Wise Society : Metano, in Italia su 16 impianti da fonti fossili rilevati 150 punti di dispersione

Metano, in Italia su 16 impianti da fonti fossili rilevati 150 punti di dispersione

di Monica Giambersio
4 Maggio 2023

In Italia viene rilasciato metano nell'ambiente. E i responsabili sono gli impianti energetici in cui si lavora il gas: Legambiente ha fotografato una situazione allarmante, su cui richiede un intervento tempestivo

Tra i numerosi ambiti in cui intervenire per favorire il processo di transizione ecologica e ridurre le emissioni c’è anche quello delle dispersioni di metano in atmosfera da impianti che trattano fonti fossili. In questo settore l’Italia dovrebbe fare qualcosa di più, muovendo in tre direzioni: rafforzare la normativa in vigore, rendere i controlli obbligatori negli impianti e cercare di aumentare il numero degli interventi e delle verifiche. A sottolinearlo è Legambiente che ha realizzato – grazie al supporto di Clean Air Task Force, organizzazione ambientalista no-profit – la campagna “C’è puzza di gas. Per il futuro del Pianeta non tapparti il naso”.

perdite di metano

Foto Shutterstock

Perdite di metano in Italia, la fotografia scattata da Legambiente

L’associazione ha monitorato 16 impianti nel 2022 e nel 2023, tra Sicilia, Campania e Basilicata, strutture legate prevalentemente al trasporto di gas come gasdotti, centrali di compressione, impianti di regolazione e misura di gas, pozzi e centrali di trattamento e raccolta di idrocarburi. Dalle rilevazioni è emerso come, a livello generale, lo “stato generale delle infrastrutture sia caratterizzato da scarsa manutenzione, da un massiccio utilizzo di pratiche di venting (ossia di rilascio volontario di metano direttamente in atmosfera) e da mancanza di dati pubblici”.

Dati e numeri

Nell’ambito delle diverse rilevazioni sono stati inoltre individuati – tramite l’utilizzo di una termocamera a infrarossi “FLIR GF320” – circa 150 punti di dispersione diretti. Di questi 128 erano legati a perdite da bulloni, giunture, valvole e altre componenti. Per quanto riguarda il venting, invece, il dato registrato è stato pari a 26 casi.

Tra gli “osservati speciali” in tema di perdite di metano monitorati da Legambiente, i ci sono il gasdotto Greenstream, in Sicilia, che collega la Libia all’Italia e la centrale di compressione di Melizzano, in Campania in provincia di Benevento, che, sottolinea l’associazione in una nota, “rappresenta un’infrastruttura strategica per il Paese, visto che attraverso di essa passa buona parte del gas importato dal sud Italia e spinto verso nord”.

L’impatto del metano sul clima

Legambiente sottolinea l’importanza di intervenire urgentemente per limitare il più possibile le dispersioni di metano in atmosfera. Questo gas, ricorda l’associazione in nota, “se immesso direttamente in atmosfera può avere infatti un effetto fino a 86 volte più climalterante dell’anidride carbonica per i primi 20 anni”.

A suffragare la necessità di un intervento rapido per cercare di arginare le emissioni di metano in atmosfera sono anche i dati dell’International Energy Agency. Secondo l’agenzia si stima che, a livello globale nel 2021, siano stati emessi in atmosfera ben 126 miliardi di metri cubi di gas solamente dal settore oil and gas. Un dato che va affiancato dalle attività di flaring, ovvero combustione in torcia per bruciare senza recupero energetico il gas naturale in eccesso estratto insieme al petrolio: solo in quest’ambito nel 2021 sono stati emessi 144 miliardi di metri cubi di gas.

Le proposte di Legambiente per ridurre le perdite di metano

Tra le proposte di Legambiente per affrontare la questione delle perdite di metano c’è l’adozione di una normativa stringente, che preveda un sistema di Misurazione, rendicontazione e verifica (MRV), ma anche interventi di rilevamento e riparazione delle perdite di metano (LDAR). In questa direzione, ad esempio – spiega l’associazione in una nota – “sarebbe opportuno introdurre l’obbligo mensile di condurre attività di rilevamento e riparazione, secondo lo US EPA, ciò garantirebbe una riduzione delle emissioni del 90%. Dell’80% con una frequenza trimestrale, del 67% semestrale”. Allo stesso tempo Legambiente chiede al Governo “un’inversione di rotta per un graduale abbandono delle fonti fossili”.

Monica Giambersio

 

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