I mozziconi sono inquinanti e pericolosi per l’ambiente. Per questo L'Enea (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) chiede che vengano classificati e trattati come rifiuti velenosi e dannosi per il nostro Pianeta. Organizzando la raccolta in appositi contenitori
Aumenta ogni giorno il numero degli studi scientifici che evidenziano le conseguenze negative che del fumo sulla nostra salute. Ma le sigarette non fanno male solo a noi: provocano anche moltissimi danni all’ambiente.
L’azione dannosa delle “bionde” prende il via al momento della produzione e dell’essiccazione del tabacco, per cui ogni anno vengono sacrificati 2,5 milioni di ettari di foresta. La deforestazione riguarda principalmente gli Stati a basso reddito e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 5 percento del disboscamento nei Paesi in via di sviluppo è dovuto proprio a questa coltivazione, che in più ha un forte impatto ambientale anche in termini di pesticidi, antiparassitari e fertilizzanti usati.
Una volta realizzate, le sigarette vengono immesse sul mercato, comprate e quindi accese. Il fumo di tabacco è stato classificato come cancerogeno di Classe 1 dallo IARC, nonché come inquinante tossico per l’aria dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente della California. La combustione del tabacco produce più di 4500 sostanze chimiche ad azione irritante, nociva, tossica, mutagena e cancerogena. Una parte di tali sostanze – tra cui nicotina, catrame, condensato, gas tossici, polonio 210 e acetato di cellulosa – rimane imprigionata nel filtro e nella porzione di tabacco non consumato. Di queste sostanze si è discusso il 21 gennaio scorso presso la sede ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) di Roma, durante la giornata di studio L’impatto ambientale del fumo di tabacco. Le cicche di sigaretta: un rifiuto tossico dimenticato. L’indagine ha evidenziato che, non esistendo normative nazionali che ne limitino la dispersione in ambiente, ma solo singole iniziative da parte di alcuni comuni, la maggior parte delle cicche imbrattano i marciapiedi e il suolo, o finiscono nelle fogne e nelle acque superficiali, contaminandole. Di conseguenza, secondo l’ENEA, sarebbe opportuno classificare le cicche come un rifiuto tossico per l’ambiente e trattarle come tali, prevedendo, ad esempio, appositi raccoglitori.
Al contrario, i mozziconi oggi vengono abitualmente abbandonati senza alcuna attenzione. Secondo alcune stime, soltanto nel nostro Paese vengono disperse giornalmente nell’ambiente 195 milioni di cicche, ovvero 72 miliardi l’anno. Complessivamente, 4,5 milioni di miliardi nel mondo ogni anno, contenenti 7.800 tonnellate di agenti chimici pericolosi. E una ricerca delle Nazioni Unite sostiene che i mozziconi sono al primo posto nella top-ten dei rifiuti che soffocano il Mediterraneo (il 40 percento dei rifiuti, contro il 9,5 delle bottiglie di plastica). Senza dimenticare i danni che possono provocare le sigarette ancora accese buttate o abbandonate nell’ambiente.