Wise Society : Meno rifiuti, ma è “merito” della crisi

Meno rifiuti, ma è “merito” della crisi

di Chiara Biasiol
24 Giugno 2013

La crisi economica abbatte la produzione nazionale dei rifiuti urbani ma non i loro costi di gestione. L'ultimo rapporto dell'Ispra indica comunque un positivo aumento della percentuale della raccolta differenziata

Cala di quasi 1,1 milioni di tonnellate la produzione nazionale dei rifiuti urbani che, tra il 2010 e il 2011, segna un -3,4%; una diminuzione che prosegue anche nel 2012 riducendosi ulteriormente, nel biennio, di 2,5 milioni di tonnellate (- 7,7%). La produzione nazionale si attesta al di sotto di 30 milioni di tonnellate (valore analogo a quelli rilevati negli anni 2002/2003). L’anno scorso ogni abitante italiano ha prodotto 504 kg di rifiuti, ben 32 kg in meno rispetto al 2010. Questi i dati del Rapporto Rifiuti Ispra 2013, che include anche i dati preliminari relativi al 2012.

Si tratta di un calo non dovuto a comportamenti virtuosi messi in atto da cittadini e amministrazioni – anche se in questo settore gli esempi virtuosi legati alla riduzione e al riciclo dei rifiuti non mancano – quanto piuttosto di una delle conseguenze della crisi economica. Nonostante il calo delle quantità, però, la spazzatura ci costa di più: il servizio di igiene urbana riferisce di una spesa media annua pro capite di 157,04 euro (+4,6% rispetto all’anno 2010), imputabili alla gestione dei rifiuti indifferenziati per il 42,6%, alle raccolte differenziate per il 24%, allo spazzamento e al lavaggio delle strade per il 14,4% e ai costi generali del servizio e del capitale investito per la rimanente percentuale. Il costo di gestione di 1 kg di rifiuto urbano ammonta a 29,2 centesimi: per ogni kg di rifiuti si spendono 27 centesimi di euro al Nord, 31 centesimi al Centro e 32 centesimi al Sud. Ogni abitante spende in media all’anno 144 Euro al Nord, 193 Euro al Centro e 157 Euro al Sud.

Queste differenze sono dovute sia alla maggior quantità di rifiuti prodotta, per esempio, dal Centro rispetto alle altre due aree di riferimento ma anche alla diversa gestione che al Nord ha portato a una diminuzione della quota di indifferenziata, la maggior voce di spesa, a favore della raccolta differenziata. A livello nazionale questa si attesta al 37,7% nel 2011 e al 39,9% nel 2012. Il Nord resta l’area italiana più differenziata con una percentuale di raccolta complessiva che supera il 50%, mentre Centro e Sud raggiungono rispettivamente 32,9% al 26,7%. A livello regionale, Veneto e Trentino Alto Adige differenziano il 62,6% e il 62,3% dei rifiuti, mentre Sicilia e Calabria mostrano tassi inferiori al 15%.

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