Secondo un nuovo maxi studio internazionale, le polveri sottili respirate dalle donne incinte aumentano il rischio di far nascere un bambino sotto peso limitando le sue possibilità di sopravvivenza
L’inquinamento sta mettendo a rischio il futuro del nostro Pianeta: è ora di correre ai ripari. Quante volte abbiamo già sentito questo allarme? Il rischio però non riguarda solo la qualità delle acque dei mari e dei fiumi, la sicurezza di quello che mangiamo e la nostra stessa salute: riguarda direttamente i nostri figli.
Secondo i risultati di un recente studio internazionale condotto su oltre tre milioni di bambini di 14 località, fra il Regno Unito, il Nord e Sud America, l’Asia e l’Australia, e pubblicato su “Environmental Health Perspectives”, lo smog aumenterebbe i rischi di nascite sottopeso. Le polveri sottili in particolare, sia Pm10 sia Pm 2.5, avrebbero un impatto notevole sulla salute dei piccoli molti dei quali nascono sotto la soglia dei 2,5 chilogrammi e sono molto deboli e vulnerabili. Il basso peso è collegato infatti a un aumentato rischio di morte infantile, a cattive condizioni di salute croniche e ad anomalie nello sviluppo mentale. Questo impatto è più evidente nelle zone del pianeta dove l’inquinamento ha superato i livelli di guardia – pensiamo alla Cina che dall’inizio del 2013 è in piena emergenza ambientale avendo superato la soglia di 500 PM2.5 – ma tutte le metropoli ne sono coinvolte.