Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’University College di Londra, vivere in un ambiente particolarmente inquinato incrementerebbe le probabilità di ammalarsi di depressione e di morire togliendosi la vita.
Gli effetti dello smog sulla salute fisica riguardano soprattutto il funzionamento degli apparati respiratorio e circolatorio. Ma in una fase in cui il tema viene toccato di più rispetto al passato, si scopre che l’inquinamento incrementerebbe le probabilità di ammalarsi di depressione e di morire togliendosi la vita. Fanno discutere le conclusioni di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’University College di Londra, secondo cui vivere in un ambiente particolarmente inquinato incrementerebbe le probabilità di ammalarsi di depressione e di morire togliendosi la vita.
PIÙ DEPRESSIONE E SUICIDI SE L’ARIA È INQUINATA – Gli autori della ricerca, pubblicata sulla rivista «Environmental Health Perspectives», sono giunti a questa conclusione dopo aver passato in rassegna una serie di precedenti studi condotti in diversi Paesi del mondo con l’obbiettivo di studiare l’associazione tra l’esposizione alle polveri sottili e le conseguenze in termini di salute mentale. Lavori che, seppur su campioni ridotti e con metodologie differenti, avevano comunque acceso una spia, portando alla luce un aumento dei casi di ansia, depressione e disturbo bipolare. E, nei casi più gravi, avevano determinato il suicidio di alcune persone. Facendo una sintesi, i ricercatori inglesi hanno confermato l’esistenza di questo legame e, in alcuni casi, sono riusciti a stabilire anche un nesso di causalità diretta. Per documentarlo, gli scienziati hanno fatto notare che, dimezzando in alcuni casi l’esposizione alle polveri sottili, il rischio di ammalarsi di depressione calava anche del 15 per cento.
A RISCHIO I GIOVANI E LE PERSONE FRAGILI – «Adesso sappiamo che c’è un motivo in più per rendere più salubre l’aria che respiriamo», ha dichiarato a caldo la ricercatrice Isabel Braithwaite, prima firma del documento. Nel commento del lavoro, viene spiegato che «non si può ancora affermare che l’inquinamento atmosferico causi direttamente problemi di salute mentale». Ma ci sono alcune prove che suggerirebbero quello che sarebbe il meccanismo alla base dei dati registrati. L’ipotesi, dunque, è più che fondata. E i rischi maggiori riguarderebbero i più giovani (soprattutto per la depressione) e le persone già alle prese con uno o più problemi a livello psicologico. «Le particelle più fini dell’aria possono raggiungere il cervello attraverso il flusso sanguigno e il naso – ha aggiunto Braithwaite -. E l’inquinamento è sicuramente responsabile dell’aumento dell’infiammazione a livello del sistema nervoso centrale e della produzione di alcuni ormoni coinvolti nella risposta allo stress. Due condizioni che sono state collegate a più riprese a un peggioramento della salute mentale».
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