus Energy intende avviarne diverse in Italia, la prima nascerà nel capoluogo delle Marche

Le comunità energetiche in Italia sono in rampa di lancio per un concreto sviluppo. Dopo il via libera della Commissione Europea – atteso da mesi – ha finalmente visto la luce il decreto italiano di incentivazione alla diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Ciò crea i presupposti per un’espansione sensibile. Lo stesso Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a febbraio prevedeva di vedere attivate tra le 15 e le 20mila Comunità Energetiche Rinnovabili. C’è chi ha deciso di investire sull’avvio delle CER senza attendere decreto e incentivi, finanziando direttamente il loro avvio. La società di investimenti Octopus Energy ha lanciato Solar Club, un progetto che promuove la crescita e lo sviluppo di questa forma aggregativa che mette al centro l’energia prodotta da Fonti Energetiche Rinnovabili.

Come spiega in una nota la stessa società, il primo Solar Club nasce ad Ascoli Piceno, nelle Marche. Sarà in grado di alimentare circa 80 case e un’azienda di medie dimensioni, ma l’obiettivo è espandersi in tutta Italia con un investimento complessivo di circa 5 milioni di euro.

Solar Club ad Ascoli Piceno

Foto Octopus Energy

Il progetto Solar Club di Octopus Energy ad Ascoli Piceno

Una Comunità di energia rinnovabile è un soggetto giuridico basato sulla partecipazione aperta e volontaria ed è autonomo. I suoi membri (o azionisti) sono privati cittadini, Piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali, amministrazioni comunali e locali, parrocchie, enti di ricerca, formazione e del terzo settore. Intende incoraggiare l’uso di energie rinnovabili, un utilizzo consapevole delle risorse e la loro condivisione a livello locale.

Solar Club arriva bruciando i tempi burocratici e “si fa trovare pronto in anticipo rispetto alla pubblicazione del nuovo decreto dedicato alle comunità energetiche”. Per raggiungere questo obiettivo, Octopus Energy ha deciso di finanziare direttamente, con risorse proprie, questa prima comunità, coprendo non solo la parte produttiva (pannelli solari) ma anche la parte di incentivo. Questo grazie all’investimento di Octopus Energy supportato da Octopus Generation, il ramo del gruppo che si occupa di produzione di energie rinnovabili. Si tratta di un colosso dell’energia rinnovabile, che intende puntare forte sul suo sviluppo.

Come riporta Reuters, Octopus Energy Generation prevede di investire 20 miliardi di dollari nell’eolico offshore entro il 2030, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza energetica, favorire la transizione energetica, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili. L’investimento genererà 12 GW di elettricità rinnovabile ogni anno, sufficienti ad alimentare 10 milioni di case. Si rivolgerà a progetti in tutto il mondo, con particolare attenzione all’Europa. A questo proposito ha annunciato investimenti per sostenere sviluppatori di fotovoltaico anche in altri Paesi europei: in Irlanda e Portogallo, due società potranno sviluppare più di 100 nuovi progetti solari su tetti e siti aziendali, creando 250 MW di energia solare.

I vantaggi delle comunità energetiche rinnovabili

Entrare in una comunità energetica Octopus Energy “non costa nulla ed è semplice”. Una volta iscritti, quando l’impianto solare vicino casa produce energia (ovvero ogni volta che c’è il sole) e si tende a consumare l’energia generata dall’impianto, Octopus riconosce un incentivo al membro della comunità.

Octopus Energy investe in impianti di produzione di energia rinnovabile situati in prossimità delle CER, in modo da garantire che l’energia sia prodotta localmente. La formazione di una comunità energetica, in Italia, offre molteplici vantaggi. Oltre ad aumentare la quota energetica da FER, aumentando le possibilità di arrivare quanto prima alla transizione energetica, ovvero il passaggio da un tipo di produzione e consumo di energia da combustibili fossili a uno basato sulle fonti rinnovabili.

Inoltre avviare una CER permette di sensibilizzare i consumatori, rendendoli più consapevoli dell’uso dell’energia. Infine, le comunità energetiche rinnovabili possono ridurre la necessità di investimenti costosi in infrastrutture di rete, poiché l’energia rinnovabile viene utilizzata localmente, riducendo la congestione delle reti elettriche.

Installazione pannelli solari fotovoltaici

Foto di Alex Csiki da Pixabay

Le comunità energetiche in Italia

Occorre far crescere le comunità energetiche in Italia, dove si contano meno di 100 tra CER e AUC (autoconsumo), avviate e in progetto, con una potenza installata media molto inferiore a quella dei Paesi più avanzati in Europa, dove si contano circa 9mila CER.
Dalla loro diffusione si otterrebbero vari benefici.

Uno studio di Agici-Accenture che analizza anche l’impatto economico e ambientale delle comunità energetiche rinnovabili nel nostro Paese, ipotizzando diverse configurazioni, prevede che il raggiungimento del target previsto dalla normativa di 5GW di potenza installata con comunità energetiche comporterebbe una riduzione di CO2 pari a 1,35Mton e un beneficio economico complessivo di circa 1,3 miliardi di euro.

La speranza è, quindi che le comunità energetiche prendano piede, supportati dalle potenzialità economiche del decreto italiano, incentrato su due misure: una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa; e un contributo a fondo perduto. La potenza finanziabile è pari a 5 GW complessivi, con un limite temporale a fine 2027.

Il Ministero per l’Ambiente e per la sicurezza energetica scrive a proposito che è previsto per le CER realizzate nei comuni sotto i cinquemila abitanti, un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato per realizzare un nuovo impianto o per potenziarne uno esistente. Lo stesso dicastero spiega che: “questa misura è finanziata con 2,2 miliardi dal PNRR, con l’obiettivo di realizzare una potenza complessiva di almeno 2 GW. Il contributo a fondo perduto potrà di essere cumulato con la tariffa incentivante entro limiti definiti”.

Andrea Ballocchi

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