Wise Society : Future Farming District, il progetto italiano del maggiore sito di vertical farming al mondo

Future Farming District, il progetto italiano del maggiore sito di vertical farming al mondo

di Maria Enza Giannetto
28 Luglio 2022

A Capriolo, in provincia di Brescia, nasce il grande progetto di vertical farming ideato dall’azienda Zero. Da completare entro il 2025 promette grandi rivoluzioni nell’ambito dell’agricoltura senz’acqua e luce naturale

Il più grande sito di vertical farming al mondo. Punta a questo primato il progetto di Future Farming District che nasce dalla rigenerazione di un complesso di archeologia industriale situato a Capriolo, in provincia di Brescia. Il progetto – ideato dall’azienda Zero, società tecnologica ad alto impatto attiva nel campo del vertical farming – sarà completato entro il 2025 e promette grandi rivoluzioni nell’ambito dell’agricoltura senz’acqua e luce naturale.

Vertical Farming: la coltivazione dell'insalata

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Il progetto Future Farming District

Il Future Farming District di Capriolo nasce dalla collaborazione industriale tra Zero – e Iseo Idro (società di investimento specializzata nell’acquisizione e nella gestione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili). Quella di Capriolo è la prima istanza del format Future Farming District che il gruppo di lavoro prevede, però, di replicare in altre località italiane.

Future Farming District punta, infatti, alla costruzione di un ecosistema circolare integrato, unico nel suo genere, scalabile e replicabile in altri contesti. Un sistema che abbina la produzione locale di energia pulita da fonti rinnovabili a impianti di coltivazione in vertical farm di taglia e configurazione flessibile.

Dove nascerà il primo distretto

L’area scelta per il primo Future Farming District è, appunto, quella del Parco dell’Oglio, in una posizione strategica che consente di raggiungere tutto il nord Italia, la Svizzera, il sud della Germania e l’Austria con una logistica di corto raggio. Qui un tempo sorgeva il principale sito produttivo del gruppo tessile NK. Con un corpo architettonico principale edificato all’inizio del 1900 e successivi ampliamenti effettuati negli anni ‘50 e ‘70, il sito occupa una superficie di oltre 200.000 mq, con aree coperte complessive di circa 25.000 mq, e si affaccia direttamente sul fiume.

Vertical farming, senza terra né luce naturale

Gli impianti di coltivazione in vertical farm, che sfruttano la tecnologia proprietaria di ZERO –  Zero Modular Architecture (tecnologia hardware-software proprietaria per realizzare, appunto, su scala industriale, impianti) – per coltivare eliminando completamente la terra, vengono allestiti sia all’interno dell’immobile storico sia in un’area limitrofa al sito industriale e possono contare sull’alimentazione che viene direttamente da energia pulita proveniente da un sistema di centrali idroelettriche situate sul fiume Oglio, la maggiore delle quali all’interno del complesso industriale.

Vertical Farming

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Che cosa sono le vertical farms

Ma se siamo un po’ più abituati a sentir parlare di boschi verticali, è interessante anche capire meglio cosa sono le vertical farms. Queste coltivazioni, anche seguendo una tecnologia tipica dell’agricoltura idroponica consentono un sostanziale risparmio di acqua – oltre il 95% rispetto all’agricoltura intensiva – e una produzione per unità di superficie centinaia di volte superiore alla coltivazione tradizionale in campo.

Il loro limite è però l’elevato fabbisogno energetico, che le rende di fatto un’attività energivora con un impatto ambientale in termini di carbon footprint. L’unico modo per ridurre questo impatto è alimentarle direttamente con energia pulita prodotta nel sito dove sono installate. Questo modello di autoconsumo è alla base del format Future Farming District e della sua missione: rendere i prodotti dell’agricoltura verticale e le loro qualità finalmente  accessibili a una platea più ampia di consumatori.

Gli obiettivi del progetto Future Farming District di Zero

“Realizzare in Italia il primo Future Farming District è una sfida – afferma Daniele Modesto, ceo di Zero -: l’Italia è il Paese della tradizione agricola e gastronomica. La nostra agricoltura tecnologica, senza terra, con la luce artificiale al posto del sole, può sembrare eretica. Abbiamo lavorato per anni sottotraccia per costruire strumenti nuovi che ci permettono oggi di pianificare un progetto ambizioso e di eseguirlo velocemente, in maniera sostenibile per l’ambiente e per gli investitori”.

Una produzione a marchio e in partnership con la grande distribuzione

Il sito produttivo di Capriolo quindi sarà dedicato a una piccola produzione a marchio e a una più ampia strategia di partnership con la grande distribuzione finalizzata ad avviare programmi di private label. “Riteniamo – prosegue Modesto – che la strategia migliore per far conoscere i prodotti dell’agricoltura verticale e renderli più accessibili, di fatto democratizzando l’accesso a prodotti buoni per il consumatore e per l’ambiente, sia affidare buona parte della nostra capacità produttiva ai principali retailer nazionali: solo loro possono avere la capacità e gli strumenti per spiegare al pubblico i vantaggi offerti dall’agricoltura verticale, allargando la platea di riferimento”.

La partnership con Ideo Idro

“La nostra filosofia di investimento– sottolinea Elias Pezzedi, ceo di Iseo Idro – vede nei sistemi di produzione di energie rinnovabili qualcosa di più di un investimento finanziario. Vediamo il motore di progetti industriali sostenibili. Le vertical farm di Zero sono il complemento ideale dei nostri impianti: i prodotti coltivati nel Future Farming District di Capriolo sono come batterie naturali che immagazzinano la forza dell’acqua che scorre nel fiume”.

Le colture che verranno avviate alla produzione

Dopo l’avvio della produzione, nei mesi scorsi, è previsto un progressivo incremento della capacità produttiva che, a completamento della fase uno, raggiungerà circa 1.300 tonnellate annue su una superficie di coltivazione in vertical farm di 31.000 mq. Si tratterà di uno dei maggiori siti di vertical farming al mondo, pronto per il raddoppio con fase 2. Grazie alla modularità e alla rapidità di installazione della tecnologia Zero, la capacità produttiva verrà installata progressivamente e rapidamente, sulla base del livello della domanda registrata sul mercato. Il sito sarà dedicato alla coltivazione di una gamma di insalate monovarietà e mix, una selezione di erbe aromatiche e microgreens. A questa selezione di prodotti in una fase successiva si aggiungeranno fragole di alta qualità prodotte tutto l’anno.

Maria Enza Giannetto

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