Mentre sui media il problema dei cambiamenti climatici viene oscurato dalla crisi economica mondiale, nel mondo scientifico la ricerca va avanti. E le notizie non sono buone. Le ultime sono state divulgate dal Potsdam Institute for Climate Impact Research, un istituto tedesco le cui proiezioni ipotizzano che il livello degli oceani potrebbe crescere di 2,3 metri per ciascun grado di aumento della temperatura.
Lo studio combina dati storici con simulazioni che analizzano le variabili che contribuiscono maggiormente all’innalzamento del mare nel lungo termine: espansione termica degli oceani, scioglimento dei ghiacciai e delle calotte artiche e antartiche. Se le prime due sono le variabili che hanno inciso di più sull’aumento fino a oggi, sarà lo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia e Antardide a diventare determinante nei prossimi due millenni.
I ricercatori sono sicuri che le stime sul benchmark di crescita siano precise. «In passato c’era più incertezza – ha detto Anders Levermann, a capo del team di ricercatori – Ora, mettendo insieme tutte le attuali conoscenze, possiamo dire che gli oceani saliranno di 2,3 metri per ciascun grado di aumento della temperatura globale».
Secondo l’IPCC – il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite – nell’ultimo secolo il livello dei mari è cresciuto di 17 centimetri, con un tasso di crescita salito fino a 3 millimetri l’anno. La temperatura globale è cresciuta di 0,8 gradi dall’epoca della Rivoluzione Industriale, ed è probabile che salga ancora da 0,4 a un grado nei prossimi vent’anni, rispetto al ventennio 1985-2005. Quasi 200 nazioni alla Conferenza di Copenaghen del 2009 si sono accordate per limitare la crescita a meno di 2 gradi rispetto all’era preindustriale, ma per ora mancano seri e vincolanti progetti concreti.
Ci si augura che dalla pubblicazione di nuovi dati e nuove evidenze scientifiche discendano una maggiore consapevolezza politica e concrete azioni di contrasto. Un aumento del livello del mare di 2 metri sarebbe sufficiente a sommergere tratti di terra come la Florida o il Bangladesh. Uno scenario che, secondo alcuni, è già irreversibile nel lungo periodo.