Gli studenti della Minnesota University hanno interpretato 135 anni di riscaldamento globale attraverso una performance di strumenti a corda
A dire il vero già un paio di anni Daniel Crawford, studente alla University of Minnesota – in collaborazione con Scott St. George, professore e geografo – aveva avuto un’idea simile interpretando col suo violoncello la prima canzone dedicata al tema del riscaldamento globale.
In quel video Crawford suonò l’amato strumento e in base ai dati forniti della Nasa creò una musica che diveniva più acuta mano a mano che la temperatura globale del mondo si alzava col passare degli anni. A distanza di due anni il duo Crawford-St George è tornato alla carica sul tema con un video in cui questa volta i musicisti che appaiono sono quattro (studenti sempre della stessa università del Minnesota: Julian Maddox e Jason Shu al violino, Alastair Whiterspoon alla viola e Nigel Witherspoon al violoncello) e in cui ognuno di loro interpreta l’innalzamento della temperatura di una delle quattro zone climatiche in cui è stato suddiviso il pianeta. Il violoncello infatti interpreta le temperature della zona equatoriale, la viola la latitudine media e i due violini rispettivamente le alte latitudini e l’artico.
Il concerto inizia dal 1880 e con il passare dei secondi arriva ai giorni nostri. Più la temperatura sale e più le note degli strumenti cambiano diventando più acute e testimoniando l’aumento delle temperature nelle quattro aree negli ultimi 135 anni. Per una differenza enorme anche di suono comprensibile anche per coloro che sono a digiuno di musica classica.
«Il cambio climatico è un tema che riguarda tutte le generazioni e che le persone non comprendono fino in fondo nella sua gravità. Attraverso l’immediatezza della musica cerchiamo di sensibilizzare le persone su questo problema», spiega Daniel Crowford.