Sempre più persone soffrono a causa del lavoro di disturbi mentali e psicosomatici. La psicologa Sharon Melnick, fra le massime esperte mondiali del settore che ha lavorato con istituzioni quali Nazioni Unite e Casa Bianca, ci spiega come superare un modello economico-organizzativo nocivo per le persone e per l'intera società
Alcuni studi dimostrano che oltre il 70% delle persone che lavorano in azienda è colpito da una qualche forma di burnout, lavora cioè in condizioni di stress, frustrazione e demotivazione, con conseguenze che possono portare anche al deterioramento del proprio benessere fisico e a sintomi psicosomatici, come l’insonnia, o psicologici, come la depressione. Ancora, sempre secondo alcune ricerche, circa il 50% dei Millennials arriva a lasciare il lavoro proprio a causa di questo problema.
Una vera e propria emergenza sociale che si inserisce in un contesto più ampio che riguarda tutta la nostra contemporaneità e che non a caso fa parlare economisti e studiosi di una vera e propria “economia del burnout”, alimentata da un modello economico focalizzato costantemente, in modo quasi ossessivo, sulla produttività e sulla crescita a tutti i costi, anche attraverso l’esasperata flessibilizzazione del lavoro tipica della gig economy. Un modello che sta portando a un’esplosione di disturbi mentali e psicofisici fra le persone.
Abbiamo parlato di questo, ma anche di come uscire da questo approccio limitato e dannoso per le persone all’interno delle organizzazioni con una grande esperta del settore, Sharon Melnick, che abbiamo incontrato al Wobi di Milano. Psicologa aziendale, executive coach e autorità mondiale in materia di resilienza e potere, come Ceo di Horizon Point Inc., ha lavorato con istituzioni come la Casa Bianca, le Nazioni Unite e l’Accademia militare di West Point e in questa videointevista offre interessanti spunti su come superare all’interno delle aziende questo approccio economico-organizzativo che favorisce il burnout.
Innanzitutto attraverso leader di nuova generazione, dotati di nuove sensibilità e skill, e modelli organizzativi più centrati sulle persone, che sono in grado di portare beneficio sia ai lavoratori che alle aziende, che in tal modo possono migliorare il proprio ambiente di lavoro e, di conseguenza, anche i risultati ottenuti, e trattenere con maggiore facilità le proprie risorse più talentuose, che altrimenti rischierebbero di perdere…
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Intervista e testi: Vincenzo Petraglia
Riprese: Fabio Restelli
