Wise Society : Rapporto ecomafie 2019: in Italia sempre la solita storia

Rapporto ecomafie 2019: in Italia sempre la solita storia

di Fabio Di Todaro
6 Luglio 2019

Secondo l'annuale rapporto di Legambiente sono oltre 28mila i reati i commessi prevalentemente nei settori del cemento, del traffico dei beni archeologici, dell’agroalimentare e dei rifiuti per un giro d'affari di 16.6 miliardi di euro.

Il grido d’aiuto non è nemmeno tanto velato: «Basta concentrarsi soltanto sulla presunta emergenza dei migranti. Il Paese ha altre crisi incombenti: le minacce all’ambiente e alla salute prima di tutte, che mettono poi a repentaglio pure l’economia». Da Legambiente, non usano giri di parole nel commentare il rapporto Ecomafie 2019, che fa i conti in tasca al business più recente delle organizzazioni criminali. I numeri, in effetti, svelano una realtà spesso sommersa, ma non per questo di ridotta rilevanza. L’anno scorso il volume di affari – sviluppato nei settori del cemento, del traffico dei beni archeologici, dell’agroalimentare e dei rifiuti – ha portato nelle casse di più di 360 clan la bellezza di 16.6 miliardi di euro.  Oltre 28mila i reati i commessi, di fronte ai quali anche l’introduzione della legge sugli ecoreati ha potuto poco. A livello nazionale, la maglia nera finisce sulle spalle della Campania. Qui – oltre che in Calabria, Puglia e Sicilia – è stato compiuto quasi il 45 per cento delle infrazioni riportate nel dossier. A seguire: Toscana, Lazio e Lombardia.

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Dal rapporto Ecomafie 2019 di Legambiente emerge una realtà spesso sommersa, image: iStock

PIÙ SANZIONI CON LA LEGGE CHE PUNISCE GLI ECOREATI – Seppur in leggero calo rispetto al 2017, il numero di reati compiuti sul fronte ambientale evidenzia un’emergenza ormai consolidata nel nostro Paese. Eppure chi è al Governo sembra non accorgersene. «Servono i numeri per riequilibrare il dibattito politico nazionale – avverte Stefano Ciafani, presidente di Legambiente -. Il tema degli ecoreati non sembra preoccupare più di tanto i nostri politici, dal momento che negli ultimi mesi sono stati approvati il condono edilizio per la ricostruzione a Ischia e il decreto sblocca-cantieri con cui si sono allargate le maglie dei controlli necessari per contrastare infiltrazioni criminali e fenomeni di corruzione. Il nostro auspicio è che il Governo e il Parlamento invertano quanto prima la rotta intrapresa e abbiano il coraggio di continuare il lavoro che nella scorsa legislatura ha visto approvare il maggior numero di norme ambientali di iniziativa parlamentare della storia repubblicana». Una di queste è proprio la normativa sugli ecoreati, che nel 2018 ha permesso di irrogare oltre 1.100 sanzioni (+56 per cento rispetto al 2017). L’inquinamento ambientale è in cima alla lista comportamenti puniti, seguito dalle accuse di disastro ambientale, traffico organizzato di rifiuti, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, delitti colposi contro l’ambiente, impedimento al controllo e omessa bonifica.

LA CLASSIFICA DEGLI ILLECITI AMBIENTALI – Sul fronte dei singoli illeciti, nel 2018 sono aumentati sia quelli legati al ciclo illegale dei rifiuti sia quelli del cemento selvaggio (+ 68 per cento in confronto al 2017). Un incremento che si spiega con una novità sostanziale di questa edizione del dossier. Per la prima volta rientrano infatti nel conteggio anche le infrazioni verbalizzate dal Comando carabinieri per la tutela del lavoro in materia di sicurezza, abusivismo, caporalato nei cantieri e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Nell’anno passato sono risultate in crescita anche le infrazioni nel settore agroalimentare, approfittando soprattutto della falsificazione del Made in Italy. In leggera crescita anche i delitti contro gli animali e la fauna selvatica. Trend costante pure per gli abusi edilizi, soprattutto nelle regioni meridionali. A calare, invece, sono stati gli incendi boschivi, ma solo perchè le condizioni climatiche sono state sfavorevoli.

GLI ASPETTI NUOVI – Tra gli aspetti salienti di questo rapporto, si conferma l’interesse crescente nei confronti del traffico illecito di reperti archeologici e della commercializzazione degli shopper illegali. Per quanto riguarda il settore delle «archeomafie», lo scorso anno è calato il numero dei furti (-6,3 per cento rispetto all’anno precedente) e sono diminuiti sia i sequestri effettuati sia gli oggetti recuperati. Anche in questo caso, la Campania è stata in cima alla lista. Quanto al commercio, nell’ultimo anno e mezzo sono state sequestrate oltre 40 tonnellate di borse di plastica illegali nei principali porti italiani. Novità di questa edizione è, infine, uno specifico capitolo dedicato al mercato nero dei gas refrigeranti HFC, introdotti in sostituzione di quelli messi al bando perché lesivi dello strato di ozono. Una bella fetta di questo mercato internazionale è completamente in nero, anche in Italia.

Twitter @fabioditodaro

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