Agostino Santoni, ceo della filiale italiana del colosso tecnologico americano fra welfare aziendale, innovazione e cyber security
Il segreto di un’azienda felice? L’attenzione alle persone, ai loro talenti e ai loro desideri innanzitutto. Parola di Agostino Santoni, ceo di Cisco Italia, che abbiamo intervistato a margine del GammaForum di Milano. Non è un caso che nel 2019 il colosso americano dell’IT, specializzato nell’offrire soluzioni tecnologiche avanzate ad aziende ed istituzioni, abbia conquistato la vetta della classifica dell’edizione globale Great place to work e che la filiale italiana abbia vinto quest’anno e svariate altre volte il premio Best Workplaces Italia, dedicato appunto alle migliori aziende in cui lavorare. Welfare aziendale, cyber security, innovazione e sostenibilità, temi quantomai attuali secondo Santoni, sfide che ogni azienda non può non affrontare in una fase di transizione epocale, quale quella attuale, in cui 5G ed IoT apriranno scenari inimmaginabili con ricadute sulla vita di ciascuno di noi ancora non del tutto definite, sia nelle opportunità che nei possibili rischi, legati per esempio alla privacy e alla sicurezza appunto.
Qual è la chiave della competitività per un’azienda che vuole fare la differenza oggi?
Le persone. È importante che ogni persona si senta bene all’interno dell’organizzazione in cui lavora, per dare il meglio di sé. Con le persone che lavorano con noi stringiamo un patto, che si chiama People Deal, basato sulla centralità dell’individuo e il suo benessere, sul rispetto delle aspirazioni di ciascuno, delle diversità, del dare spazio alle proprie passioni e su un impegno reciproco per crescere insieme, sia a livello professionale che umano. È fondamentale favorire la collaborazione fra tutti i componenti di un’organizzazione. L’individuo è importante, ma lo è ancora di più il team. Da noi non si timbra il cartellino e sviluppiamo progetti di early career network, mettendo cioè insieme le persone entrate in azienda da meno di cinque anni con progetti ad hoc per loro e cercando di favorire il più possibile anche lo scambio con chi in azienda lavora da più tempo, perchè un neolaurato pensa in modo diverso rispetto a un cinquantenne ed è utile conoscersi per capirsi meglio e collaborare in modo più efficace.
L’individuo è dunque centrale…
La direzione del personale in Cisco non si chiama più Human Resourses ma People and Community e portiamo avanti diversi progetti e iniziative, anche piccole cose, che vanno proprio in questa direzione. Per esempio, quando una persona da noi fa il compleanno ha un giorno di ferie retribuito riconosciuto, come pure chi lavora con noi ha cinque gioni di ferie in più per dedicarli a progetti sociali. Quando un’azienda crede veramente nella responsabilità sociale d’impresa e sviluppa progetti in questo ambito le persone diventano di base più generose e questo diventa uno strumento fondamentale per creare individui migliori, più collaborativi e ben disposti sia all’interno dell’organizzazione che all’esterno. Il dialogo fra le persone con culture diverse, che chiama in causa il discorso della diversity e dell’inclusione, è imprescindibile se si vuole restare competitivi oggi e la valutazione dell’impatto che ha il proprio business sulla comunità fondamentale.
Cosa fate invece di concreto per la comunità?
Un aspetto su cui abbiamo da sempre puntato come Cisco è rendere la tecnologia il più possibile accessibile a tutti, inclusiva quindi, nel rispetto delle persone e del territorio. Ecco perchè lavoriamo costantemente per dare alle nostre tecnologie quattro caratteristiche fondamentali: essere semplici e aperte, quindi aperte a collaborare con tutti, programmabili e intrinsecamente sicure, investendo molto in ricerca e sviluppo, perché se è vero che Internet connetterà tutto, persone e cose, il grande abilitatore di questo nuovo mondo sarà una Internet sempre più sicura. Caratteristiche che vorremmo estendere anche alle città e ai Paesi in cui operiamo, con cui ci prefiggiamo di fare da ponte proprio tramite la tecnologia. Crediamo profondamente nel concetto del giving back, ovvero del restituire al territorio e alle comunità un valore aggiunto, collaborando per affrontare i problemi o le esigenze che esse esprimono. È così che sono nati la Cisco Networking Academy e il progetto “Digitaliani” per consentire alle persone di trarre vantaggio pienamente dalla digitalizzazione, ridurre lo skill gap, creare concrete opportunità di crescita personale e professionale, occupazione, offrendo formazione professionale Ict a studenti e lavoratori, in ottica di reskilling, e iniziative che puntano al recupero sociale delle persone. Ad esempio nelle carceri – proprio in Italia, col carcere di Bollate, abbiamo avviato il primo progetto worldwide che ha coinvolto Cisco e i detenuti – o per i senzatetto, per dare una seconda possibilità a queste persone, un futuro a chi il futuro non lo vedeva.
La tecnologia, così come può essere uno strumento straordinario di democrazia, può al tempo stesso trasformarsi in uno strumento eccezionale, di controllo e di ghettizzazione Secondo lei si riuscirà a maneggiare la tecnologia in modo equilibrato e saggio?
Come tutte le trasformazioni ci saranno aree, lavori, approcci, problematiche nuove da affrontare innanzitutto per il bene del genere umano. Questioni che devono essere affrontate seriamente insieme, anche a livello istituzionale. Noi pensiamo che l’evoluzione della tecnologia debba avere sempre la persona al centro, che il digitale sia un’opportunità per il genere umano e che in tutto questo enorme cambiamento in corso l’uomo avrà un ruolo ancora più fondamentale. Quello che da sempre come Cisco cerchiamo è rendere Internet disponibile a tutti, quindi uno strumento di grande democrazia e i progetti che stiamo portando avanti anche in Africa, che non ha connettività, vanno in questa direzione. La tecnologia deve essere inclusiva, questa è una delle nostre mission principali.
Internet, con l’ulteriore evoluzione del 5G, che aprirà scenari ancora non del tutto esplorati, pone anche un’altra importante questione, quella della cyber security, anche perché parlare di sicurezza assoluta rimane comunque una chimera…
Negli ultimi anni Cisco ha investito tantissimo in acquisizioni strategiche nell’ambito della sicurezza informatica e in innovazione interna per essere sempre un passo avanti e pronta a far fronte alla maggior parte degli attacchi informatici. È, comunque, impossibile dire che si potrà avere la sicurezza assoluta, non c’è e non ci potrà mai essere una sicurezza assoluta, ma si può diventare bravi ed efficaci prima, durante e dopo un attacco informatico. Ed è quello che stiamo cercando di fare tramite investimenti continui per trovare soluzioni che permettano di sventare le minacce di oggi e di domani.
Tre aggettivi per descrivere un manager e una company wise.
Per un manager, capacità di visione, determinazione, inclusività e capacità di creare energia positiva all’interno di un’organizzazione. Per quel che riguarda un’azienda: essere semplice, aperta, programmabile e sicura. Proprio come Cisco!