Wise Society : Archeologia industriale: 15 siti imperdibili da visitare in Italia

Archeologia industriale: 15 siti imperdibili da visitare in Italia

di Lucia Fino
14 Gennaio 2025

Visitare i luoghi legati al passato industriale del nostro Paese significa guardare attraverso una lente in grado di disvelare dinamiche sociali, economiche e ambientali inedite. Ecco qualche suggerimento, da nord a sud

Un viaggio affascinante attraverso le località che raccontano la storia produttiva di un territorio: seguendo gli itinerari dell’archeologia industriale si può scoprire un’Italia diversa, anche dal punto di vista turistico. Vecchie fabbriche, miniere, mulini, solfatare, e addirittura interi borghi creati intorno alle manifatture per ospitare gli operai diventano oggi luoghi da visitare per riscoprire un lato inedito del passato del nostro Paese. L’archeologia industriale valorizza e riporta in vita strutture che sono spesso capolavori di ingegneria, arte e architettura. Posti davvero speciali perché da una parte sono la testimonianza di come vivevano i nostri antenati e dall’altra la dimostrazione di come la cura del dettaglio e della bellezza ispirassero anche i luoghi dedicati al lavoro. Visitare questi luoghi è un modo perfetto per trascorrere un weekend non lontano da casa, scoprendo un mood d’epoca che può lasciare stupiti anche i più piccoli. Prima di scoprire i 15 siti di archeologia industriale da noi selezionati, andiamo a scoprire meglio di cosa si tratta per arrivare preparati alla prima gita. 

Archeologia industriale: Crespi d'Adda

Foto Shutterstock

Cos’è l’archeologia industriale

Si tratta di una disciplina relativamente recente che studia, documenta e conserva i resti delle attività industriali del passato, spesso con l’obiettivo di valorizzarli come patrimonio culturale. Secondo la definizione dell’AIPAI (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale), l’archeologia industriale si occupa di quei beni materiali e immateriali che testimoniano le trasformazioni economiche e tecnologiche della società. In Italia, questa disciplina è un’opportunità concreta per mettere insieme in modo armonioso storia, cultura e paesaggio.

L’archeologia industriale non si limita a catalogare ruderi, strutture e macchinari: è una lente per comprendere le dinamiche sociali, economiche e ambientali del passato. Nel nostro Paese l’AIPA  è infatti impegnata in diversi progetti volti alla tutela e valorizzazione del patrimonio industriale italiano promuovendo eventi, convegni e attività per diffondere al meglio la cultura del patrimonio industriale e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della sua conservazione. Ogni anno fra l’altro l’associazione organizza l’AIPAI Photo Contest, un concorso fotografico annuale, aperto a professionisti e non di tutte le età, che invita i partecipanti a immortalare e raccontare, attraverso le immagini, paesaggi e architetture dell’industria e del lavoro dei secoli scorsi nelle nostre regioni.

Stabilimento Florio, tonnare di Favignana

Stabilimento Florio, tonnare di Favignana – Foto Shutterstock

15 mete di archeologia industriale da non perdere in Italia

Nata come “settore di nicchia”, l’archeologia industriale interessa oggi anche i non addetti ai lavori: oggi sono sempre di più gli appassionati e curiosi che si accostano a mete a prima vista più insolite per scoprire un passato sconosciuto ai più. Dalle piccole industrie ai modelli più articolati come Crespi d’Adda in Lombardia, ce n’è davvero per tutti i gusti lungo tutta la Penisola.  Ecco, allora, oltre 10 mete da scoprire da Nord a Sud.

Villaggio di Crespi d’Adda (Lombardia)

Fondato nel 1878 dalla famiglia Crespi lungo il fiume Adda e intorno al suo opificio tessile, questo villaggio operaio è davvero sorprendente. Conservato benissimo e ancora oggi abitato, è un esempio di comunità autonoma progettata per garantire il benessere degli operai. Oltre alle abitazioni, includeva una scuola, una chiesa, un ospedale, strutture sportive e un cimitero. Non a caso è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1995 per il suo valore come testimonianza dell’urbanistica industriale.

Una passeggiata attraverso le sue strade è come tornare indietro nel tempo, alla scoperta di un modello di “città ideale” che concilia, secondo un’idea all’epoca all’avanguardia, il perfetto equilibrio fra vita e lavoro. Si possono prenotare visite guidate così da scoprire più da vicino la vita degli operai e delle loro famiglie alla fine dell’Ottocento.

Centrale Idroelettrica Taccani (Trezzo sull’Adda, Lombardia)

Sempre nello stesso angolo di Lombardia la Centrale Idroelettrica Taccani, costruita nel 1906 su progetto dell’architetto Gaetano Moretti, è unica per il suo stile architettonico ispirato all’Art Nouveau. Alimentata dalle acque del fiume Adda, e ancora oggi attiva, la struttura unisce funzionalità e bellezza estetica: imponente e nello stesso tempo elegante, con dettagli in pietra locale si integra perfettamente nel paesaggio. Il sito offre visite guidate che raccontano l’evoluzione della produzione di energia elettrica.

Ex Officine Galileo (Firenze, Toscana)

Fondate nel 1864, le Officine Galileo di Firenze divennero presto un polo tecnologico all’avanguardia nella produzione di strumenti ottici, elettrici e scientifici. Negli anni hanno realizzato telescopi, radar e apparecchiature per la difesa. Oggi l’area è riqualificata, e una parte delle strutture storiche è stata convertita in spazi culturali e industriali, con esposizioni e conferenze che celebrano il passato innovativo di questo sito dove si possono ammirare gli “antenati” delle apparecchiature che ancora oggi consideriamo indispensabili. La biblioteca delle Officine ospita inoltre più di 4.000 libri tecnici.

Museo della Centrale Montemartini (Roma, Lazio)

Situata nel quartiere Ostiense di Roma, questa centrale termoelettrica dismessa del 1912 ospita dal 1997 una collezione eccezionale di statue romane e reperti archeologici che fanno parte delle Collezioni dei Musei Capitolini. La suggestiva contrapposizione tra i macchinari industriali della Centrale Montemartini e l’arte classica, con mosaici e statue grandiose o affascinanti come il Ritratto di Cleopatra, crea un percorso espositivo unico che celebra il dialogo tra innovazione e storia, un luogo dove il passato produttivo e quello artistico si incontrano in modo unico. Il museo offre anche eventi con visite immersive per i giovanissimi, incontri e concerti.

Villaggio Leumann (Collegno, Piemonte)

Progettato dall’industriale svizzero Napoleone Leumann tra il 1875 e il 1907 il Villaggio Leumann ospitava gli operai del cotonificio omonimo. Un posto incantato con le sue deliziose casette dai tetti spioventi, ognuna con giardino e con gli edifici in stile liberty dalle decorazioni raffinate. Da vedere la Chiesa di Santa Elisabetta in stile eclettico e la stazione d’epoca (la Torino – Rivoli). Ancora oggi il villaggio conserva la sua identità ed è meta di visite guidate e iniziative culturali che raccontano l’evoluzione della vita operaia.

Villaggio Leumann

Villaggio Leumann – Foto Shutterstock

Ex Area Ansaldo (Milano, Lombardia)

Un tempo cuore pulsante della produzione meccanica italiana, oggi l’ex area Ansaldo di Milano, non lontano dai Navigli, è un importante polo culturale, con spazi luminosi e accoglienti. Ospita il Museo delle Culture (MUDEC), con un’esposizione permanente in continua evoluzione e spazi per importanti mostre di arte e fotografia. L’architettura industriale è stata mantenuta, con i suoi grandi capannoni, lineari e imponenti, e molti dettagli che ne ricordano il passato produttivo.

Fabbrica Alta di Schio (Veneto)

Costruita nel 1862 per volontà dell’industriale Alessandro Rossi, questa fabbrica tessile un tempo sede della Lanerossi è un simbolo dell’industrializzazione del Veneto. La struttura, alta ben 42 metri, era all’avanguardia per l’epoca grazie all’introduzione di tecnologie moderne. Spostata la produzione negli anni ’60, la vecchia struttura della Lanerossi che ospitava in ognuno dei sei piani (cinque più un sottotetto) una fase specifica della lavorazione della lana (cardatura, filatura, spolatura, ritorcitura, tessitura e rammendatura) ha perso la sua funzione originaria rimanendo però notevole per la sua architettura slanciata e spigolosa. Oggi è in fase di recupero per progetti culturali e turistici, con eventi e visite che ne raccontano la storia.

Miniere del Monte Amiata (Toscana)

Le miniere del Monte Amiata, attive dal XIX secolo fino agli anni ‘80, sono state uno dei più importanti centri di estrazione del mercurio in Europa. Ora trasformate in un parco-museo, il Museo Minerario di Abbadia San Salvatore, che offre tour guidati nelle gallerie e approfondimenti sulla vita quotidiana dei minatori, arricchiti da esposizioni multimediali che rendono l’esperienza coinvolgente, riportando in vita la difficile quotidianità dei lavoratori.

Marghera (Veneto)

Zona portuale e industriale nata agli inizi del Novecento, Marghera è stata il cuore dell’industria chimica italiana. Oggi molte aree sono abbandonate, ma rappresentano comunque un’importante testimonianza storica e un’occasione per riflettere su rigenerazione urbana e sostenibilità. Sono in corso progetti di recupero che mirano a restituire vitalità a questa zona.

Museo dell’Industria e del Lavoro (Lombardia)

Il passato dell’operosa Lombardia e la sua grande storia industriale rivivono nelle tre sedi del MUSIL (Museo dell’Industria e del Lavoro): il Museo dell’energia idroelettrica a Cedegolo(BS), il Museo del ferro a Brescia e la fabbrica del cinema e il museo delle macchine a Rodengo Saiano (BS): quest’ultimo conserva un vasto patrimonio di macchinari storici, fotografie e documenti legati all’evoluzione delle tecniche produttive italiane oltre a preziose pellicole d’epoca. Le esposizioni interattive rendono il Musil un centro di divulgazione culturale e didattica, prezioso per i ragazzi delle scuole ma anche per i visitatori di tutte le età.

Ex Manifattura Tabacchi di Cagliari (Sardegna)

Una storia affascinante con molti chiaroscuri quella dell’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari: nata nel 1835 dalla trasformazione di un antico convento francescano in un complesso industriale, la manifattura era fra i principali centri di lavorazione del tabacco in Italia e vi lavoravano soprattutto donne, le “sigaraie”. Oggi la struttura recuperata come hub culturale, ospita mostre, convegni, laboratori creativi.

Mulini ad acqua di Pentedattilo (Calabria)

Nell’antico borgo abbandonato di Pentedattilo, che oggi comincia a rinascere, i mulini ad acqua sono la testimonianza di sistema produttivo molto complesso creato fra fine dell’800 e inizi del 900, che sfruttava le risorse naturali del territorio. Restaurati negli ultimi anni, i mulini ad acqua offrono un’esperienza unica e molto suggestiva sospesa tra storia e natura.

Pentedattilo

Pentedattilo – Foto Shutterstock

Museo dell’Archeologia Industriale di Maglie (Puglia)

Inaugurato nel 2024, il Museo dell’Archeologia Industriale- MAI nella bella cittadina di Maglie (LE) celebra il passato industriale della Terra d’Otranto, con esposizioni dedicate alle attività manifatturiere locali, come la produzione di olio e tessuti. Un museo appena nato che promette di diventare un polo culturale e che permette ai visitatori di fare un incredibile viaggio nel tempo e nelle tradizioni produttive della Puglia.

Ex Solfatare di Lercara Friddi (Sicilia)

Le solfatare sono un simbolo della Sicilia e un parte importante del suo passato industriale. Le miniere di zolfo di Lercara Friddi, servite anche da una ferrovia per il trasporto del minerale, furono un punto cardine dell’economia siciliana tra il XIX e il XX secolo: un luogo dove il lavoro era durissimo e spesso i lavoratori appena adolescenti. Oggi l’area è un sito archeologico che permette di scoprire le condizioni di vita e lavoro dei minatori, attraverso percorsi storici e naturalistici.

Tonnara di Favignana (Sicilia)

Chi ha amato il libro (e la fiction) I leoni di Sicilia di Stefania Auci non può perdersi una visita alla Tonnara di Favignana, regno di Ignazio Florio. Questa antica tonnara dell’800 con i suoi tetti in mattoncini rossi, fra le più grandi del Mediterraneo è oggi riconvertita in museo. L’ex stabilimento Florio nelle sue grandi stanze dai soffitti altissimi ospita reperti, macchinari e documenti che raccontano secoli di cultura marinara siciliana e mostre permanenti di arte e fotografia con scatti di René Burri, Leonard Freed, Herbert List, Sebastião Salgado, Ferdinando Scianna. Le visite guidate includono video e racconti che riportano in vita la tradizione sanguinaria ed epica della “mattanza”.

Lucia Fino

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