In alcuni tratti della celebre autostrada americana la società Solar Roadways dei coniugi Scott e Julia Brusaw installerà pannelli solari stradali
Era soltanto un’utopia, all’inizio. È divenuta realtà in men che non si dica, se si considera la portata del progetto. Ci sono voluti due anni a due coniugi statunitensi, Scott e Julia Brusaw, per raccogliere i primi due milioni di dollari con cui avviare la conversione della Route 66: da semplice autostrada a generatore di energia pulita per buona parte del Paese. Il progetto è descritto in un accordo stipulato dallo Stato del Missouri con la Solar Roadways, la società americana che installerà i suoi pannelli solari stradali in alcuni tratti della più famosa autostrada americana.
Route 66: energia pulita da una delle strade più famose del mondo
Lungo quella che è una delle più famose autostrade al mondo, monumento di storia e cultura americane, immortalata in libri, film e canzoni, sarà installato un pavimento di pannelli solari che torneranno utili sia a rendere sicura la viabilità sia a produrre energia pulita: in una quantità considerata tre volte superiore ai consumi annuali del Paese. A spingere per la realizzazione del progetto sono stati i coniugi Brusaw, autori di un’idea che all’inizio più di qualcuno bollava come folle. Invece la loro campagna di crowdfunding – portata avanti con la società di proprietà Solar Roadways, attraverso la piattaforma web Indigogo – ha permesso di raccogliere la cifra di due milioni di dollari e di dare avvio alla rivoluzione. L’obiettivo ultimo è trasformare i 259mila chilometri di autostrade americane in un immenso pannello solare. «Perché non trovare un modo intelligente per usarle come generatori di energia nel tempo in cui non sono occupate da auto e camion?», si sono chiesti marito e moglie, che avevano la soluzione già in tasca.
Storie simili in Olanda e Francia
La loro proposta è stata considerata da subito tecnicamente fattibile, anche perché la prima pista ciclabile solare del mondo, costruita in Olanda, ha superato il proprio obiettivo: oltre novemila i chilowatt di energia prodotti nel 2015, rivestendo settanta chilometri di strada. Mancavano però i fondi per dare forma a un’utopia, nel tempo divenuta sempre più concreta. L’operazione di partecipazione collettiva lanciata attraverso la Rete ha dato i suoi frutti, se i pannelli solari saranno inizialmente installati ai lati della Route 66. Non è in discussione la capacità di reggere anche l’urto di un autoarticolato, mentre come valore aggiuntivo offriranno l’opportunità di riscaldare la strada (in modo da non far accumulare neve e ghiaccio) e trasmettere e ricevere dati in tempo reale sulle condizioni del traffico. Anche la Francia segue con attenzione le iniziative di questo tipo, dato che il Governo transalpino ha già stilato un progetto di pavimentazione di mille chilometri di strada con pannelli fotovoltaici, da completare nel prossimo lustro. A dimostrazione di come i tempi stiano cambiando, c’è che a realizzare l’opera sarà la Colas, azienda fondata nel 1929 che per decenni si è occupata di asfaltare le strade della Francia.
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