Wise Society : Inquinamento luminoso: gli astronomi chiedono di fermare i satelliti di Elon Musk

Inquinamento luminoso: gli astronomi chiedono di fermare i satelliti di Elon Musk

di Patrizia Riso
24 Aprile 2023

A dirlo è un gruppo di scienziati ed esperti in un articolo pubblicato su Nature Astronomy il 20 marzo 2023. Tra le compagnie coinvolte, spicca ovviamente il nome di Elon Musk con la sua Starlink, una costellazione di satelliti posti su orbite vicine alla Terra, a circa 550 km distribuite sull’intero globo. La diffusione capillare di questi satelliti offre l’accesso a Internet ad alta velocità e bassa latenza agli utenti di tutto il mondo, anche nei posti più remoti e in viaggio. Ma, come sempre, a fare le spese di un servizio efficiente per gli esseri umani è l’ambiente.

Quella che segue è la foto scattata dalla fisica Victoria Girgis dall’osservatorio di Lowell Observatory in Arizona. Nell’immagine si vedono delle scie luminose di luce riflessa lasciati da più di 25 dei 60 satelliti lanciati da Starlink nel momento in cui passano davanti al telescopio. Sebbene la luminosità dei satelliti diminuisca gradualmente andando verso la loro orbita finale, l’interferenza che creano resta notevole anche considerando che l’immagine è del 25 Maggio 2019, ma oggi i satelliti di Starlink in orbita sono 4400.

Scia luminosa lasciata dai satelliti

Foto Iau.org

Cosa è l’inquinamento luminoso

Stiamo insomma parlando di inquinamento luminoso. Ma di cosa si tratta? Ebbene, è l’irradiazione di luce rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste. Tutti gli impianti di illuminazione, industriali o privati di grosse dimensioni, posizionati inclinati e non orizzontali disperdono moltissima luce verso l’alto. In altre parole: l’illuminazione notturna artificiale, indicata con l’acronimo ALAN Artificial Light At Night, è utile ma comunque inquinante.

La Convenzione ONU del 1979 sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza definisce inquinamento atmosferico «il rilascio, diretto o indiretto dovuto all’attività umana, di sostanze o energia nell’aria che hanno effetti nocivi per la salute umana o per l’ambiente in un altro paese e per il quale il contributo delle fonti di emissione o dei gruppi di fonti non può essere distinto». La parola chiave è energia perché include anche il riscaldamento, il rumore e la luce appunto. Quindi, i satelliti LEO, low Earth orbit, si sono aggiunti a peggiorare la situazione.

Gli effetti dell’inquinamento luminoso

«Oggi, a causa dell’inquinamento luminoso, non ci sono quasi più luoghi remoti disponibili sulla Terra che abbiano le caratteristiche per installare un osservatorio astronomico: assenza di inquinamento luminoso, un alto numero di notti nitide e buona esposizione», scrivono gli astronomi Fabio Falchi, Salvador Bará, Pierantonio Cinzano, Raul C. Lima & Martin Pawley che firmano l’articolo di Nature Astronomy. Non è il primo allarme sul tema.

Un altro studio pubblicato a gennaio 2023 sulla rivista scientifica Science, sottolinea come, dal 2011 al 2022 la luminosità del cielo è aumentata del 7-10% all’anno nella banda visibile, cioè la porzione di cielo visibile ai nostri occhi. Cosa rischiamo di perdere con tutto questo affollamento di luci in cielo? Gli effetti già in atto dell’eccessiva luminosità notturna sono di diverso tipo:

  1. Ecologico: il cielo notturno si sta trasformando in modo semi permanente, influenzando negativamente il ciclo della fotosintesi clorofilliana notturna.
  2. Scientifico: chi studia il cielo ha sempre più difficoltà a continuare a farlo.
  3. Culturale: l’eccessiva luminosità del cielo limita la visibilità per tutta la popolazione mondiale.
  4. Economico: l’abuso di illuminazione pubblica e privata aumenta i costi e gli sprechi.

La situazione in Italia, in Europa e nel mondo

Nonostante si tratti di una tematica di pertinenza nazionale, in Italia non abbiamo ancora una legge per ridurre l’inquinamento luminoso, ma singoli interventi legislativi regionali. Eppure la situazione non è rosea. Da un’analisi del 2016 pubblicata su Science e firmata tra gli altri nuovamente da Fabio Falchi, l’Italia risultava il paese più inquinato assieme alla Corea del Sud tra gli stati membri del G20. Secondo l’equipe scientifica che firma l’articolo, l’83% della popolazione mondiale e più del 99% di quella di Europa e Stati Uniti vive sotto un cielo inquinato. Più di un terzo dell’umanità non può vedere la via lattea.

Mappa sull'inquinamento luminoso

Cosa si può fare a livello locale

È interessante notare come le compagnie di Elon Musk, Starlink e Spacex, parlino già di sostenibilità spaziale definendo una nuova forma interplanetaria di greenwashing. Viaggi spaziali e satelliti a parte, cosa possiamo fare nel nostro piccolo?

  • Scegliere e progettare bene l’illuminazione esterna delle nostre abitazioni.
  • Partecipare ad iniziative di osservazione del cielo stellato e seguire associazioni attive sul tema.
  • Informarci sulle leggi regionali e regolamenti comunali come il Piano Comunale dell’Illuminazione per il Contenimento dell’Inquinamento Luminoso (PICIL).
  • Chiedere la verifica degli impianti privati e industriali e la bonifica quando necessario.
  • Richiedere agli enti locali l’installazione di impianti di illuminazione pubblica regolabili con sensori di presenza per illuminare quando serve, con le quantità minime necessarie.

Patrizia Riso

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