Wise Society : Coop: cresciamo con i nostri soci. A partire dai banchi di scuola…

Coop: cresciamo con i nostri soci. A partire dai banchi di scuola…

di Sebastiano Guanziroli
17 Giugno 2011

Dalla difesa della salute, al contenimento dell’impatto ambientale. È lunga la lista di impegni virtuosi portati avanti dalla Cooperativa di Consumatori che gestisce la rete dei noti supermercati. E anche alla base dell’ultimo, meritato riconoscimento c’è la filosofia di sempre: l’ascolto attento dei bisogni e delle richieste di sei milioni di soci. Pronti a sostenerla e migliorarla

Consumers International, organizzazione non-governativa che rappresenta gruppi di consumatori in tutto il mondo, lo scorso anno ha premiato Coop come “migliore catena europea della grande distribuzione” in fatto di responsabilità sociale d’impresa. Un riconoscimento per il lavoro svolto sui propri prodotti, sulla filiera, sui fornitori. Ma anche a una lunga storia di impegno sulle tematiche relative a tutela del consumatore, difesa della salute, solidarietà locale e internazionale, del contenimento dell’impatto ambientale e promozione del volontariato. «Siamo impegnati su molti temi, quelli più caldi e importanti della nostra società, ma in più valorizziamo la nostra specificità: i soci», spiega Alfredo De Bellis, responsabile delle politiche sociali di Coop Lombardia. «Le Coop di consumo hanno oltre 6 milioni di soci, che ascoltiamo e cui chiediamo collaborazione. Sono loro a spronarci. La recente campagna sull’acqua, ad esempio, è la parte finale di un discorso avviato dieci anni fa proprio con i soci», prosegue, «e gli spot che oggi vediamo in tv con testimonial Luciana Littizzetto, hanno alle spalle un grande lavoro: non a caso facciamo educazione al consumo consapevole, nelle scuole, da trent’anni. Un’attività che proprio i nostri associati hanno voluto».

Scelte e impegni condivisi

Il tema della responsabilità per Coop non è una moda. Coinvolge i soci, i comsumatori, e prima di tutto i dipendenti, che devono gestire concretamente e quotidianamente le campagne avviate, informando e sensibilizzando i clienti. Con l’ultima lanciata, “Boschi e foreste”, Coop coglie l’occasione dell’Anno Internazionale dedicato a questo tema per impegnarsi a non commercializzare legno che arriva da foreste primarie  e a certificare Fsc  (garantire cioè solo prodotti realizzati con legno proveniente da foreste gestite in maniera responsabile, tra cui i mobili da esterno e la carta per le confezioni di ciò che viene venduto con marchio Coop).

La scelta delle tematiche di responsabilità sociale è un processo condiviso, e in futuro lo sarà sempre più. «Coop Lombardia sta seguendo molto il tema della partecipazione», prosegue De Bellis, «la domanda che ci facciamo è: come possiamo continuare a stimolare e migliorare il rapporto con i nostri soci? Perché noi vogliamo che il socio si senta parte delle nostre scelte e continui a stimolarci nella giusta direzione. Faccio un esempio: nelle assemblee ci chiedono spesso di valorizzare i prodotti ortofrutticoli italiani. Cosa che già facciamo, ma magari non viene percepita, quindi il richiamo ci sprona a mettere in atto meccanismi che evidenzino ancor di più la provenienza italiana della nostra filiera», conclude il responsabile.

Il Rapporto sociale nazionale

Un quadro d’insieme delle iniziative che le cooperative e gli altri soggetti del sistema Coop promuovono è offerto dal Rapporto Sociale Nazionale, giunto nel 2009 alla sesta edizione. Numeri che certificano la traduzione in fatti, di valori e buoni propositi. Cifre importanti che danno la misura di quale impatto sociale e ambientale abbia una realtà come quella cooperativa italiana. Diretto e indiretto. Nel primo caso sulle aziende che producono per il marchio Coop e che devono rispettare vincoli e impegni stringenti. Nel secondo, su tutte le altre: quando Coop entra in un mercato con tutto il peso della propria forza vendita, inevitabilmente lo spinge a cambiare. De Bellis conferma il circolo virtuoso: «un esempio chiaro su questo punto è la nostra linea “Vivi Verde”, che offre prodotti alimentari da agricoltura biologica e non alimentari realizzati con criteri sostenibili e di compatibilità ambientale. Ha avuto grande successo e le altre marche hanno dovuto seguirci in questo segmento di mercato. Un discorso simile vale per le etichette, che due anni  fa abbiamo rivisitato per dare infomazioni nutrizionali comprensibili e leggibili: sono state prese come modello anche dai nostri concorrenti. O ancora, le informazioni sullo smaltimento del packaging che mettiamo sulle confezioni. È un meccanismo che risale a quasi trent’anni fa, quando venne promossa la campagna “Bianco il bucato, azzurro il mare” che promuoveva detersivi con minor contenuto di fosfati. I concorrenti pensavano che non saremmo mai riusciti a venderli, perchè i consumatori li avrebbero rifiutati . Invece si sbagliavano. E da allora le cose sono  andate in un’altra direzione».

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